Automobili del Mare è un libro che non dovrebbe mancare nella libreria di ogni appassionato di motonautica per conoscere le belle barche del Cantiere San Marco.

Automobili del Mare conferma quanto sia ricca di protagonisti la storia della motonautica italiana. Sono piene di suggestioni le pagine di questo splendido libro che l’autore Gérald Guétat, profondo conoscitore di barche e motonautica d’epoca, già autore di un paio di monografie sui cantieri Riva, ha voluto dedicare ai Cantieri San Marco. Una bella storia tutta italiana, vissuta tra automobili e barche dal 1953 fino al 1975 grazie all’ingegno e alla capacità imprenditoriale di Oscar Scarpa a cui tutta la vita del cantiere è indissolubilmente legata.

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Automobili del Mare, un pezzo di motonautica italiana

Anche se non è sulla copertina di Automobili del Mare, l’icona che ha portato alla ribalta la storia del Cantiere San Marco e di Oscar Scarpa è il San Marco-Ferrari, un racer della classe 800 kg appartenuto a Guido Monzino e restaurato negli anni Novanta. Ma è tutta la documentazione raccolta in Automobili del Mare a raccontare una storia affascinante che conquista il lettore. Attraverso i vari modelli prodotti negli anni si ripercorre un periodo straordinario della motonautica italiana, tra barche da competizione ma anche modelli da diporto che ai tempi rivaleggiavano con i Riva di Sarnico. Dalla fondazione del Cantiere nel 1954 fino alla scomparsa del suo ideatore Oscar Scarpa nel 1968 e la gestione dei figli Alessandro e Graziella che, pur convertendosi alla vetroresina, non poterono impedire la chiusura dell’attività nel 1975.

L’autore ha pazientemente raccolto materiale e testimonianze con la collaborazione dello stesso Alessandro Scarpa e il fondamentale contributo di Marco Bernocchi (in omaggio al padre Michele) e Dody Jost Koritnik, per dare vita a un volume di quasi 200 pagine che  Giorgio Nada Editore ha aggiunto al suo ricco catalogo di libri dedicate alle auto e alle moto che hanno fatto la storia del motorismo.

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Se un appunto si può sollevare è il titolo, Automobili del Mare, non abbastanza mirato su quella che è invece una storia soprattutto motonautica, anche se negli anni Cinquanta e Sessanta, l’utilizzo di motorizzazioni direttamente derivate dalla produzione automobilistica era la norma. A maggior ragione lo era per le barche da competizione dove dal quattro cilindri Alfa Romeo della Giulietta al 12 cilindri della Ferrari 375 MM del racer di Monzino, passando per Lancia, Abarth e Maserati, era tutto un trasferire in barca propulsori automobilistici. Infatti il sottotitolo in inglese (il libro è bilingue), “Racing Cars of the Sea” è un po’ più azzeccato.

Barche da corsa, ma anche tante barche da diporto che purtroppo per la maggior parte sono andate perdute. Merito anche al Museo della Barca Lariana se ancora alcuni esemplari degli splendidi motoscafi sono stati salvati dalla distruzione, per gli altri (tantissimi) ci si deve invece affidare alla fortunatamente ricchissima raccolta fotografica che rende questo volume ancora più imperdibile.
A completare Automobili del Mare, la catalogazione completa di tutti i modelli costruiti con le specifiche tecniche e, per quelli da competizione, anche i risultati più importanti conseguiti.

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