Ranieri International Voyager 26S, il classico 2.0

Categorie: I Nostri Test
9 Aprile 2017
Ranieri International Voyager 26S, il classico 2.0

Il Ranieri International Voyager 26S ripropone quelli che negli anni si sono affermati come i concetti base del moderno open, con grande attenzione al comfort.

Ci si può sbizzarrire con design futuristici e linee affusolate, ma quando si va per mare quello che si apprezza di più è il comfort a bordo e una carena marina che “tenga” bene anche quando il meteo fa un po’ le bizze. Se poi si aggiunge a questa ricetta un fuoribordo generoso come il Suzuki DF250, abbiamo il Ranieri International Voyager 26S che mi appresto a provare.

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Ranieri International Voyager 26S, la differenza si vede

L’evoluzione degli open da qualche anno si è concentrata su poche formule sviscerate fin nei minimi dettagli. Si può migliorare la posizione di alcuni accessori o l’allestimento della dinette, ma il layout di massima resta sempre lo stesso. A questo punto, a fare la differenza è la qualità dei materiali, la loro lavorazione e, naturalmente, lo sviluppo del progetto sia per quanto riguarda la carena sia per le già citate soluzioni di coperta.

Basta uno sguardo distratto per capire quanto sul Ranieri International Voyager 26S tutto questo sia stato curato nel migliore dei modi, modello dopo modello, fino ad arrivare a questa versione che raccoglie tutta l’esperienza di tanti anni di studi e affinamenti. La plancia piace subito: l’inserto scuro su cui trovano posto le strumentazioni ha una superficie sufficiente per i monitor dei moderni strumenti multifunzione, mentre a informare sul funzionamento del motore provvede il compatto strumento Suzuki che purtroppo non ha il software per i consumi, un peccato perché il Suzuki DF250 promette di essere anche un motore parsimonioso con la benzina. Il parabrezza è basso, ma sufficientemente protettivo e il plexiglass è ben difeso dal tubo inox con funzione anche da tientibene. A fianco scorre il tambuccio per accedere alla piccola ma ben attrezzata cabina, dove trova posto un wc chimico e c’è spazio a sufficienza, non solo per cambiarsi il costume, ma anche per allestire due cuccette neppure troppo di fortuna. Una soluzione che apre al Ranieri International Voyager 26S la possibilità di azzardare qualche piccola crociera di più giorni.

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La zona prodiera è interamente dedicata al solarium, che riesce a raggiungere una dimensione di tutto rilievo grazie all’elemento centrale, in dotazione anche una gamba per essere trasformato nel tavolo della dinette che può quindi essere allestita in un attimo. Alle sedute provvedono lo stesso solarium e il divanetto frontemarcia ricavato nella parte prodiera della consolle. Il tutto è contornato da un’imbottitura utile come schienale e completato dalla robusta battagliola, che si apre a prua in una delfiniera ideale per i tuffi, gli ormeggi di prua e l’alloggio per l’ancora. Il verricello di quest’ultima è completamente nascosto nel suo gavone, mentre un secondo vano di dimensioni ben maggiori si trova sotto il solarium.

Passiamo a poppa, non senza prima aver ammirato i due gavoni ricavati nelle murate. La seduta del driver incorpora anche il mobile cucina nascosto da una ribaltina, mentre il frigorifero è all’interno della cabina. Volendo il tavolino può essere allestito anche in questa zona sfruttando il divanetto poppiero che, non solo nasconde un altro ampio gavone, ma lascia a sinistra un comodo passaggio verso le plancette, dove l’immancabile scaletta lascia presagire ritempranti bagni.

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Ranieri International Voyager 26S, il test

La livrea bianca del sei cilindri a V di 3,6 litri del Suzuki DF250 è il completamento ideale, un po’ meno la sua elica che ho la netta sensazione penalizzi le prestazioni velocistiche per garantire una navigazione più tranquilla alla velocità di crociera. Un peccato anche non avere il software dei consumi che dovrebbero essere molto interessanti. Comunque navigare a 36 nodi è più che sufficiente anche quando si ha fretta di raggiungere la propria meta. In 5,5” si è già in planata e dopo 13” si naviga a 30 nodi; la planata minima è invece tenuta a 2650 giri a poco più di 11 nodi.

Sulla bontà della carena non nutrivo dubbi, ma con il mare che comincia a essere increspato dal vento la si apprezza ancora di più e anche attraversando la nostra scia in maniera decisa non si riesce a metterla in crisi. La posizione di guida è perfetta e anche il parabrezza, benché contenuto nelle dimensioni, offre un eccellente protezione.

Leggi anche il nostro test del Ranieri International Voyager 21S

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I numeri del Ranieri International Voyager 26S

  • Lunghezza ft ………………………… m 8,05
  • Larghezza …………………………… m 2,50
  • Dislocamento ………………………… kg 1800
  • Motorizzazione max ………………… cv 400
  • Motorizzazione ……………………… Suzuki DF250
  • Serbatoio carburante ……………….... l 300
  • Serbatoio acqua ……………………… l 80
  • Portata persone ……………………… 9/8
  • Omologazione CE …………………… C/B

Prestazioni

  • 600 giri ……………… 2,6 nodi ………… 57 db
  • 1000 giri ……………… 4,4 nodi ………… 61 db
  • 1500 giri ……………… 6,5 nodi ………… 67 db
  • 2000 giri ……………… 7,8 nodi ………… 71 db
  • 2500 giri ……………… 9,2 nodi ………… 77 db
  • 3000 giri ……………… 15 nodi ………… 79 db
  • 3500 giri ……………… 21 nodi ………… 85 db
  • 4000 giri ……………… 25 nodi ………… 86 db
  • 4500 giri ……………… 29 nodi ………… 87 db
  • 5000 giri ……………… 32 nodi ………… 90 db
  • 5500 giri ……………… 36 nodi ………… 91 db

Condizioni della prova

Mare calmo, temperatura 32°C, carena pulita, carburante 250 l, acqua l 40, equipaggio 2 persone

Prezzi (Iva esclusa)

  • Solo scafo …………………………………… 34.950 euro

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La redazione di BoatMag

Claudio Russo e Alberto Mondinelli, i fondatori di BoatMag, due giornalisti con una lunga esperienza di lavoro nelle principali testate di nautica.
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