Il cantiere Ernesto Riva di Laglio, sul lago di Como, sta per portare a termine il restauro di un 8 m SI dei cantieri Baglietto.

Del cantiere Ernesto Riva e della sua storia Boatmag ha già scritto e, anche se solitamente non seguiamo la vela, di fronte a un’autentica opera d’arte come quella che sta ritornando al suo antico splendore, si può ben fare un’eccezione. In queste belle immagini di Sergio Airoldi le fasi del restauro del 8 m SI dei cantieri Baglietto.

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La passione del Cantiere Ernesto Riva

Si chiama “Ali Babà” ed è di proprietà di un armatore svizzero che ha deciso di affidarla al cantiere Ernesto Riva per riportarla bella, ma soprattutto perfettamente efficiente, come una volta. Non è un modo di dire ma la realtà: infatti lo splendido 8 m SI (Stazza Internazionale), in realtà lungo 14,50 metri, è stato completamente rifatto nello scafo e in alcuni particolari della coperta, che però aveva già subito negli anni Novanta un parziale restauro, tanto che la barca aveva poi partecipato ad alcune regate per barche d’epoca e a un Campionato del mondo a Porto Santo Stefano nel 1996.

“Oggi però le condizioni del fasciame erano tali da imporre un intervento ben più radicale - racconta l’architetto Enzo Marolli che segue con Daniele Riva il restauro -. Grazie al cantiere Ernesto Riva siamo riusciti a trovare una fornitura di cedro brasiliano (legname oggi contingentato e quindi raro da reperire, ndr) dello stesso tipo di quello utilizzato sullo scafo originario e così abbiamo potuto dare il via al restauro, che ha previsto il completo rifacimento dello scafo e un numero considerevole di interventi anche in coperta; l’albero invece era già stato sostituito nel 2003”.

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In origine “Ali Babà” era stata battezzata “Catina 1”, come testimonia una targa di bronzo posta vicino al timone. Il suo varo era avvenuto nel 1926 presso i Cantieri Baglietto e il suo progetto rispondeva alla prima formula degli 8 m SI, anche se poi ha recepito le successive modifiche, tanto che il certificato di stazza risponde alla seconda formula. La famiglia dell’attuale armatore ne è entrata in possesso nel primo dopoguerra: il proprietario era un olimpionico svizzero della classe Star, grande appassionato di vela come del resto il figlio, colui che ha deciso di riportare all’antico splendore questo pezzo di storia velica.

“I lavori volgono al termine, ma è stato un intervento davvero complesso - spiega Daniele Riva, ultimo erede del cantiere Ernesto Riva fondato nel 1771 -. I legni dello scafo sono stati piegati a vapore secondo la vecchia tecnica ed è stata ricostruita anche buona parte della struttura interna, in pratica dell’originale sono rimaste solo poche assi. Abbiamo rifatto anche i chiodi nel modello e nel materiale (rame) conformi all’originale: un vero lavoro di cesello”.

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