Giovani progettisti crescono... e molto bene. Ecco l'esempio di Marino Alfani

Categorie: News Varie
4 Febbraio 2016
Giovani progettisti crescono... e molto bene. Ecco l'esempio di Marino Alfani

Non si può certo dire che l’Italia sia un Paese dove ogni giovane di valore ha la possibilità di esprimere tutto il proprio potenziale e ricoprire quindi ruoli di responsabilità. Allora cosa può aver mosso, già 10 anni fa, alcuni imprenditori di nuovi cantieri nautici a mettere in mano a un (allora) venticinquenne la responsabilità di creare nuove gamme di imbarcazioni con cui debuttare sul mercato o, nel caso di cantieri già esistenti, di rinnovare lo stile della propria gamma realizzando imbarcazioni di nuova generazione?

Le risposte sono tante, ma ciò che di certo caratterizza Marino Alfani, classe 1982, è la capacità di creare progetti in una proiezione talmente eclettica che gli permette di rendere originale, e a tratti anche speciale, tanto un piccolo gommone quanto un 10 metri open o un grande motoryacht.

MarinoAlfani02

Il ventaglio di creazioni che Alfani ha al suo attivo, infatti, colpisce non tanto per la grande quantità di modelli, quanto piuttosto per la diversità di stili, da quello classico al concept futuribile, spaziando in ogni campo stilistico e toccare così ogni volta le corde emotive giuste.

Alfani oggi ha 34 anni, uno studio tutto nuovo e tanti progetti ancora da realizzare con una visione del “made to measure” che andremo a vedere più avanti; prima facciamo un breve excursus sul percorso creativo di questo giovane designer.

Tutto inizia nel 2007 quando vince il concorso “Abitare il Mare”, indetto tra gli studenti laureandi che avevano il compito di disegnare a mano libera un 24 metri. Eccolo qua:

1_PLUS 25' CONCEPT (1)

“Erano gli anni d’oro – racconta Alfani - ricordo imprenditori del settore che durante l’evento passavano di tavolo in tavolo per lasciare il proprio biglietto da visita a noi studenti. Aver vinto quel primo premio mi ha permesso, a soli 25 anni, di gestire un progetto importantissimo, un 24 metri di legno… un sogno per un giovanissimo yacht designer”.

Ma il primo vero lavoro arriva nel 2009. Il cantiere Rose Island, specializzato nella produzione di Lobster, le antiche aragostiere da lavoro usate nel Maine ora rivisitate per il diporto, affida a Marino Alfani il progetto addirittura della sua ammiraglia, la Lobster 65, un 20 metri dallo stile classico.

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2_LOBSTER 65 fly             Lobster 65 Interno

E anche qui, il premio non si fa attendere: la barca, infatti, vince il Croatia Boat Show 2009. “È stato importantissimo perché era il primo progetto dove dalla teoria si passava alla pratica, dall’università al lavoro. Una barca classica, razionale che mi ha messo a confronto con i problemi della produzione, dell’impiantistica … non solo estetica quindi, ma una barca vera e propria in tutte le sue componenti! Non solo designer … ma anche tecnico”.

Il trampolino di lancio verso la grande produzione, però, arriva con il cantiere Rio Yachts, che inizialmente nel 2010 gli affida la realizzazione del loro nuovo Colorado 54 (un'altra ammiraglia), per poi, fargli disegnare altri modelli: suoi, infatti, sono anche il Rio Espera 34, il Paranà 38, il Colorado 44, il Coupé 64 e  vari altri modelli inseriti nella gamma attuale. Un significato particolare l'ha l'Espera 34:  “L’idea di celebrare il 50° anno di vita di un cantiere storico come Rio Yachts è stato emozionante e importante tanto quanto firmare questo progetto carico di dettagli, che voleva segnare una svolta nelle linee stilistiche del cantiere, ma che mi ha permesso di confrontarmi con i problemi commerciali: non una barca di nicchia, ma una barca destinata a un pubblico numeroso di appassionati e naviganti”.

Rio Espera 34
Rio Espera 34

L’esperienza con Rio Yachts apre a Marino Alfani anche una nuova prospettiva che per un designer è una sfida non facile e che, oltre all’esperienza, richiede grande duttilità: quella della customizzazione. Un strada che il cantiere lombardo ha intrapreso da un paio d’anni a questa parte con l’intento di rendere il servizio della personalizzazione disponibile anche a chi acquista un 30 piedi, ma che è anche una grande occasione per Alfani di mettersi alla prova su un nuovo percorso. La sfida, infatti, dicevamo non è facile, perché nella sfera della personalizzazione il progettista non si confronta più con un pubblico che acquista un prodotto in una sorta di “visto e piaciuto”, accettando nella globalità ciò che gli viene proposto, ma deve individuare soluzioni specifiche alle necessità che l’armatore di turno esprime. Nel mondo dei superyacht, questa è la norma, ma nelle fasce di prodotti nati su larga scala, come i 30, 40 e 50 piedi, non è così semplice.

E qui veniamo alla nuova divisione “Made to Measure”, che Alfani ha avviato per andare incontro a una richiesta del mercato sempre più incalzante.

Progetti su misura in cui il designer non libera la propria creatività su istinti personali, ma diventa interprete dei desideri degli armatori, dando uno stile a ciò che passa per la loro testa.

È un tipo di esperienza che, a soli 9 anni dal suo debutto nel mondo nautico, Marino Alfani ha già avuto modo di sperimentare con il Rio Granturismo 56 e il Paranà 38 Custom Edition, ma che si è estesa anche al mondo dei gommoni, dove Alfani ne ha disegnato uno per un cliente arabo di Castoldi Jet. Si tratta di un tender di 33 piedi molto chic, questo:

5_CASTOLDI JET TENDER 31' T-TOP (1)             5_CASTOLDI JET TENDER 31' T-TOP (4)

Un altro premio Marino Alfani lo incassa nel 2012 con il Dariel D-Limo, che ha ricevuto il Myda. È una “taxi boat” arrivata dal futuro.

Dariel D.Limo 9.5 lato             Dariel D.Limo 9.5 poppa

E a proposito di futuro e di premi, fra i progetti non ancora realizzati, c’è anche l’Hospital Boat, anch'esso insignito del premio Myda. Più che una barca è un Pronto Soccorso galleggiante dove il design è ancor più messo a disposizione della funzionalità. “Quando sento le notizie dal mondo e dalle guerre, penso a quanto questo progetto potrebbe essere utile se realizzato…” afferma Marino Alfani.

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Intanto dal mondo cominciano ad arrivargli le commesse. Il cantiere brasiliano Cimitarra, gli ha affidato la progettazione della sua ammiraglia, un motor yacht di 76 piedi, di cui ne sono state già vendute ben 7 unità.

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E poi, l’ultima soddisfazione in ordine di tempo: “Non posso pubblicare il progetto, ma anche questo è fondamentale … due mesi fa per la prima volta nella mia vita mi è arrivata una mail diretta di un cliente a cui piace il mio design e mi ha chiesto di progettare una barca in esclusiva per lui”.

Insomma, largo ai giovani!

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Claudio Russo

Inizia nella nautica, che poi lascia per fare esperienze in vari altri settori della comunicazione. Diventa giornalista e passa nella sfera dello sport, dove ha partecipato anche alla realizzazione di alcuni fra i primi siti d'informazione in ambito calcistico e delle Olimpiadi di Sydney 2000. Nel 2002 torna nella nautica come caporedattore di un mensile fino alla nuova sfida raccolta nel 2013 con BoatMag.
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