Scegliere le eliche corrette per la propria barca è importante. Per questo abbiamo intervistato un esperto: Ernesto Chiesa di Yamaha Marine.

Una volta servivano per andare più veloci, oggi avere le eliche giuste è utile anche per consumare meno. In ogni caso la loro corretta scelta è determinante per navigare in modo più efficiente e quindi anche più divertente. Come? Con questo articolo cerchiamo di spiegarlo.

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Eliche, provare per credere

Cavalli, cilindrata, valvole per cilindro. Quando si acquista una barca, del motore si controlla tutto ma, molto spesso, si dimenticano le eliche. Un po’ come comprare una Ferrari e non controllare che non monti le gomme della Panda. Ma le gomme si vedono e si riconoscono subito, mentre le eliche stanno sott’acqua e poi la loro scelta non vede molti diportisti competenti come lo sono per i motori.

Manchette-Newsletter-BoatMagPer dipanare l’argomento eliche ci affidiamo a un esperto di provata fama: Ernesto Chiesa, non solo responsabile post-vendita di Yamaha Marine, ma anche un grande appassionato di motori e motonautica. È lui che segue in prima persona le prove dei package Yamaha e sceglie le eliche ideali per ogni binomio. Niente di più semplice quindi che seguirlo in questa selezione per carpire i suoi segreti. Mai come in questo caso si potrebbe parlare di “segreto di Pulcinella”, perché alla fine è nella prova pratica che tutte le diverse variabili, frutto di complesse e consolidate leggi fisiche, si trasformano in tre parametri che emettono il verdetto finale: il numero di giri, la velocità e, sempre più importanti di questi tempi, i consumi.

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Avete capito bene: i calcoli sono calcoli, le formule consolidate, ma alla fine è la prova pratica a dare il verdetto finale. Quindi, dando per scontato che su come sono fatte e come lavorano le eliche non ci siano dubbi (e se ce ne sono è pronto l’articolo già pubblicato su Boatmag per chiarirli) per trovare quelle giuste non c’è niente di meglio che mettere la barca in acqua e provare. E questo vale sia che si tratti, come nel nostro caso, di un fuoribordo, oppure di un entrofuoribordo o di un asse elica entrobordo e pure per le eliche di superficie, le più performanti.

“Nell’esecuzione delle prove di definizione delle eliche, la barca deve essere nelle condizioni ottimali, quelle che ogni diportista dovrebbe sempre puntare ad avere: quindi carena pulita, un equipaggio contenuto, benzina quel che basta, carico ben distribuito - spiega Ernesto Chiesa -. Ovviamente questo vuol dire che se il diportista non riesce a ottenere le stesse prestazioni non è perché queste sono inattendibili, ma piuttosto perché le condizioni sono cambiate. È infatti molto importante che le prove comparative si svolgano all’interno della stessa giornata e assolutamente nelle medesime condizioni, poi i dati non sono assoluti, ma servono per un confronto diretto. Altro elemento importante sono i trim (ed eventualmente i flap) che devono essere a zero, assolutamente neutri e, ovviamente anche le condizioni di mare (o di lago) è necessario siano calme o solo leggermente mosse. A questo punto è importante conoscere il regime massimo di rotazione del motore in prova che, per esempio, per i fuoribordo Yamaha è sempre attorno ai 6 mila giri”.

“I dati a nostra disposizione sono notevoli e, unita a una pluridecennale esperienza, fa sì che il range di misure per la scelta dell’elica ideale siano relativamente poche - prosegue Chiesa -. Anche i calcoli a tavolino aiutano a scremare il numero di alternative. Per esempio sappiamo che ogni pollice in più di passo corrisponde a circa 200 giri di motore, quindi un passaggio da un’elica di 17” a una di 19” (le eliche solitamente salgono di due pollici con numerazioni dispari, ndr) si perdono mediamente dai 300 ai 400 giri. Ci stiamo concentrando sulle eliche e quindi diamo per scontata la corretta esecuzione di un abbinamento altrettanto importante: quello tra motore e scafo e, in particolare, l’altezza e la relativa immersione del piede del motore in acqua. Consideriamo che a ogni foro in meno del motore (quindi con l’elica più immersa, ndr) si perdono mediamente 100 giri del motore. Attenzione però a non montarla troppo in alto, ne guadagnano le prestazioni ma poi in virata il rischio di cavitare è in agguato”.
Dopo queste premesse non resta che mollare gli ormeggi.

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Esempio 1: barca o gommone con 40 cv

Eccoci quindi con il più “gettonato” dei fuoribordo: un 40 cv, quattro cilindri e 16 valvole, lo Yamaha F40 GETL derivato dal modello di 70 cv (provato da Boatmag anche con il Cancelli Akes 19). Pronto a montarlo un gommone (Capelli Tempest 530) e uno scafo rigido (Jeanneau Cap Camarat 5.5), entrambi di circa 5,50 m di lunghezza. È ovviamente la soluzione più “popolare” e quindi i dati a disposizione sono notevoli, si può andare a colpo sicuro. E infatti per queste barche un’idea precisa c’è già: per il gommone un’elica da 13 1/2x14 (diametro x il passo in pollici, ndr), di acciaio, mentre per la barca rigida una 13 5/8x13 di alluminio, l’unica di questo materiale; in entrambi i casi, e come in tutte le altre prove, si tratta di eliche a tre pale. I dati sono riprodotti nella tabella e sono molto simili a quelli dei nostri test: con lo Yamaha F40 GETL le eliche si mostrano subito perfette per i rispettivi scafi. Queste tabelle sono fornite a tutti i dealer che potranno così essere certi di consegnare al proprio cliente una barca perfetta per un uso diportistico normale, fanno eccezioni gli impieghi più specifici, come per esempio lo sci nautico.

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Esempio 2: gommone con uno Yamaha F150

Saliamo di potenza, ancora con un gommone (Zar Formenti 57 Face) con un fuoribordo Yamaha F150 (provato da Boatmag anche con un Capelli Tempest 650). Le eliche in prova sono tre: 13 3/4x19, 13 3/4x21 e 14 1/2x21. “In termini di velocità la 19” è la più performante riuscendo sfiorare i 6000 giri ma, se si guardano i consumi, è la più grande delle 21” a essere preferita - spiega Chiesa -. In questo caso, quando le differenze sono minime, preferiamo fornire al dealer tutto il ventaglio di alternative per poi scegliere in base alle necessità del cliente. Da notare che il carico a bordo è discreto, con quattro persone e anche questo va tenuto in considerazione”.

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Esempio 3: scafo rigido con due Yamaha F150

Ultimo esempio con motorizzazione doppia: lo scafo è rigido (Jeanneau Cap Camarat 7.5) con una coppia di fuoribordo Yamaha F150 e due alternative di eliche molto differenti tra loro: due 13 3/4x19 e due 15 1/4x19, quindi con oltre un pollice di diametro in più. Le prestazioni velocistiche sono identiche ma, a una più attenta analisi, si nota come le più grandi si mostrano decisamente più parche nei consumi ai massimi regimi ma meno virtuose a quelli intermedi, che corrispondono però alle velocità di crociera, così come la progressione è più lineare con quelle più piccole. Se dovessi scegliere preferirei queste ultime, che mi garantiscono un uso della barca ottimale nelle condizioni più normali e sfruttano tutto il regime del motore. Commenta Chiesa: “da notare che in caso di eliche doppie queste sono solitamente controrotanti verso l’esterno, questo perché così tendono a sollevare la poppa della barca e migliorare le prestazioni velocistiche, mentre invece se lo fossero verso l’interno la barca sarebbe più stabile, ma anche più appoppata. Inoltre, i due motori devono essere montati leggermente convergenti così che la scia prodotta si unifichi a circa 7/15 metri dallo specchio di poppa”.

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Eliche per ogni esigenza

Tutte le prove e considerazioni fatte finora sono mirate all’individuazione delle eliche ideali per un uso classico: il diporto. Ma ci sono anche altre tipologie di utilizzi che richiedono eliche mirate. Dimenticando gli impieghi per il lavoro che esulano dalla nostra trattazione, per esempio lo sci nautico è uno sport che richiede l’uso di propulsori dalle accelerazioni brucianti per far uscire lo sciatore dall’acqua.
“In questo caso - precisa Ernesto Chiesa - sono consigliabili eliche a quattro pale con un passo più contenuto e poco importa se al regime massimo si rischia il fuorigiri; mentre se l’obiettivo è il lento moto per la traina si preferirà un passo corto che consente senza intervenire sul minimo del motore di navigare lentamente, anche se poi il rischio di andare in fuori giri quando si cerca la velocità è elevato”.

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Aggiungiamo noi che queste prove possono essere eseguite anche dagli stessi armatori, se hanno la possibilità di avere a disposizione delle altre eliche (magari organizzandole tra amici e scambiandosele) e facendo riferimento alle tante informazioni che si trovano sui siti delle case costruttrici dei motori. Ma ancora più semplicemente potete verificare direttamente se la vostra, o la vostre eliche siano quelle giuste: basta un gps (ammesso che non l’abbiate già tra le dotazioni di bordo), il contagiri e lo strumento dei consumi collegato ai motori (i più recenti sono molto precisi perché non sono più dei flussometri sul circuito di alimentazione ma lavorano direttamente sull’iniezione) e il gioco è fatto. Ovviamente dovete considerare lo stato di pulizia della carena e quante vettovaglie e dotazioni avete a bordo. A questo punto l’individuazione delle eliche perfette è solo questione di tempo.
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