Master 996 con joystick Mercury, il diavolo e l’acqua santa

Categorie: I Nostri Test
24 Settembre 2014
Master 996 con joystick Mercury, il diavolo e l’acqua santa

Un gommone sportivo e veloce che all’occorrenza diventa docile e mansueto. Merito della bontà della carena e della coppia di Verado 250 in simbiosi con il joystick Mercury.

Volare a quasi 50 nodi e poco dopo destreggiarsi con leggerezza tra le barche ormeggiate e relative catenarie. Tutto è possibile con il Master 996 se a poppa ci sono due potenti Verado 250 dotati del joystick che Mercury propone da circa un anno per i suoi motori fuoribordo.
Già provato al suo debutto, per riaffrontare l’argomento Joystick Piloting Mercury cogliamo l’opportunità offerta dal Master 993 del cantiere palermitano Master Tecnobat, per l’occasione in trasferta a Catania per il “dealer meeting” della casa americana. La connotazione sportiva, senza però trascurare il comfort di crociera, dei gommoni Master è nota e apprezzata e quindi il test con i Verado e il joystick Mercury mi incuriosisce soprattutto per verificare la loro affidabilità su un battello bimotore senza elica di prua.

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Il Master 996

Prima è giusto però presentare il “padrone di casa” che è pure una delle novità 2015 del cantiere Master. Il 996 nella sigla come nella realtà tara la sua lunghezza per restare omologato come natante, ma sfrutta al massimo ogni centimetro per garantire quell’abitabilità che era finora riservata a battelli di dimensioni maggiori.
Il layout della coperta non presenta soluzioni particolari, se non una eccellente cura del particolare e una attenta distribuzione degli spazi. Piace in un gommone dichiaratamente open la volumetria ricavata sotto coperta sfruttando la struttura della plancia e lo spazio sotto il prendisole prodiero. Quindi, non solo una piccola cabina ad altezza d’uomo dove trova posto il wc e c’è pure spazio per cambiarsi e muoversi con agio, ma anche una doppia cuccetta che si allunga verso prua a offrire un ricovero neppure troppo di fortuna se si volesse passare qualche notte a bordo. Una piccola crociera di più giorni non è quindi impensabile con il Master 996.

Il layout della coperta è invece svolto nei canoni della tradizione: partendo da poppa accanto ai due potenti Verado da 250 cv si allungano le plancette di vetroresina per l’accesso al bagno che sotto il peso dei più robusti mostrano una certa flessibilità che non deve preoccupare, reggono tutti. Il divanetto di poppa a U, oltre a nascondere tre ampi gavoni, ripara dietro il suo schienale il tendalino che così è quasi a scomparsa. La seduta grazie a un elemento centrale si può trasformare in solarium, oppure in dinette con una soluzione tanto collaudata quanto pratica e comoda. Da notare che è stata imbottita anche la ribaltina verso poppa che permette di alzare i due fuoribordo, così costituisce un’ulteriore seduta, comoda nella risalita dal bagno.

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Verso prua troviamo i due volumi della cucina e relativa seduta del driver e quindi quello della plancia. Anche qui non c’è spazio per l’inventiva, tutto è svolto nei canoni della tradizione ma anche nel modo più efficace. Forse un po’ monumentale, la plancia lascia comunque una buona visibilità a prua, ma offre anche tanto spazio alle strumentazioni e infatti il joystick e il suo pannello di controllo hanno un angolo tutto dedicato. Protettivo il parabrezza anche se è particolarmente rastremato, forse qualche tientibene in più avrebbe fatto comodo, considerando anche le prestazioni del Master 996.

Il prendisole occupa tutta la zona prodiera con l’aggiunta di due sedute una sul portello ribaltabile per l’accesso alla cabina e una sul musone di prua che ospita il verricello dell’ancora. Da notare che nonostante la buona volumetria sottocoperta, il materassino del solarium risulta ben protetto dai due tubolari, consentendo a chi è sdraiato di affrontare tranquillamente anche le andature più sostenute. A completare il tutto una curata costruzione e l’impiego di materiali di qualità, il giusto completamento per un bel gommone.

I Verado e il loro joystick

I Verado 250 non hanno bisogno di tante presentazioni: il sei cilindri in linea di 2,6 litri a compressore volumetrico ha un peso contenuto per il suo segmento di potenza proprio grazie alla sovralimentazione che garantisce prestazioni brucianti con consumi che nel corso dei vari sviluppi sono stati sempre di più affinati e ora, come si vede anche dalla nostra prova, sono allineati ai competitors soprattutto se si interfacciano le prestazioni e le velocità, in pratica se non ci si limita a guardare i litri/ora, ma si analizza anche l’autonomia, quindi le miglia/litro.

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Per quanto riguarda il sistema Joystick Piloting di Mercury, l’accoglienza del mercato non è stata entusiastica nel suo primo anno di vita, non tanto per il funzionamento che è pienamente soddisfacente, ma piuttosto per l’investimento abbastanza impegnativo (circa 15 mila euro). In effetti l’impegno economico è rilevante a una prima sommaria osservazione, ma si devono però considerare anche i risparmi sul resto delle dotazioni. A una più attenta analisi, a parte gli indubbi vantaggi in termini di manovra e facilità di gestione della barca, il suo montaggio consente di risparmiare l’installazione dell’elica di prua, che non serve più, e dell’autopilota che è compreso nel sistema, senza dimenticare l’ancora elettronica. Un buon 50% dell’investimento verrebbe quindi ammortizzato.

Il test

È il momento di verificare all’atto pratico la validità delle affermazioni appena fatte. In effetti i due motori e il loro joystick se la cavano benissimo in ogni situazione, anche l’ancora elettronica è molto efficace quando proviamo a simulare un rifornimento di carburante. Da notare che i motori sono montati piuttosto larghi tra loro, un po’ oltre i limiti consigliati per un assetto normale, ma indispensabile per renderli più efficaci in manovra: qui gli interassi sono distanti 71 cm contro una misura ottimale di 66 cm, vedremo se le prestazioni velocistiche ne risentiranno. I due Verado montano delle eliche Revolution 4 a quattro pale da 19”.
La planata è raggiunta in soli quattro secondi e la progressione dalla planata minima alla velocità massima ne richiede solo 16. Due dati per comprendere quanto la vivacità del Master 996 e dei suoi Verado si contrappone alla facilità di gestione in manovra. La planata minima è tenuta a 2300 giri e 10 nodi con un consumo complessivo di poco superiore ai 24 litri, un ottimo dato che conferma quanto questi motori non siano così assetati come tante leggende metropolitane raccontano (forse, anzi quasi certamente, per colpa delle prime serie).

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Dal canto suo il Master 993 li asseconda perfettamente mostrandosi estremamente maneggevole e agile in tutte le situazioni a dispetto dei quasi 10 metri di lunghezza. Il mare è calmo, ma il passaggio sulla nostra scia denota un’estrema leggerezza nell’impatto, merito del deadrise di 27° e dei due pattini su tutta la lunghezza della carena che garantiscono un comfort di navigazione eccellente. Il confronto con i dati di un modello con i motori montati più stretti (66 cm) fatto in cantiere conferma come il loro allargamento per le esigenze del joystick non ha avuto ricadute sulle prestazioni. Mai si sente la necessità di ricorrere ai trim, se non per raggiungere la velocità massima e superare di misura i 6 mila giri sfiorando i 50 nodi, un esercizio non indispensabile: il Master 996 è godibile anche ad andature più contenute.

Caratteristiche tecniche
Lunghezza ft ………………… m 9,98
Larghezza ……………....…… m 3,35
Diametro tubolare ………… m 0,70
Dislocamento ………………… kg 5300
Motorizzazione max ……… cv 2x250
Serbatoi carburante ……… l 420
Serbatoi acqua …………..… l 107
Portata persone …………… 20
Categoria CE ……………..… B

Prestazioni
1000 giri ……… 5,8 nodi ……… 10 l/h ……… 71 db
1500 giri ……… 6,7 nodi ……… 14 l/h ……… 74 db
2000 giri ……… 8,6 nodi ……… 23 l/h ……… 75 db
2500 giri ……… 14,0 nodi …..… 33 l/h ……… 77 db
3000 giri ……… 20,0 nodi .…… 45 l/h ……… 79 db
3500 giri ……… 27,1 nodi ……… 57 l/h ……… 83 db
4000 giri ……… 31,3 nodi ……… 68 l/h ……… 85 db
4500 giri ……… 36,2 nodi ……… 99 l/h ……… 87 db
5000 giri ……… 39,9 nodi …...… 121 l/h ……… 88 db
5500 giri ……… 43,2 nodi ……… 171 l/h ……… 90 db
6200 giri ……… 49,0 nodi ……… 204 l/h ……… 90 db

Condizioni del test
Mare calmo, temperatura 28°C, carburante l 250, acqua vuoto, equipaggio 6 persone, carena pulita

Prezzi
Solo scafo ………………… 94.900 euro Iva esclusa, franco cantiere

Costruttore Master Gommoni Tecnobat (I)

Visita il sito di Master Gommoni Tecnobat

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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