Doveva essere il campionato di svolta della motonautica e invece XCAT 2017 ha perso tutte le gare europee e si salva con quelle cinesi e il finale negli Emirati.

Considerando le vicissitudini della vigilia, c’è di che essere soddisfatti se si sono riuscite a mettere insieme 11 barche (delle quali tre italiane) e a far correre questo Campionato XCAT 2017, che resta comunque, per la sua formula e per lo spettacolo che offre, uno dei più spettacolari che la motonautica possa oggi proporre. Lasciamo quindi alle cronache del nostro Emanuele Ferraris di Celle raccontare le prime due gare cinesi di Zhengzhou, nelle acque del Dragon Lake (Long Hu in lingua locale).

XCAT 2017, Gara 1

Il primo responso del XCAT 2017 conferma Victory Team come la squadra da battere, anche se sono i piloti che fino all’anno scorso facevano parte dello “junior team” a conquistare l’alloro: Salem al Adidi ed Eisa al Ali, entrambi di Dubai, non hanno tradito le aspettative conquistando pole position e gara uno. Alle loro spalle i “cugini” di Abu Dhabi Rashed al Tayer e Majed al Masoori, che confermano la grande crescita del finale di stagione 2016 e si candidano già a contendenti al titolo finale.

La sorpresa più piacevole della giornata però viene dal team italiano Al&Al-Caccia Engineering che con Diego Testa e Daniele Martignoni, sotto la regia di Alfredo Amato nel ruolo di team manager, conquistano il terzo gradino del podio recuperando una posizione rispetto al quarto posto in griglia, a danno di Australia Team. Sicuramente non nuovo alle buone prestazioni (ricordiamo una pole position a Napoli 2014 e una vittoria in una difficile gara a Dubai nel 2015), il team non si aspettava tuttavia di cominciare la stagione con un podio nella prima gara. Soprattutto dopo che un problema tecnico a un motore, che oltre i 4000 giri entrava in protezione perdendo potenza, li aveva costretti a rinunciare al primo turno di prove libere, fondamentali per trovare la confidenza giusta con una barca parzialmente modificata dai nuovi regolamenti, in particolare nel nuovo cockpit adattato a normative di sicurezza ancora più stringenti.

Una grossa delusione invece è quella provata dall’emiratino Arif al Zaffein, detentore degli ultimi quattro titoli mondiali e quindi ancora campione in carica, che passato da Victory a un nuovo team (Al Wasl) e a un nuovo compagno di abitacolo (il britannico Scott Williams) non ha chiuso la prima gara costretto al ritiro dal surriscaldamento di un propulsore.
L’altro aspetto sicuramente degno di nota è il successo di XCAT 2017 presso il pubblico cinese. A un evento organizzato in grande hanno risposto decine di migliaia di appassionati, accorsi sulle rive del lago per conoscere questa disciplina sportiva, incontrare i piloti e gli addetti ai lavori.

XCAT 2017, Gara 2

Nebbia, nuvole basse e molta umidità sono lo scenario che si è presentato ai piloti, pronti per disputare Gara 2 del mondiale XCAT 2017. Ma la scarsa visibilità non ha fermato il Victory Team, che con Salem Al Adidi ed Eisa Al Ali ha centrato la seconda vittoria consecutiva, dopo il successo del giorno precedente sullo stesso circuito. Abu Dhabi però resta sempre incollata, chiudendo ancora in seconda posizione, seguita da Team Australia che riscatta con un podio la parziale delusione del giorno precedente, quando un guasto al trim li ha visti perdere il terzo posto.

Allo start, la barca di Dubai ha approfittato subito del vantaggio di correre in acqua libera per spingere al massimo e aspettare che gli inseguitori di Abu Dhabi fossero i primi a intraprendere un long lap (al giro 5). In questo modo, la gara di Victory si è trasformata in un controllo totale sui “cugini” in modo da non perdere mai la leadership.
L’azione si è svolta in modo più frenetico nelle posizioni successive, con una serie sorpassi, errori, penalità che hanno modificato l’ordine continuamente. Ad avere la meglio è stato proprio Team Australia, con Brett Luhrmann e Pal Virik Nilsen, che così vanno a occupare il terzo posto in classifica generale. Bene gli italiani, anche se Diego Testa e Daniele Martignoni non possono essere soddisfatti del settimo posto visto come partivano in griglia. Molto meglio per Giovanni Carpitella, in coppia con lo svedese Joakim Kumlin, che sulla barca “222 Offshore” che porta il nome della città ospitante di Zhengzhou chiude in quarta posizione (i due partivano settimi), seguito da Fujairah Team di Serafino Barlesi e Alessandro Barone. Non male anche Andrea Comello e Roberto Lo Piano su Lady Spain, che chiudono ottavi una gara iniziata da ultimi e compromessa da una penalità comminata per avere centrato una boa in virata.

La sorpresa negativa dopo due gare viene dal campione mondiale in carica Arif Al Zaffein che ha collezionato nel weekend un ritiro e un nono posto e chiude la classifica generale in undicesima piazza.
Ora il circus è pronto a spostarsi nella città di Weihai, sempre in Cina, dove già nel prossimo weekend si correranno le due gare successive del Mondiale XCAT 2017.

Quanti artisti e amici si sono avvicendati al fianco del grande tenore Luciano Pavarotti per dare vita ai numerosi spettacoli del Pavarotti & Friends? Ma il maestro, oltre la musica era anche altro. Era pure interessato alla nautica.

Ed eccolo qui, ripreso in queste foto al Salone di Genova in visita allo stand di Rio Yachts, accolto da una raggiante signora Anna Maria Ziliani Scarani (in primo piano) e poi insieme all’ingegner Luigi Scarani, che gli mostra le caratteristiche dell’allora ultimo modello del cantiere.


Erano gli anni Settanta e il cantiere era ancora piuttosto giovane (fu fondato nel 1961 ad opera di Luigi e Anna Maria Scarani), ma era già molto affermato. L’abbondanza e la varietà di barche esposte erano anche la testimonianza di un’imprenditoria italiana in pieno fermento e, come Luciano Pavarotti allietava gli spettatori di tutto il mondo con il bel canto italiano, Rio Yachts portava ogni anno nella scena internazionale dell’ambitissimo Salone di Genova la sua produzione di barche italiane, contribuendo a diffondere e a rendere anche più popolare il piacere dell’andar per mare.

Ma il maestro e il cantiere sono stati uniti anche da una data, o meglio, un anno molto significativo che, indubitabilmente, ha portato loro fortuna: il 1961. In quell’anno Luciano Pavarotti ottenne il primo riconoscimento nazionale che gli diede accesso ai palchi dei maggiori teatri prima italiani e poi mondiali, mentre la famiglia Scarani aprì ufficialmente i battenti del nuovo cantiere Rio Yachts, che nei suoi 56 anni di attività ha sempre superato le diverse crisi che hanno colpito la nautica e gode ancora di ottima salute.

Sono passati molti anni e ora, purtroppo, sia il maestro Pavarotti sia l’ingegner Scarani non sono più tra noi, ma magari, chissà, si sono ritrovati entrambi lassù e ogni tanto guardano quaggiù per osservare tutte le novità che il cantiere bergamasco ha prodotto in questi ultimi anni.

E chissà quale delle barche di ultima generazione avrebbe scelto oggi Luciano Pavarotti. Era più un tipo da barca open come il nuovo 40 Spider? O avrebbe preferito un hardtop come il Paranà 38 o il più grande Colorado 56?

Di sicuro non gli sarebbe passata inosservata l’ultimissima novità del cantiere, il nuovo Granturismo 60 pronto per debuttare a fine ottobre all’imminente fiera di Ft. Lauderdale, in Florida, ma che vi possiamo già anticipare qui con le primissime immagini di questa versione che è stata totalmente customizzata per un armatore americano.


            


            

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