Esperienza, tenacia e tanta voglia di lavorare. Ciò che il gruppo francese Beneteau cercava nel nuovo candidato a ricoprire la carica di direttore commerciale del suo omonimo brand, sia a vela sia a motore, l’ha trovato in Luca Brancaleon.

È un manager italiano, dunque, colui che d’ora in poi dovrà guidare la strategia commerciale del cantiere in tutti i mercati del mondo in cui il brand è commercializzato.

Manchette-Newsletter-BoatMagMa non è stata certo la nazionalità a fare la differenza, bensì il suo curriculum fitto di esperienze ramificate in diversi mercati nautici dove ha operato per lo sviluppo di marchi di natura diversa, da quello di un cantiere grande e (all’epoca) a conduzione familiare come Sessa Marine, a quelli in capo a un’enorme industria multinazionale, come Brunswick, per cui ha curato i brand Hatteras, Cabo Yachts, Boston Whaler, Sea Ray e L-Class, passando dal fishing “popolare” a quello specialistico fino ad approdare nel mondo del lusso.

Un bagaglio di esperienze che lo ha reso un manager internazionale decisamente eclettico, ma soprattutto sensibile alle diverse dinamiche che muovono i diversi mercati nel mondo; insomma, esattamente quello che ci vuole per determinare le strategie giuste a seconda del territorio in cui approdano le barche di Beneteau orientandole alle varie aspettative dei clienti.

Il marchio aiuta

Un lavoro non facile, ma sicuramente alleggerito dall’enorme notorietà del marchio francese che, anche nei momenti di profonda crisi economica mondiale, non ha mai smesso di sviluppare i prodotti, progettare nuove barche e creare nuove linee di imbarcazioni con intenti innovativi. Ecco, forse sarà questa la vera difficoltà di Luca Brancaleon, cioè riuscire a tenere il passo con il vulcanico mondo di Beneteau il cui gruppo è il primo per fatturato e dimensioni.

Ma noi gli facciamo i nostri migliori auguri, perché, conoscendolo, sappiamo che saprà dare buone soddisfazioni a chi lo ha scelto alla direzione commerciale dell'intero brand Beneteau nel mondo.

Luca Brancaleon, classe 1972, si è laureato in Giurisprudenza nel 1996 all’Università di Parma ed è esperto di lingue e culture straniere. È approdato nella nautica nel 2004, sempre con incarichi manageriali orientati anche al marketing, provenendo dal mondo farmaceutico e, prima ancora, da quello meccanico.

Dai “ferri da stiro” degli anni Ottanta ai nuovi flybridge tanta strada è stata fatta, come confermano i cinque flybridge di ultima generazione che abbiamo provato e quindi selezionato in questa carrellata.

“Pochi ma buoni” verrebbe da dire guardando la selezione di questi 5 flybridge di ultima generazione. Curiosamente si trovano anche praticamente tutti in un ristretto range di lunghezze a sottolineare come il fly da 50/60 piedi sia il motoryacht più ambito. Infatti, o si cambia nettamente genere, magari puntando sui nuovi trawler, oppure la barca a motore da crociera ideale è questa. Così almeno per le nostre abitudini europee, dove il marinaio non è sempre una scelta obbligata e si vuole una barca abitabile, ma anche dalle misure gestibili, proprio per non avere bisogno dell’equipaggio. Quindi la carrellata dei flybridge prevede tre modelli di circa 15/16 metri e poi le due francesi che si attestano attorno ai 18 metri, sapendo bene quanto la misurazione della lunghezza fuori tutto si presti a svariate interpretazioni…

Quindi ecco la carrellata dei 5 flybridge di ultima generazione. Per gli approfondimenti, basta cliccare sui nomi delle barche per arrivare alle rispettive prove.

Absolute 50 Fly, nel nome la radice del carattere

Una barca che si chiama Absolute ha già nel nome lo spirito con cui si vuole porre sul mercato. In un settore affollato, l’Absolute 50 Fly non potrà certo essere la "barca in assoluto", ma nell’agguerrita concorrenza si difende benissimo, puntando soprattutto sulla qualità delle soluzioni e finiture interne, ma anche tutto il resto è di livello molto elevato.

Cranchi E52 F Evoluzione, l’evoluzione c’è e si vede

Questo modello è il più recente dal punto di vista anagrafico, si tratta infatti di una novità 2017 ed è anche l’evoluzione di un tipo di motoryacht fra i più classici  della cantieristica italiana. Non si è trattato però di un semplice restyling, ma di un’approfondita rivisitazione del modello precedente creando una barca a tutti gli effetti nuova.

Azimut 50 Fly, non solo due piedi in più

In Azimut si erano posti il problema di come migliorare il precedente 48 senza limitarsi a cambiare qualcosa e aggiungere due piedi nella sigla. L’ispirazione è venuta dall’Azimut 80 presentato poco prima, che aveva dettato le linee guida della rivisitazione di tutta la gamma di motoryacht Azimut. Ecco quindi il 50 Fly che siede a pieno diritto nella carrellata dei 5 Fly da far girare la testa provati da BoatMag.

Prestige 550

Prestige 550, classico fuori, innovativo dentro

Facciamo un salto di quasi tre metri per arrivare ai 17,92 m del Prestige 550, un motoryacht che nelle linee esterne è certamente il più classico di tutti, senza finestrature avveniristiche e slanci particolari, ma all’interno conquista per la sua abitabilità, in particolare con l’ingresso esclusivo per la suite armatoriale a centro barca.

Monte Carlo MC6, ammiraglia per destino

Il Monte Carlo MC6 non solo è la barca più grande della nostra rassegna dei 5 Fly da far girare la testa, ma è anche l’ammiraglia della blasonata gamma Monte Carlo a cui Beneteau ha affidato la sua offerta più esclusiva. Look decisamente diverso, con una serie di plus qui proposti su una misura commercialmente aggressiva.

 

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