Varato il nuovo C.Boat 27 SC S Version, una navetta che unisce tradizione a innovazione.

Il Porto Piccolo di Sistiana, in provincia di Trieste, ha ospitato la “prima” del nuovo C.Boat 27 SC S Version, costruito presso il cantiere di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine. La nuova C.Boat unisce alcune caratteristiche che ne fanno un riuscito connubio tra innovazione e tradizione, segnalandola per l’originalità delle sue soluzioni in un segmento, come quello delle barche di omologazione al limite dei 24 m di lunghezza, ricco di proposte. Scelte in linea con la filosofia del cantiere che vuole realizzare navette dislocanti con caratteristiche tecniche proprie delle navi, ma con allestimenti e attenzioni tipiche dello yachting.

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I plus del C.Boat 27 SC S Version

Le scafo e le sovrastrutture del C.Boat 27 SC S Version sono interamente di acciaio, un’altra precisa scelta del cantiere dettata dalla volontà di costruire barche che anche tra 30 anni siano esattamente come sono al momento del varo. Tra le particolarità del C.Boat 27 SC S Version, da segnalare gli impianti di gestione della corrente a bordo che permettono di operare in qualsiasi parte del mondo, oltre alla fruibilità di spazi e passaggi per chi ha mobilità limitata, quest’ultima una precisa richiesta dell’armatore.

Il nuovo C.Boat 27 SC S Version si inserisce quindi con autorevolezza nel segmento delle “navette dislocanti”, yacht sviluppati su schemi consolidati e classici, che fanno del navigare un piacere assoluto grazie a caratteristiche di stabilità e costi di esercizio, oltre ad abitabilità interna, decisamente elevati. Questi sono i principi propri del concetto di navetta che Mauro Corvisieri, imprenditore e ideatore di C.Boat, ha voluto esaltare arricchendoli con un’impiantistica di ultima generazione e all’avanguardia, dimensionata e realizzata secondo standard tipicamente navali, come il C.Boat Management System, sviluppato con Holonix, spin-off del Politecnico di Milano.

I numeri del C.Boat 27 SC S Version

Lunghezza ft ……………………………… m 28,10
Lunghezza omologazione ………… m 23,90
Larghezza ………………………………… m 7,50
Dislocamento …………………………… t 160
Motorizzazione ……………………… Caterpillar C18 2x875 cv
Motorizzazione ……………………… MerCruiser 6.2L V8 300 cv
Serbatoio acqua …………………… l 5.000
Consumo ……………………………… 90 l/h a 10 nodi
Velocità massima …………………… 12,5 nodi

Un video pubblicato su LiveLeak ha suggerito un metodo pratico per risolvere il problema delle barche da rottamare che ingombrano rive e darsene.

BoatMag delle barche da rottamare se ne è già occupato con un’intervista a Pietro Vassena proprio su questo argomento. Il problema è sicuramente di attualità, perché non si tratta solo di decoro, ma anche di problematiche ambientali: una barca in stato di abbandono può rilasciare nell’acqua circostante oli e altri elementi inquinati che vanno a peggiorare ulteriormente il non sempre ottimale stato delle acque.

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Il problema delle barche da rottamare

Nessuno le vuole, nessuno le usa, nessuno le reclama, le vecchie barche da rottamare intasano porti e rive, sono brutte da vedere e quel che è ancora più grave sono un pericolo per l’ambiente. A questo si deve aggiungere che spesso rubano l’ormeggio che potrebbe invece essere usato per ospitare barche in uso, con le immaginabili ricadute positive per l’economia di quella zona. Senza dimenticare che costituiscono pure un deterrente all’acquisto del nuovo, perché c’è sempre chi si invaghisce di possibili restauri che il più delle volte si rivelano un fallimento economico: spesso costano più dell’acquisto di una barca simile nuova, senza dimenticare le difficoltà oggettive nel realizzarli; così chi li ha intrapresi resta deluso e spesso abbandona il sogno della barca nuova o vecchia che sia, in altre parole un potenziale diportista perso per colpa di un vecchio rottame.

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Il video pubblicato su LiveLeak mostra una spettacolare macchina che letteralmente si mangia le auto e le trasforma in polvere. Certamente si tratta di un’attrezzatura molto costosa che quindi se risolve il problema del “come”, non risolve quello economico che è in realtà quello principale: rottamare le barche costa. Certamente “macinare” vetroresina e legno è meno oneroso e complesso del ferro di un’auto, mentre il problema invece non si pone per le barche di alluminio che sono totalmente riciclabili. Ma questa non voleva essere la soluzione del problema delle barche da rottamare, ma solo l’occasione di un video spettacolare per riproporre la questione. Vediamo se questa volta qualcosa si muove.

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