Da quando è entrata nell’orbita Jeanneau, l’azienda americana ha ulteriormente affinato la sua offerta, come conferma questo convincente Glastron GT 229.
La capacità dei cantieri americani (non tutti) di allestire con cura ogni minimo dettaglio dei loro modelli, e non solo sulle misure più importanti, mi sorprende sempre, e questo Glastron GT 229 ne è la più convincente delle conferme. Alla proverbiale qualità dei materiali e della loro lavorazione, si è negli anni aggiunto anche lo sviluppo di un gusto più europeo, rifuggendo le tinte violente e un po’ cafone degli anni passati. In questo processo, l’ingresso del cantiere americano nell’orbita Jeanneau ha fatto il resto e così il Glastron GT 229 si presente come un riuscito connubio tra la grinta tipicamente yankee e il gusto europeo, il tutto completato, in questo caso, da un motore Volvo Penta, ma a listino sono disponibili anche i connazionali MerCruiser.
Come detto il Glastron GT 229 in prova è allestito con una potenza intermedia, ma più vicina al massimo installabile: cioè i 280 cv del Volvo Penta V6 a benzina (i Diesel non sono neppure contemplati, come è giusto che sia su un daycruiser che più daycruiser non si può). 20 cv in meno del massimo del V8 Volvo Penta o del MerCruiser sempre V8, ma anche 40 cv in più dei V6, sempre con doppia opzione MerCruiser o Volvo, delle potenze di ingresso. Considerando le differenze di prezzo mi sembra una scelta condivisibile, anche se i V8 americani per 2 mila euro in più…
Una considerazione in tema motoristico dovuta (anche in considerazione dell’ampia offerta), prima di staccarmi dai pontili della Nautica Pezzotti, a Pilzone d’Iseo sulla sponda bresciana dell’omonimo lago, dealer Glastron per tutto il Nord Italia. Se avevo dei dubbi sulla scelta della motorizzazione sono subito fugati: la progressione è decisa, in 5 secondi siamo in planata (a bordo siamo in quattro) e in 11 secondi raggiungiamo i 30 nodi per poi proseguire fino a oltre 37 nodi. Non è una velocità da brivido, ma più che sufficiente per provare l’ebbrezza di uno sprint prima di scendere su una più consona velocità di crociera attorno ai 20 nodi, tenuti agevolmente a poco più di 3 mila giri. Per il minimo di planata si può arrivare fino a 2600 giri e poco più di 9 nodi, ma è un esercizio inutile perché, non avendo il software dei consumi, non posso indicare se sia realmente il caso.
Il deadrise di 20° sembra un buon compromesso tra prestazioni velocistiche e tenuta sul mosso, ma anche in questo caso il tranquillo lago d’iseo non mi dà possibilità di verifica, anche se l’attraversamento delle onde create di proposito con la nostra scia lascia intuire una buona tenuta. In compenso la maneggevolezza è di quelle che ti conquistano subito: timone preciso e pastoso il giusto per evitare pericolosi testacoda. L’esame è superato a pieni voti, mi fermo e vedo di individuare i plus di questo Glastron GT 229.
Le belle immagini di Sergio Airoldi pubblicate valgono molto più di tante parole ed esaltano i plus di questa barca.