Con Raymarine AIS 700 si riducono le antenne e i cablaggi a bordo grazie all'antenna condivisa. Inoltre una funzione “ghost” permette di scomparire dagli schermi.

Con tutta l'elettronica che abbiamo a bordo delle nostre barche, è possibile che non si conosca proprio tutto a menadito. E se c'è un candidato a lavorare nell'ombra questo può essere proprio un modulo AIS. Ovvero Automatic Identification System, sistema di identificazione automatico.

Un ricetrasmettitore che segnala alle altre barche i nostri dati principali, come nome, rotta, velocità e stato di navigazione corrente. E per farlo utilizza un'antenna GPS e una VHF. Fino a qui però si tratta di tecnologia già esistente.

Meno antenne, più spazio

E quindi qual è la novità? Quello che il colosso del gruppo FLIR ha presentato al Boot Düsseldorf, chiamato Raymarine AIS 700, è un ricetrasmettitore (di classe B) con uno splitter per l'antenna integrato. Questo significa che può condividere una sola antenna con il VHF di bordo, permettendo di semplificare l'installazione (meno cablaggi, meno tempo) e di risparmiare spazio. Spazio che spesso è prezioso, perché oggi anche su barche di dimensioni relativamente ridotte vogliamo tutta l'elettronica possibile. Dato che molto spesso il ricetrasmettitore AIS e la radio VHF usano la stessa frequenza, è sufficiente collegare entrambe all'antenna di AIS 700 e lo splitter del segnale la collegherà di volta in volta al dispositivo che si sta mettendo in funzione.

Una delle funzioni principali
di Raymarine AIS 700 è la
modalità silenziosa, che permette
di continuare a ricevere i dati
delle altre imbarcazioni
senza trasmettere i propri

AIS 700 usa le ultime tecnologie di networking per aggiornamenti più rapidi, miglior sfruttamento della banda e più ampio raggio d'azione. L'integrazione è totale con gli schermi multifunzione Raymarine, ma anche con sistemi di navigazione basati su standard PC. È compatibile con i protocolli NMEA2000 e SeaTalk, quindi si interfaccia a tutti i device che rispettano tali standard. Inoltre, la ulteriore compatibilità NMEA0183 permette di allacciarlo anche a schermi multi-funzione di generazioni meno recenti.

           

Ma una delle funzioni principali di Raymarine AIS 700 è la modalità silenziosa, che permette di continuare a ricevere i dati delle altre imbarcazioni senza trasmettere i propri. Al di là della nostra privacy, che comunque andrebbe sempre messa sulla bilancia insieme alla sicurezza di comunicare la nostra posizione in caso di avaria, ci sono almeno due situazioni in cui la funzione “ghost” può rivelarsi utile.

Una è in caso di tornei di pesca in mare aperto, quando non si vuole rivelare agli avversari la nostra posizione per non spartirsi il bottino della cattura (viene in mente anche la rivalità fra i pescherecci di “Deadliest Catch”...). L'altro, in particolari condizioni o zone di mare, è per proteggersi dal rischio di pirateria, dato che spesso gli assalitori usano proprio i ricevitori AIS per sapere che tipo di barche si trova nelle vicinanze.
Il prezzo indicativo di Raymarine AIS700 è di 829 euro, Iva esclusa.

Il cantiere si chiama AutoBoot ed è olandese, ma al suo prodotto è difficile dare un nome preciso: oggi è una Audi A4 Cabrio, domani potrà essere una Lamborghini oppure una Bmw, una Aston Martin, un’Alfa Romeo o… fatevi venire in mente un’automobile qualsiasi, purché cabrio, e questa può diventare una barca planante in alluminio di 7,20 metri con motore fuoribordo.

In realtà la definizione di auto-barca l’ho pensata io semplicemente traducendo il nome del cantiere olandese, AutoBoot appunto, che quest’anno ha fatto il suo esordio con questa Audi A4 Cabrio trasformata in un open di stile alla fiera di Düsseldorf, una delle kermesse nautiche più importanti al mondo, ancorché si tenga in pieno inverno nel nord della Germania.

Tu ci metti l’auto,
in questo caso una Audi A4 Cabrio,
il cantiere 
costruisce la barca intorno
e poi plani a ben 35 nodi
con un fuoribordo da 150 cavalli

Per semplificare la spiegazione di come si produce la auto-barca, la possiamo ridurre così: si costruisce lo scafo in alluminio, ci si mette all’interno una cabriolet (senza ruote ovviamente), si monta dietro un motore fuoribordo di almeno 150 cavalli, si collegano i cavi fra motore, sterzo e manetta (posizionata al posto della leva del cambio), si monta il piano di coperta, si rifinisce il tutto per renderlo più figo ed ecco l’auto trasformata in barca in grado di planare a una velocità massima di ben 35 nodi!… o 65 km/h visto che c’è di mezzo un’auto.


Con la auto-barca si può navigare sia nei laghi sia al mare, naturalmente molto dipende da come si modifica l’abitacolo. Per esempio, se si tengono i sedili originali in pelle e i tappetini sul pavimento è sicuramente consigliabile usarla in acqua assolutamente piatta, che di norma si trova nei laghi; ma se si sostituiscono i sedili o i rivestimenti con gli appositi tessuti marini, se si mette il teak al posto dei tappetini sul pavimento e poi si bada a tutte quelle accortezze che possano far fronte alle aggressioni della salsedine, allora si può pensare di usarla anche lungo le coste marine.

Questo modello, su Audi A4 Cabrio, è lungo 7,20 metri, largo 2,24 e pesa 1.950 chili ed è stato venduto a circa 100.000 euro. Il prossimo esemplare pare sarà su “base” Lamborghini.

La nautica è uno di quei settori in cui la ricerca dell’originalità e della personalizzazione rappresentano punti fondamentali per il successo di una barca; se a questo aggiungiamo dei punti di stravaganza, che a volte non fa poi così male, ecco che perfino una normale auto può attirare l’interesse di una vastissima quantità di appassionati di nautica, almeno a giudicare dal riscontro che abbiamo avuto dalle prime foto pubblicate in anteprima nella nostra pagina Facebook che, al momento in cui scrivo, hanno raccolto 416.456 visualizzazioni, 7.746 reazioni (fra like, love, wow ecc.), 1.391 commenti e 1.421 condivisioni, che per la nautica a motore sono numeri bomba!

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