Arkos 23 e la nuova carena a "coda di rondine"

Categorie: I Nostri Test
7 Febbraio 2017
Arkos 23 e la nuova carena a "coda di rondine"

Arkos 23 è l’ammiraglia di una nuova gamma di gommoni che introducono una serie di innovazioni, alcune molto interessanti, altre da sviluppare meglio.

Quando si entra nel mondo nautico da produttore, soprattutto in un settore con un’offerta ampia e articolata come quello dei gommoni, si può scegliere se accodarsi a quello che già offre il mercato, oppure battere nuove strade, alla ricerca di un elemento che differenzi la propria proposta da quella degli altri competitor. La seconda strada è certamente più complessa, ma è anche quella più ricca di soddisfazioni ed è sicuramente questo il motivo per il quale Daniele Baraggioli, CEO del cantiere maltese, l’ha scelta per il suo Arkos 23.

Arkos 23, carbonio e non solo

Grazie a una precedente esperienza produttiva fuori dal mondo nautico dove era previsto un ampio uso di carbonio e materiali compositi, per i suoi Arkos Daniele Baraggioli non poteva che puntare su questo materiale. L’obiettivo era avere uno scafo rigido, robusto e leggero, per esaltare le prestazioni anche con motorizzazioni non particolarmente generose: infatti per i sette metri di Arkos 23 basterebbero (a detta del cantiere) 90 cavalli, anche se per il nostro test si è optato per un più dimensionato Mercury 150.

Ma i progettisti del cantiere si sono spinti anche oltre e hanno pensato a una carena che definiscono a “coda di rondine”, perché a poppa si prolunga ai lati del motore andando a costituire una sorta di flap fisso. L’obiettivo è di facilitare la planata senza pregiudicare le prestazioni, ma anzi garantendo una maggiore stabilità di rotta. Vedremo nel test in mare se il target è stato centrato, resta il fatto che si tratta di una nuova soluzione che merita attenzione.

In compenso, l’allestimento della coperta si sviluppa secondo canoni ben conosciuti. Il cantiere vuole lasciare ampio spazio di personalizzazione al futuro armatore e il modello in prova è una sorta di prototipo dove le finiture devono ancora essere affinate per la produzione di serie, ma la qualità dei materiali non si discute. C’è da chiedersi, per esempio, se la “coda di rondine” permetterà ugualmente l’allestimento di plancette poppiere, che al momento mancano, mentre la soluzione del divanetto poppiero che si trasforma con una veloce manovra in solarium è apprezzabile, anche se si dovrà prevedere un cuscino per riempire lo spazio tra i due strapuntini. Il blocco centrale prevede una guida stand-up che non offre alternative e al divanetto rivolto verso poppa probabilmente sarà preferibile un mobile bar magari con un grill, ma queste sono tutte decisioni che spetteranno al futuro proprietario. La plancia, pur nella semplicità del suo design, è razionale, offrendo ampio spazio alla personalizzazione, magari radunando tutti gli strumenti in un unico monitor multifunzione, mentre il protettivo parabrezza contornato dal tientibene protegge il driver e aiuta ad accedere a prua. Anche qui layout classico, con seduta frontemarcia sulla consolle, solarium e, sotto, ampio gavone con a prua quello più piccolo per l’ancora, alla quale è destinato anche il musone di vetroresina.

Arkos 23, il test

Il mare di Genova è abbastanza agitato e il Mercury 150 con un’elica Mercury Vengeance a tre pale da 19” promette di esaltare le doti marine del nostro gommone. Come promesso la planata è rapidissima nonostante le condizioni non ottimali del mare e anche la progressione è buona, un po’ meno la velocità di punta, dove forse potendo agire su flap mobili si potrebbe fare meglio. Ma qui la “coda di rondine” è fissa e quindi meglio apprezzare la facilità di gestione della barca, che non richiede di perdere tempo in regolazioni dell’assetto e, certamente apprezzabile, va in planata con una rapidità disarmante. Tutto questo si traduce in un’accelerazione bruciante (2 soli secondi per entrare in planata) e una planata minima tenuta a un regime di soli 2100 giri a 8 nodi e consumando 8 l/h. La velocità di crociera che possiamo fissare a 20 nodi è mantenuta a 3500 giri/min consumando 19 l/h. Non si può non dire che l’Arkos 23 (e il Mercury 150) sia poco assetato con la benzina.

Semmai qualche perplessità la trasmette il rollbar che, già piuttosto ingombrante di suo, oscilla in maniera preoccupante durante tutta la navigazione, ma archiviamolo come uno di quegli affinamenti che un prototipo deve inevitabilmente avere.

I numeri di Arkos 23

  • Lunghezza ft …………………… m 7,05
  • Larghezza ……………………… m 2,75
  • Diametro tubolari ……………… m 0,65
  • Numero comparti ……………… 6
  • Dislocamento scafo…………… kg 800
  • Motorizzazione max ………… cv 225
  • Serbatoi carburante ………….. l 220
  • Portata persone ……………… 14
  • Categoria CE ………………… C

Prestazioni

  • 650 giri ………………… 2,4 nodi …………… 2,0 l/h ……… 57 db
  • 1000 giri ……………… 4,2 nodi …………… 3,0 l/h ……… 62 db
  • 1500 giri ……………… 5,8 nodi …………… 5,0 l/h ……… 67 db
  • 2000 giri ……………… 8,0 nodi …………… 8,0 l/h ……… 69 db
  • 2500 giri ……………… 13 nodi …………… 12 l/h ………… 74 db
  • 3000 giri ……………… 17 nodi …………… 15 l/h ………… 76 db
  • 3500 giri ……………… 21 nodi …………… 19 l/h ………… 78 db
  • 4000 giri ……………… 25 nodi …………… 29 l/h ………… 81 db
  • 4500 giri ……………… 29 nodi …………… 40 l/h ………… 82 db
  • 5000 giri ……………… 34 nodi …………… 51 l/h ………… 83 db

Condizioni del test

  • Mare leggermente mosso, temperatura 20°C, carburante l 100, equipaggio 3 persone, carena pulita

Prezzo (Iva esclusa)

  • Arkos 23 solo scafo ………… 25.250 euro
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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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