Sempre più “mediterraneo” il Sea Ray 400 Sundancer, senza dimenticare robustezza costruttiva e carena oceanica, per un connubio unico.

Il processo è iniziato da un po’ di anni, ma è con l’ultima generazione, della quale il Sea Ray 400 Sundancer rappresenta uno dei modelli di maggiore appeal, che è arrivato a totale compimento. Oggi il cantiere americano, leader mondiale in termini di produzione, ha sviluppato uno stile personale quanto universale, che gli ha aperto non solo i mercati europei (e mediterranei in particolare), ma anche quelli emergenti orientali, dove la combinazione tra la qualità della costruzione, le carene marine e il gusto “solare” mediterraneo è particolarmente apprezzato.

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Sea Ray 400 Sundancer, la coperta

Il modello in prova ha l’opera morta blu scuro e questo impedisce di apprezzare il gioco grafico delle finestrature laterali, che garantiscono un’eccellente illuminazione naturale agli interni, ma segnano anche le fiancate che riprendono il motivo grafico e costruttivo dei Sea Ray, con la linea di congiunzione tra coperta e scafo che degrada verso poppa. Il deciso slancio prodiero e il profilato top, che va a coprire quasi tutto il pozzetto, completano la descrizione degli esterni.

La plancetta poppiera del Sea Ray 400 Sundancer può essere di diverse dimensioni (e questo spiega la doppia lunghezza fuori tutto) e può anche essere flottante, comoda per il bagno ma anche per alare pram e moto d’acqua. A poppa però quello che mi piace di più è il grill, completo nella dotazione e lontano dal pozzetto il giusto per non “affumicare” gli ospiti, ma abbastanza vicino per servirli rapidamente. Il pozzetto prevede un divanetto a L a dritta con un tavolo ripiegabile, mentre a sinistra, oltre al cancelletto di accesso, ci sono i gradini per accedere al passavanti, non particolarmente largo, ma ben dotato di tientibene e con una robusta e alta battagliola per raggiungere agevolmente il prendisole prodiero.

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Sea Ray 400 Sundacer, gli interni

Layout molto semplice, ma altrettanto pratico e lineare. La murata di dritta del quadrato del Sea Ray 400 Sundancer è occupata dalla dinette con un divano a L e, a pruavia, la seduta doppia della plancia di comando, che riprende il riuscito disegno di tutta la gamma Sea Ray. A dritta, il mobile tv, un divanetto doppio e la struttura della cucina a completare la dotazione. L’ampia apertura rigida del tetto e le enormi finestrature laterali garantiscono all’interno una grande luminosità e contribuiscono a creare una continuità assoluta tra pozzetto e quadrato, aiutata anche dalla grande apertura della porta scorrevole che li separa.

Si scendono le scale e un essenziale disimpegno conduce alle due cabine e al doppio bagno (in alternativa se ne può avere uno solo con una maggiore dotazione di armadi). La cabina armatoriale è quella prodiera, che gode di tutta la luce che filtra dalle finestrature sull’opera morta citate all’inizio, quella a centro barca è qui allestita con tre cuccette, ma volendo si può optare per un mobile sulla murata di dritta. Comune a tutti gli ambienti l’eccellente lavorazione e l’elevata qualità di tutti i materiali, siano questi tessuti, pelli o legni. Quanto poi alla qualità della lavorazione della vetroresina non è neppure il caso di soffermarsi: stiamo parlando di un Sea Ray!

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Sea Ray 400 Sundancer, il test

Una premessa: la barca è in acqua da molti mesi e la carena non è nelle condizioni ideali. Quindi, nonostante il mare di Bandelieu sia una tavola, le prestazioni velocistiche (e temo un po’ anche i consumi) ne risentono. Uscendo dal porto ho subito modo di apprezzare il joystick ormai insostituibile in manovra. La progressione è buona, la planata è raggiunta con una cabrata minima che lascia sempre un’eccellente visibilità, mentre le prestazioni velocistiche (fermo restando che non sono certamente un plus di questa barca) sono limitate dalle condizioni non ideali della carena.

Quello che sorprende e conquista del Sea Ray 400 Sundancer è la maneggevolezza, la barca è sensibile al timone senza essere nervosa e asseconda il driver seguendo i cambi di direzione e stringendo raggi di virata fino a valori davvero minimi. La planata minima è tenuta a 1850 giri, 11,3 nodi con un consumo di 70 l/h, ma in generale anche a velocità di crociera sui 20 nodi i consumi restano accettabili. Provo a incrociare la nostra scia per mettere alla prova la carena (che ha un deadrise di 17°) e ho la conferma che non sono certo queste le condizioni che possono mettere in crisi un Sea Ray: praticamente non ci si accorge di nulla, né botte né scricchiolii, il Sea Ray 400 Sundancer passa via liscio e tranquillo. La prova è finita con tutte le conferme (positive) che cercavo.

Vai a leggere la nostra prova del Sea Ray 510 Sundancer e del Sea Ray L590

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I numeri del Sea Ray 400 Sundancer

  • Lunghezza ft …………………… m 13,26/12,20
  • Larghezza ……………………… m 4,11
  • Immersione …………………… m 1,01
  • Dislocamento …………………… kg 19.686
  • Motorizzazione ………………… Cummins QSB 480 6.7 T3 2x459 cv
  • Serbatoio carburante …………… l 1211
  • Serbatoio acqua ………………… l 378
  • Portata ospiti …………………… 6

Prestazioni

  • 600 giri ………………… 4,3 nodi ……… 2,5 l/h ………… 54 db
  • 1000 giri ……………… 6,7 nodi ………… 12 l/h ………… 62 db
  • 1500 giri ……………… 8,9 nodi ………… 37 l/h ………… 75 db
  • 2000 giri ……………… 13 nodi ………… 77 l/h ………… 77 db
  • 2500 giri ……………… 20 nodi ………… 126 l/h ………… 77 db
  • 3000 giri ……………… 27 nodi ………… 183 l/h ………… 78 db

Condizioni della prova

Mare calmo, temperatura 29°C, carena sporca, carburante 120 l, acqua 360 l, equipaggio 2 persone

Prezzo (Iva esclusa)

  • Cummins QSB 480 6.7 T3 2x459 cv ………………… da 525.000 euro

Gli americani definiscono “sunroom” gli spazi ricchi di luce naturale, proprio quelli che sul Sea Ray 510 Sundancer abbondano ovunque.

Mi ricordo il primo Sea Ray che provai negli anni Ottanta, sembrava un piccolo ranch, mobili intarsiati e tessuti damascati ovunque. Oggi guardo questo Sea Ray 510 Sundancer e sembrano passati anni luce. Ed è proprio la luce a fare la differenza: superfici vetrate ovunque e poi gli arredi moderni e solari per potersi godere la navigazione, in Mediterraneo come nei Keys della Florida, nel migliore dei modi.

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Sea Ray 510 Sundancer, la coperta

Prima di descrivere la coperta è il caso di dedicare un po’ di attenzione alla carena perché, barca abituata a navigare in Oceano, il Sea Ray 510 Sundancer ha proprio nell’opera viva una dei suoi punti di forza. Deadrise di 19° e V profonda per poter affrontare ogni tipo di mare. Il tutto è completato dalle trasmissioni Zeus che, oltre a essere particolarmente efficienti, sono completate dal pratico joystick ormai irrinunciabile in manovra.

All’efficienza della carena si contrappone una coperta che fa della sobrietà e linearità i suoi punti di forza. Eccellente la capacità di garantire tanta luminosità agli interni senza appesantire il profilo con ingombranti vetrate. Il Sea Ray 510 Sundancer è un bell’esempio di come si possano inserire numerose finestrature riuscendo anche a dare slancio all’intero disegno: merito del profilo crescente ricavato sull’opera morta, degli elementi scuri che racchiudono le vetrate e poi della profilata tuga, dove i cristalli diventano anche un elemento di decoro.

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Classico il pozzetto così come la zona prodiera. A poppa la dinette si sviluppa a sinistra, con una avvolgente e accogliente divano e un tavolino (che può essere abbassato per creare un grande solarium), supportati dal grill esterno sul lato opposto e dal mobile cucina che si trova subito all’ingresso del quadrato, sullo stesso lato. Osservare l’intelligente disposizione dei due elementi pensando anche all’evacuazione dei fumi fa anche capire come il Sea Ray 510 Sundancer sia stato pensato per chi la barca la usa e la vive davvero. Senza tanti fronzoli il solarium prodiero, solo ben dimensionato e facile da raggiungere con due passavanti che non brillano per le dimensioni, ma sono ben supportati da tientibene e da una robusta e protettiva battagliola. Ultima annotazione per l’ampia spiaggetta di poppa dotata di passerella idraulica a scomparsa.

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Sea Ray 510 Sundancer, gli interni

Vivere la propria barca vuol dire cucinare spesso e quindi non deve sorprendere se il Sea Ray 510 Sundancer è dotato di ben due cucine. La prima (che potremmo definire mobile bar, anche perchè il grill è in pozzetto) è sul ponte principale, baricentrica con il pozzetto, ma destinata soprattutto a servire l’ampio divano che sarà dotato da un tavolo ad altezza variabile a seconda delle esigenze, che però non compare nel nostro servizio fotografico. Piacevole e razionale la plancia, ma soprattutto straordinaria la luce che filtra da ogni lato. In particolare, il cielo della tuga permette diverse soluzioni, dall’oscuramento con le tende scorrevoli, alla totale apertura facendo scorrere i due elementi di cristallo.

Una bella scala di acciaio inox e legno, solo all’apparenza “povera”, ma in realtà comoda e ben inserita nel contesto, introduce al sottocoperta, dove si è optato per avere una seconda zona living, una seconda cucina decisamente ben accessoriata e “solo” due cabine di generose dimensioni ed entrambe servite da due grandi bagni con doccia separata. Quella armatoriale è a centro barca e a tutto baglio, con il letto matrimoniale addossato a dritta e il locale toilette sulla murata di sinistra con il lavello a vista; quella degli ospiti è invece a poppa con un layout più classico. Il tutto completato da qualità dei materiali e lavorazioni di primo livello, come solo un cantiere leader più garantire, unite a scelte delle tonalità molto “europee” come notavamo all’inizio.

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Sea Ray 510 Sundancer, il test

Mare calmo a Mandelieu dove mi trovo per il test presso il centro Sea Ray del Mediterraneo. Peccato che il Sea Ray 510 Sundancer in prova sia in acqua da quasi un anno e quindi le condizioni della sua carena non siano ottimali, elemento da considerare leggendo le prestazioni. In effetti, non sono certo le prestazioni velocistiche (ma i consumi restano interessanti) il punto forte di questa barca, che si fa piuttosto apprezzare per il deciso passaggio sulle onde create dalla nostra scia, a sottolineare una tenuta di mare davvero “oceanica”, e da una costruzione decisamente robusta: non c’è modo di sentire uno scricchiolio, sia dalla struttura sia dagli arredi.

La planata minima è tenuta a 1900 giri e 12 nodi con un consumo di 97 l/h. La risposta ai repentini cambi di direzione è sempre pronta e il raggio di virata è decisamente corto; c’è semmai da registrare un’accentuata inclinazione dello scafo (con qualche problema di visibilità sui lati nonostante le grandi finestrature) che potrebbe impressionare, se tutto l’insieme non trasmettesse una solida sensazione di sicurezza. Impressione ulteriormente avvalorata dalla contenuta cabrata in ingresso di planata (operazione facilitata anche dal controllo dell’assetto automatico), che lascia sempre un’eccellente visuale al driver anche se è seduto. Per quanto ci provi è davvero difficile mettere alle corde questo Sea Ray 510 Sundancer, meglio arrendersi e ammettere che di barche così non ce ne sono molte.

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Vai a leggere la presentazione in anteprima del Sea Ray 450 Sundancer

I numeri del Sea Ray 510 Sundancer

  • Lunghezza ft …………………… m 15,49
  • Larghezza ……………………… m 4,47
  • Immersione ……………………… m 1,27
  • Dislocamento …………………… kg 19.686
  • Motorizzazione ………………… Cummins QSC 550 HO 2x543 cv
  • Serbatoio carburante …………… l 1514
  • Serbatoio acqua ………………… l 416
  • Portata ospiti …………………… 6/8

Prestazioni

  • 600 giri ………………… 4,5 nodi ……… 5,2 l/h ………… 56 db
  • 1000 giri ……………… 7,2 nodi ………… 14 l/h ………… 61 db
  • 1500 giri ……………… 9,8 nodi ………… 45 l/h ………… 66 db
  • 2000 giri ……………… 14 nodi ………… 108 l/h ………… 71 db
  • 2500 giri ……………… 22 nodi ………… 170 l/h ………… 75 db
  • 2570 giri ……………… 27 nodi ………… 221 l/h ………… 76 db

Condizioni della prova

Mare calmo, temperatura 27°C, carena sporca, carburante 530 l, acqua 400 l, equipaggio 3 persone

Prezzo (Iva esclusa)

  • Cummins QSC 550 T3 2x526 cv ………………… da 1.062.912 euro

Realizzare un’elica è un raro connubio di tecnologia, calcolo e genialità. Italian Propellers ha saputo amalgamare questi elementi per creare prodotti unici.

Per capire il successo di Italian Propellers si devono conoscere i fratelli Claudio e Marco Belotti. Tutto quello che sta a valle del motore è di loro competenza, e mai come in questo caso il termine “competenza” si deve considerare appropriato per la passione, l’intuito e l’impegno che viene profuso in ogni nuova creazione.

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Italian Propellers, i “maghi” delle eliche

Dialogare con Claudio e Marco Belotti nel loro ufficio di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, a due passi dal lago d’Iseo, è quasi impossibile: si è sempre interrotti da una richiesta di preventivo urgente, un intervento su uno stampo, dalla ricerca dell’utensile ideale per le complesse macchine utensili dell’officina. Non c’è un attimo di tregua: appena arrivano sul tavolo (o sul monitor del computer) i problemi devono essere risolti al volo: un breve consulto, mano al mouse e la soluzione è trovata. Così si spiega come tra i clienti di Italian Propellers ci siano alcuni tra i più prestigiosi cantieri, da Sanlorenzo a Azimut, per citarne due con i quali la collaborazione si sta sviluppando da anni. Ma si rivolgono ai fratelli Belotti anche tanti armatori che vogliono migliorare le prestazioni della propria barca e che giustamente ne vogliono rivedere l’intera driveline, quindi non solo i motori, ma anche timonerie ed eliche, cioè gli altri elementi “attivi” nel far navigare uno yacht.

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Infatti in Italian Propellers non si limitano alla progettazione e realizzazione delle sole eliche, con la produzione di serie di gamme a tre, quattro, cinque e sei pale, ma anche di timoni, flange assi elica, astucci e supporti. Per i timoni sono state sviluppate specifiche soluzioni idrodinamiche; le flange sono eseguite standard con materiale C45, ma a richiesta possono essere realizzate anche con zincatura bianca di 25 micron; gli assi elica sono realizzati impiegando macchine utensili tecnologicamente all’avanguardia a garanzia di qualità e affidabilità; i tubi per gli astucci possono essere realizzati in diversi materiali OTS, OT63, alluminio, FE510 e altri a richiesta e, infine, i supporti assi elica sono costruiti secondo le esigenze tecniche navali e il loro dimensionamento è conforme alle Norme.

Vai vedere come nasce un’elica Italian Propellers
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