Fiart 4tFour genius, il frutto della passione

Categorie: I Nostri Test
28 Dicembre 2014
Fiart 4tFour genius, il frutto della passione

Nel Fiart 4tFour genius c’è la tradizione di mezzo secolo di cantieristica, ma anche la passione che le nuove generazioni hanno saputo raccogliere con rinnovato entusiasmo. Il risultato finale non poteva che essere una barca speciale.

Fiart 4tFour genius

Fiart 4TFour genius: una barca che trasmette nelle linee e nelle soluzioni tecniche, fino a ogni piccolo dettaglio, tutto quanto il cantiere di Baia ha saputo costruire in questi anni. Molto curato il progetto: un diedro poppiero di 16° con uno slancio prodiero limitato e l’opera viva prolungata fin sotto la plancetta di poppa. Chiari indicatori di una carena marina, pronta ad affrontare ogni tipo di mare, ma anche morbida sull’onda e veloce.

Per la costruzione ci si è affidati alla tecnologia dell’infusione, lo stampaggio della vetroresina sottovuoto. Meno resina, fibre sofisticate, standard qualitativi molto elevati, pesi più contenuti a fronte di doti di robustezza uguali se non superiori, così si possono riassumere i plus di questa tecnologia che ha nel cantiere Fiart uno dei migliori interpreti. Tra l’altro, il peso contenuto ha permesso di proporre il Fiart 4tFour genius con una coppia di Volvo Penta IPS 500 di “soli” 740 cavalli complessivi, una soluzione ottima per i consumi e la facilità in manovra garantita dal joystick per rendere il tutto ancora più interessante.

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La coperta

Sarà anche comoda ma la passerella poppiera rovina una linea per il resto molto bella. Faccio subito un piccolo appunto per poi parlare solo bene di questa barca. La plancetta nasconde una scala per la risalita dal bagno degna di una piscina, anche se sparisce in un gavone dedicato. Per accedere al pozzetto di devono salire due gradini il cui volume è usato come gavone per i parabordi.

A questo punto non ci si deve far trarre in inganno dalle apparenze: il pozzetto del Fiart 4tFour genius presenta dei divanetti lungo il perimetro. Ma è solo l’inizio: in realtà un sistema oleodinamico fa alzare il piano di calpestio centrale che può diventare prima un grande prendisole e poi il tavolo della dinette. Merita di essere apprezzata la velocità di salita e di discesa differenziata, quando ci si avvicina al suolo diminuisce per evitare di “pizzicare” i piedi degli ospiti. Sotto i divani ci sono invece altri ampi e profondi gavoni.

La cucina all’aperto è a sinistra, completa di grill, lavello e frigo con, a poppavia, la chaise longue che, con un semplice sistema di ribaltamento dei cuscini, si trasforma in un divanetto. La plancia è bella e completa con tanto di volante in carbonio, a completamento il top di carbonio, un materiale scelto sia per l’esigenza di tenere il baricentro il più basso possibile con una struttura leggera, sia per poter realizzare gli slanci sostenuti solo in tre punti. L’hard top si apre quasi completamente grazie al tettuccio in mylar manuale, facile e rapido da manovrare, così abbiamo un vero open.

Suggeriamo ai futuri armatori di studiare con il cantiere la posizione di guida, dettata dal gradino sotto la seduta per evitare, come è successo a me, di avere la parte superiore del parabrezza all’altezza degli occhi. In realtà si deve vedere dalla parte libera superiore non vetrata e la visuale è davvero ampia; ma se non si ama il vento tra i capelli, allora si può pensare a una chiusura in cristallo, già prevista dal cantiere. A poppavia della plancia c’è un grande gavone che all’occorrenza potrebbe diventare anche la cabina del marinaio.
Resta solo da citare il solarium prodiero, che forse poteva essere protetto meglio dalla battagliola, ma così bassa è sicuramente più bella a vedersi.

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Gli interni

Non amo le barche alveare, quindi l’idea di tre cabine mi lascia perplesso. Almeno fino a quando non metto piede sottocoperta e resto invece colpito dalla razionalità nella disposizione dei volumi, davvero ottima. La cabina armatoriale è quella di prua con il classico letto centrale e il ben dimensionato locale toilette con doccia separata. La dinette è molto raccolta a sinistra e il fatto che sia trasformabile in una cuccetta doppia non meriterebbe neppure di essere citato: quattro coppie più un marinaio su un 44 piedi mi fa venire la pelle d’oca solo a pensarci...
La cucina è ben dimensionata per l’uso che presumibilmente se ne fa su una barca di queste dimensioni, mentre al centro si aprono le due cabine caratterizzate da un letto matrimoniale e un bagno ben dimensionato.

Quello che più traspare nel muoversi del Fiart 4tFour genius è la cura riposta in ogni particolare: l’impianto hi-fi è della Bose, il sistema di luci a cromoterapia consente con un piccolo telecomando di gestire giochi da discoteca o da seduta new age. Come optional è offerta anche la robotica per il controllo da un solo telecomando di tutte le utenze di bordo. Ma anche i particolari all’apparenza banali non sono trascurati: basta aprire un qualsiasi armadietto per scoprire che tutto il rivestimento interno è di legno, così come la combinazione dei legni con i tessuti e la loro lavorazione è di alto livello, nulla è lasciato al caso.

Il test

Siamo pronti a lasciare il molo del cantiere e affrontare il golfo di Baia. All’apparenza il mare appare calmo, ma in realtà il maltempo dei giorni precedenti ha lasciato un’onda lunga che ci consente di saggiare subito le reazioni del Fiart 4tFour genius in una condizione abbastanza tipica. Il passaggio sull’onda è morbido e per mettere la barca un po’ alla corda dobbiamo esibirci in una serie di virate molto strette: lo scafo coricato sul fianco accusa qualche inevitabile colpo, ma anche il passaggio sulla nostra scia, e quindi su un’onda più secca, conferma la bontà delle doti marine.

Resta da verificare la velocità che, con una barca in acqua ormai da un paio di mesi e con una carena non perfettamente pulita, accusa una piccola differenza rispetto a quanto dichiarato dal cantiere, più che plausibile e mi sento di sottoscrivere i 36 nodi raggiunti in condizioni ottimali. Ho anche la conferma che gli IPS 500 vanno benissimo e non c’è assolutamente bisogno di un’iniezione di cavalli. L’entrata in planata e veloce anche senza l’ausilio dei flap che comunque ci sono e possono essere usati con un piccolo vantaggio. Così come la grande sensibilità al volante mostrata in prova può essere contenuta con una diversa taratura degli IPS nel caso si volesse una barca meno nervosa ma, per essere sincero, a me il Fiart 4tFour genius piace così.

Caratteristiche tecniche
Lunghezza ft ……………..........…… m 13,86
Lunghezza al galleggiamento ……… m 13,44
Larghezza ……………..............…… m 4,30
Immersione ………………............… m 1,03
Dislocamento a secco ……………… kg 9715
Dislocamento a pieno carico …….… kg 12997
Motorizzazione max …………….… cv 2x370
Serbatoi carburante ………………… l 1100
Serbatoi acqua …………….......…… l 450
Posti letto ……………..............…… 4+2+1
Portata persone …….....…………… 14

Prestazioni
1000 giri ……… 6,6 nodi ……… - l/h ……… 60 db
1500 giri ……… 9,5 nodi ……… - l/h ……… 63 db
2000 giri ……… 14,5 nodi ……… - l/h …….. 65 db
3000 giri ……… 27,5 nodi ……… 85 l/h …… 71 db
3400 giri ……… 35,2 nodi ……… 110 l/h …… 74 db

Condizioni del test
Stato del mare onda lunga, temperatura 18° C, carburante l 300, equipaggio 3 persone, pulizia carena media.

visita il sito Fiart Mare

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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