L’equipaggio del Dubai Victory 3 di Arif Al Zaffain e Nadir Bin Hendi in Class 1 e quello maltese Chaudron composto da Aaron Ciantar e Dominique Martini in V1 sono i due nuovi campioni mondiali Offshore.

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Onore ai campioni ma anche una giusta citazione per gli equipaggi italiani, in particolare i partenopei di Karelpiù RG87 che, dopo tanta sfortuna, hanno trovato il modo per chiudere in bellezza la stagione. La seconda prova di Abu Dhabi, che ha chiuso il Mondiale Class V1 Offshore, ha visto il loro scafo ottenere un ottimo secondo posto, alle spalle dei belgi di Bernico, riuscendo a concludere la stagione al quarto posto. La gara è stata molto combattuta e ha regalato al team composto da Antonio Schiano e Federico Montanari un risultato di prestigio, nonostante le modifiche al circuito rese necessarie dalle difficili condizioni del mare. Basti pensare che si correva all’interno del canale ma che una delle boe era posizionata all’esterno, in mare aperto, dove arrivavano onde di quasi due metri, una delle quali ha portato all’incidente in prova del giorno precedente.
“Il campionato è breve e con sole quattro gare era difficile ottenere di più - ha spiegato il throttleman Antonio Schiano -. Abbiamo però disputato una grande gara alle spalle di Bernico, una barca molto veloce, superando anche Chaudron che ha vinto il Mondiale. La barca va migliorata ancora e ha bisogno di molti test per essere al top, ma lavorando anche sulla potenza dei motori con i tecnici di Hi-Performance Italia abbiamo già ottenuto 5-6 miglia di velocità in più rispetto alle altre gare. Continueremo la nostra avventura il prossimo anno, sperando di avere un campionato più lungo, del resto era il primo anno per noi in Class V1, quindi possiamo dire che il quarto posto finale sia un buon risultato”.

Note un po’ meno positive per Newstar Poliform di Guido Cappellini e Mikhail Kitashev nel Mondiale Offshore Class 1 che chiude con un bilancio di tre podi su sei gare che valgono il quinto posto assoluto nella classifica iridata. Sarebbe però più giusto dire cinque gare, infatti la prova finale ha visto la decisione dell’equipaggio di non schierarsi al via per motivi di sicurezza, scelta ponderata dopo essere scesi in acqua per un giro di ricognizione del circuito. La direzione gara in mattinata aveva comunicato il cambio di percorso che prevedeva il transito nella parte esterna: quasi due miglia di “rettilineo” con onda morta ampia e costante, invece che nel tratto parallelo - riparato dal frangiflutti - utilizzato fino al giorno prima. Una modifica che, senza il tempo necessario per adattare gli assetti alle diverse condizioni di mare, avrebbe implicato un livello di rischio ritenuto tanto alto quanto inutile dai piloti.

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