Marlin 24X, quando i particolari fanno la differenza

Categorie: I Nostri Test
23 Giugno 2019
Marlin 24X, quando i particolari fanno la differenza

Ci sono tanti modi di intendere un gommone di sette metri, da spartano a super lussuoso le variabili sono tante e sul Marlin 24X sono tutte sviluppate al meglio.

Va bene che quello che mi appresto a provare è un modello speciale, almeno in termini di colori e dotazioni; va bene che il fuoribordo Yamaha F200 GETX è una delle motorizzazioni più azzeccato per questo Marlin 24X, ma come mi stacco dai pontili di Marina di Verbella la prima sensazione è subito positiva. Mi guardo attorno e mi piace tutto di questo gommone e non vedo l’ora di passare dai limiti della navigazione a lento moto del basso Lago Maggiore per dare manetta.

Marlin 24X, il test

Il momento è arrivato, posso scatenare i cavalli dello Yamaha F200 e seguire la progressione delle prestazioni sia sullo strumento Yamaha sia sul touschscreen Garmin 922XS da 9”, una soluzione bella a vedersi e davvero completa nelle informazioni, in plancia c’è ancora spazio per un secondo schermo, ma a me basta così. Semmai noto che tutto l’insieme della consolle offre molteplici opportunità d’uso, quell’attenzione al particolare di cui parlavo prima. La posizione di guida è comoda, il parabrezza protettivo il giusto e il tientibene aiuta soprattutto i compagni di navigazione.

La progressione è quella che mi aspetto, fluida e decisa senza bisogno di essere rabbiosa, lavoro con i trim solo per verificare la velocità di punta che ferma il gps a 40,6 nodi, una piccola correzione dell’assetto oltre i 4 mila giri è comunque consigliabile anche se credo che raramente ci si troverà a navigare con due sole persone a bordo e senza nient’altro tranne le dotazioni. La reazione ai cambi di direzione trasmette una piacevole sensazione di sicurezza e anche stringendo le virate mai si ha la sensazione di esagerare, anche se una leggera cavitazione mi invita a non insistere.

Qualche altra annotazione: la planata minima è tenuta a 2200 giri a 7,7 nodi consumando 9,2 l/h, ma si può anche navigare più spediti e restare “risparmiosi” comunque: a 4000 giri si naviga a 25 nodi consumando 27 l/h, complimenti al fuoribordo Yamaha ma anche alla carena del Marlin 24X. Se invece si ha voglia di smanettare, in 3,5” si è in planata e in 9” si raggiungo i 30 nodi, vi basta? Per avere prestazioni ancora più esuberanti, la potenza massima applicabile è di 250 cv che consentono di raggiungere i 48 nodi, se invece siete tipi più tranquilli si può scendere a 150 cv e “accontentarsi” di 36 nodi. Ma in queste considerazioni subentrano anche altre variabili come, per esempio, il numero di persone (e vettovaglie) con cui si è soliti navigare, quindi i 200 cv ci sembrano la scelta ottimale.

Marlin 24X, a bordo

Come detto all’inizio sono i particolari a fare la differenza sul Marlin 24X. Così il layout della coperta si fa apprezzare per la razionalità ma non certo per l’originalità. Del resto che senso ha cambiare una soluzione consolidata e funzionale? Meglio concentrarsi nei dettagli ed è proprio sotto questo aspetto che il Marlin 24X conquista. Al di là dell’abbinamento cromatico grigio-arancio particolarmente riuscito, piacciono le possibilità di allestimento e gli spostamenti a bordo, anche immaginando un equipaggio più numeroso.

La consolle sfrutta la palpebra per migliorare la leggibilità degli strumenti e per creare un ripiano imbottito ideale per smartphone e altro fino a quando la navigazione resta tranquilla. Bello il design del volante e ben distribuito il resto dei comandi, protettivo quanto serve il parabrezza protetto dal tientibene sempre utile. A pruavia la seduta fronte marcia si ribalta per dare accesso alla piccola cabina con wc chimico e lo spazio per cambiarsi il costume o essere usato come gavone. Per la verità quello di prua, nonostante la forma a V del divanetto, è ugualmente capiente, mentre con un elemento aggiuntivo tutta quest’area può essere trasformata in un grande solarium che congloba anche la seduta citata prima.

Altrettanto ben articolato il pozzetto poppiero che si propone in tre possibili allestimenti: divanetto a U che con il tavolino si trasforma in dinette e solarium sfruttando anche la spalliera a poppa ribaltabile. Anche qui l’unico gavone è molto capiente, mentre ribaltando la seduta del driver, doppia e senza il solito elemento mobile ma comunque comoda per condurre il Marlin 24X seduti o in piedi, si trova il lavello e lo spazio per un’eventuale grill con il frigorifero inserito sotto. Le plancette e la stampata di vetroresina che si allunga sopra il tubolare rendono abbastanza agevole l’accesso all’acqua e tutto sommato il rollbar in tubo inox non appesantisce troppo la linea e si rende utile a supportare la struttura del tendalino.

I numeri del Marlin 24X

Lunghezza ft …………………………… m 7,25
Larghezza ………………………………… m 2,98
N. compartimenti …………………… 5
Diametro tubolari …………………… cm 58
Dislocamento …………………………… kg 850
Motorizzazione max ………………… cv 250
Motorizzazione ………………………… Yamaha F200 200 cv
Serbatoio carburante ……………… l 230
Serbatoio acqua ……………………… l 40
Portata persone ……………………… 14

Prestazioni

600 giri ………………… 2,0 nodi ………… 1,6 l/h ……… 62 db
1000 giri ……………… 3,5 nodi ………… 3,0 l/h ……… 63 db
1500 giri ……………… 5,7 nodi ………… 4,9 l/h ……… 67 db
2000 giri ……………… 6,4 nodi ………… 8,7 l/h ……… 68 db
2500 giri ……………… 11 nodi ………… 13 l/h ………… 72 db
3000 giri ……………… 16 nodi ………… 16 l/h ………… 76 db
3500 giri ……………… 21 nodi ………… 20 l/h ………… 80 db
4000 giri ……………… 25 nodi ………… 27 l/h ………… 81 db
4500 giri ……………… 29 nodi ………… 33 l/h ………… 83 db
5000 giri ……………… 29 nodi ………… 48 l/h ………… 84 db
5500 giri ……………… 36 nodi ………… 59 l/h ………… 87 db
6000 giri ……………… 41 nodi ………… 74 l/h ………… 94 db

Condizioni della prova

Lago calmo, carena pulita, carburante 60 l, acqua 40 l, equipaggio 2 persone

Prezzi

Marlin 24X solo scafo ………………… da 37.250 euro (Iva esclusa)
Yamaha F200 GTEX …………………… 20.350 euro (Iva inclusa)

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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