In principio Fim - Fabbrica Italiana Motoscafi, aveva anticipato l'arrivo dell'ammiraglia della sua gamma Sport Fly, la 640 Contessa, che con buona probabilità vedremo all'inizio del 2026, ma contemporaneamente ha già portato avanti il progetto del secondo modello, la Fim 580 Contessa, il cui debutto è previsto a settembre come novità 2027.
Entrambe rivelano molti aspetti in comune, sia dal punto di vista estetico sia tecnologico e, proprio la tecnologia è un tema su cui vale la pena soffermarsi un attimo, perché Fim ci ha già abituato all'introduzione di svariate innovazioni sui modelli Regina della gamma Open, ma riguardo a questa nuova barca di 17 metri, il cantiere è andato ben oltre, annunciando che sarà dotata di un avveniristico sistema brevettato di galleggiamento d’emergenza e dichiara di essere la prima soluzione al mondo in grado di assicurare la massima sicurezza a imbarcazione ed equipaggio in caso di urti o avarie.

Di più al momento il cantiere non fa sapere, ma da una prima ricerca che abbiamo fatto, dovrebbe trattarsi di una sorta di "airbag", cioè un sistema che, dopo aver rivelato la falla o l'impatto, gonfia all'istante dei galleggianti che permettono alla barca di raggiungere il porto o attendere in sicurezza i soccorsi.
Generalmente la definizione "sport top" o "sport fly", più tutti i derivati che ogni ufficio marketing inventa, si attribuisce più alle grandi imbarcazioni hardtop che, per le loro dimensioni, sfruttano la parte superiore del tetto per ricavare una zona fruibile proprio come un flybridge.
L'orientamento alla barca sportiva, ma sempre di classe, è uno dei marchi di fabbrica del cantiere Fim e, a giudicare da diversi dettagli, sulla stessa lunghezza d'onda appare l'impostazione anche delle sue imbarcazioni flybridge, che infatti si discostano dal concetto tradizionale di questo tipo di barca.

Per questo motivo, la Fim 580 Contessa non è né "puramente" una barca fly né un open hardtop, ma è un'interpretazione di barca che sta nel mezzo, per l'appunto lo Sport Fly.
Lo si nota, per esempio, dalle linee esterne dinamiche della barca, ma anche da un flybride - anzi, scusate - da uno sport fly compatto e arretrato, cosa che non fa comunque mancare nulla in termini di allestimenti ma, anzi, permette l'introduzione di un elemento poco comune ai fly tradizionali ma ormai d'obbligo nei coupé, ovvero il tettuccio apribile sopra la postazione di comando.

Il design degli esterni della Fim 580 Contessa, con le linee sinuose e al tempo stesso tirate e con enormi vetrate tanto ai lati della sovrastruttura quanto lungo lo scafo, è di Design aLot, mentre gli interni sono progettati dallo Studio Nerocardinale, che ha creato ambienti molto raffinati e distribuiti in un layout sottocoperta con tre cabine più il salone sul ponte principale.
Questo appare di bell'impatto estetico e sembra anche con una grande volumetria, ma questo ovviamente lo potremo confermare quando lo vedremo dal vivo; una volumetria che sicuramente sarà ancor più estesa alla vista dalla panoramica che le grandi vetrate laterali sono in grado di portare dentro.


Abbiamo stabilito la definizione di sport fly, quindi ora possiamo focalizzarci su come è strutturato quello della Fim 580 Contessa e vediamo che si sviluppa in un'area ben circoscritta, che non cerca spazi vuoti, come invece avviene spesso nella zona poppiera dei flying bridge da usare a piacimento magari con arredi amovibili, ma concentra tutta la fruibilità su un divano circolare, che fa da salotto, da dinette da pranzo e da prendisole abbassando il tavolo al livello della seduta.

A giudicare dalla buona inclinazione della scala e dalle dimensioni dei gradini, poi, la salita e la discesa non dovrebbero costituire troppi problemi di ripidità e dunque di salita e di discesa. Un buon motivo per far sì che non si senta la mancanza della cucina sul ponte superiore, ma basta quella sul ponte principale che comunque risulta ben connessa.
Stessa filosofia progettuale in pozzetto, dove un unico elemento, cioè un divano a C, fa anche da dinette e da prendisole.

Qui però gli spazi vuoti da poter sfruttare ci sono, soprattutto quando si abbattono le murate accanto al living, che non solo aumentano il calpestio ma danno anche man forte alla già grande spiaggetta poppiera per avvicinarsi al mare.

L'eleganza si percepisce bene a bordo della Fim 580 Contessa, un'eleganza raffinata, fatta di contrasti di colore chiari e scuri, dove la ricercatezza di stile va a toccare anche le ante degli armadi che sono in vetro oscurato, all'opposto di quello delle enormi finestrature a murata nella cabina dell'armatore, e pure nella Vip, dove sono più ridotte, ma comunque sempre di grandi dimensioni.

L'armatoriale è a poppa su tutto il baglio, mentre la Vip è a prua e condivide il bagno con la terza cabina ospiti, che a sua volta è allestita con due letti separati e che si sviluppa lungo la murata di dritta al centro del layout.

I diciassette metri della 580 Contessa, con il suo peso di 26 tonnellate a vuoto di 29 a pieno, sono spinti da due motori Volvo Penta D11 da 725 cv Ips950, che sono alimentati da una riserva di gasolio di 2.000 litri.

Altre opzioni di installazione al momento non sembrano disponibili, ma è anche vero che siamo ancora in fase di anticipazione, quindi da qui a settembre 2026 il cantiere potrebbe sviluppare anche altre opportunità qualora dovesse ritenerlo utile per assecondare ulteriori richieste dal mercato.
Leggi anche la nostra anticipazione sulla 640 Contessa
| Lunghezza f.t. | 17,30 m |
| Lunghezza scafo | 15,80 m |
| Larghezza | 4,80 m |
| Immersione | 1,40 m |
| Dislocamento a vuoto | 26.000 kg |
| Dislocamento a pieno carico | 29.000 kg |
| Serbatoio carburante | 2.000 l |
| Serbatoio acqua dolce | 500 l |
| Serbatoio acque nere | 185 l |
| Serbatoio acque grigie | 185 l |
| Capienza scaldabagno | 50 l |
| Generatore | 11 kW standard / 16 kW optional |
| Motori | 2z725 cv Ips950 |
| Portata persone | 16 |
| Posti letto | 6 in tre cabine + 1 per il marinaio |
| Omologazione Ce | Cat. B |
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Il nuovo Schenker Qube è un'impianto di dissalazione a osmosi inversa, in grado di rendere potabile fino a 100 litri di acqua all'ora con il modello più grande attualmente disponibile. Fin qui nulla di trascendentale, l'innovazione sta invece nell'involucro, e non solo, della nuova serie di dissalatori, che l'azienda partenopea ha presentato come novità 2026.
L'obiettivo di Schenker Watermakers era infatti quello di creare una nuova serie di dissalatori estremamente compatti, forti anche dell'esperienza che ha fatto la fortuna della serie Zen, un'altra rivoluzionaria gamma di dissalatori ultrapiatti nati per poter essere installati negli spazi più angusti anche delle barche piccole.
In entrambi i casi, le serie di prodotto sono costituite dalle diverse capacità di addolcire l'acqua in litri all'ora, e la nuova gamma Schenker Qube ha fatto il suo debutto con i primi due modelli: Qube 65, alimentato a 12 o 24V capace di produrre 65 litri/ora con un consumo di 300 Watt, e Qube 100 con potenzialità fino a 100 litri/ora, consumando 400 Watt e con un'alimentazione disponibile di 12, 24 e 230V.
A cosa serve un dissalatore super compatto di forma squadrata se già ne esiste uno ultra piatto? Il concetto fra i due tipi di prodotto è analogo: occupare il minor spazio possibile, pesare poco ma mantenere inalterate le prestazioni dei dissalatori tradizionali.
La differenza nasce prevalentemente dal fatto che la creatività dei progettisti di barche non ha ormai freni e dunque ne esistono di moltissimi tipi, e gli impianti devono essere quindi pronti ad adattarsi a ogni disponibilità di spazio e relativa dimensione. Di conseguenza succede che a volte la forma squadrata è preferibile a quella piatta e viceversa.
In ogni caso, grandi o piccole che siano le barche, a parità di prestazioni più piccolo e leggero è l'impianto da imbarcare, naturalmente meglio è. Poi, a ben guardare, per essere un impianto tecnico, il nuovo Qube non è neppure così brutto alla vista.
Al di là dell'esercizio stilistico, di innovativo c'è molto anche nel cuore del dissalatore. Schenker Qube si basa infatti su un particolare sistema di ultima generazione che riesce a recuperare l'energia in campo, riducendo così l'assorbimento di energia dalle batterie (altro argomento sensibile per ogni barca), pur mantenendo alta l'efficienza.

A proposito di efficienza, il dissalatore Schenker Qube garantisce un regime sempre costante di lavoro, indipendentemente da fattori esterni come, per esempio, la temperatura dell’acqua, la salinità , la tensione di alimentazione.
Questo non solo perché Qube utilizza motori elettrici brushless, cioè senza spazzole, così da eliminare gli attriti che portano a usura e rottura dei componenti, ma anche perché il motore è dotato di un sofisticato sistema di controllo retroattivo, che ne regola automaticamente il numero di giri, mantenendo così la pressione di esercizio dell’impianto sempre costante. In più, si riesce a risparmiare fino al 50% dell'acqua necessario al lavaggio della macchina.
Scopri di più anche sulla serie di dissalatori Zen
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Breva Marine è un cantiere nuovo solo nella struttura e nella gamma di gommoni che realizza, perché dietro le quinte ci sono personaggi di lungo corso nella nautica che, dopo anni di esperienze in altri cantieri, hanno deciso di creare una nuova realtà fatta di gommoni performanti e ben curati nello studio di carena, nella qualità generale e nello stile, lasciando anche ampi margini di personalizzazione. Dopo l'esordio del primo gommone di 8 metri, sta per arrivare l'ammiraglia, il Breva 1300.

È un maxi rib di 13 metri che è a capo di un’eterogenea gamma di gommoni, in cui sono compresi tre tender da 3 a 4 metri, una linea di open da 6 a 8 metri e grandi cruiser cabinati dagli 11 ai 13 metri e, auspicando che la sua carena abbia le stesse prerogative di quella che abbiamo ben apprezzato nella nostra prova del modello più piccolo che ha esordito al Cannes Yachting Festival, il Breva 800 (che troverete presto fra queste pagine), possiamo prevedere che questo nuovo maxi rib saprà lasciare il segno anche dal punto di vista della navigazione.
Intanto, oltre all’eleganza e al bel design, il Breva 1300 fa trasparire subito le diverse possibilità che offre in tema di personalizzazione, fatta non solo di colori e tessuti, ma perfino di configurazione del pozzetto, per far sì che gli armatori, oltre a identificarsi nell’estetica, possano sentire il proprio gommone ancora più vicino a loro anche in termini di funzionalità a bordo.
Scelte, peraltro, che ogni cliente può fare nel miglior modo possibile, ovvero vivendo direttamente l'esperienza delle proprie scelte attraverso le opportunità tattili, olfattive, uditive e visive che si possono sperimentare nella speciale Mood Room istituita presso la sede del cantiere, che è Grezzago (a metà fra Bergamo e Milano), dove tutto è esposto e tutto può essere toccato con mano, dai legni ai tessuti alla strumentazione elettronica e ogni altro dettaglio.

Questo fa sì che gli abbinamenti di materiali e colori, la percezione dei profumi e la sensazione tattile dei materiali non siano solo immaginati, bensì visti e toccati nella realtà per essere assolutamente sicuri delle proprie scelte, per le quali comunque si può sempre fare affidamento anche alla consulenza degli specialisti del cantiere.
Nel caso del Breva 1300, si può optare anche fra tre versioni di layout del pozzetto. C'è la Comfort Cruiser, con l’aggiunta di più divani e la possibilità di integrarli al prendisole, ed è ideale per chi punta al massimo relax.




C'è poi la versione Social Lounge, che introduce un’ampia dinette a U per chi prevede un uso molto conviviale, e infine la variante Sun Deck Edition, col pozzetto completamente allestito a prendisole.
In realtà c’è una quarta opzione, ovvero lasciare il pozzetto totalmente vuoto, per chi magari preferisce allestirlo con arredi amovibili o, perché no, per chi pratica anche la pesca sportiva. In qualunque caso rimane sempre la disponibilità di un mobile cucina completamente equipaggiato.
I tredici metri di lunghezza pongono il Breva 1300 in quella fascia di gommoni che sono perfetti sia per il diporto giornaliero tutto da vivere in coperta sia per crociere anche a lungo raggio, grazie alla disponibilità di spazi ben vivibili sottocoperta.


Proprio in quest'ottica, l'ammiraglia di Breva Marine è stata studiata, oltre che con le diverse opportunità di allestimento del pozzetto, anche per offrire un comfort in cabina di ottimo livello in previsione di lunghe permanenze a bordo.

La disposizione degli spazi vede dunque due letti matrimoniali posizionati a prua e a poppa, più una zona cucina al centro del layout, dove c'è anche la toilette con doccia separata.
Dal punto di vista delle performance, il Breva 1300 monta due motori fuoribordo per una potenza minima complessiva di 900 cv e una massima di 1.200 cv, che è anche quella consigliata dal cantiere.


Anche in questo caso si hanno margini di scelta, perché è possibile equipaggiare il gommone con due o tre fuoribordo che, nel caso della motorizzazione minima, possono essere 2x450 o 3x300 cv, mentre per la potenza massima, si può decidere fra 2x600 cv oppure 3x400 cv.

| Lunghezza f.t. | 12,73 m |
| Lunghezza omologazione | 11,94 m |
| Larghezza | 4,06 m |
| Immersione a pieno carico | 0,7 m |
| Diametro tubolari | 0,7 m |
| Compartimenti stagni | 6 |
| Pressione gonfiaggio | 0,2 atm |
| Dislocamento a secco | 4.100 k |
| Serbatoio carburante | 1.100 l |
| Serbatoio acqua dolce | 300 l |
| Serbatoio acque nere | 40 l |
| Persone imbarcabili | 16 |
| Motorizzazione minima | 900 cv complessivi (2x450 o 3x300 cv) |
| Motorizzazione massima e consigliata | 1.200 cv complessivi (2x600 o 3x400 cv) |
| Omologazione Ce | Cat. B |

Clicca ed entra nel sito ufficiale del cantiere Breva Marine
Sempre realizzato da SacsTecnorib, licenziatario fin dalla prima ora per la produzione dei gommoni e delle speedboat col brand Pirelli, il nuovo Pirelli 47 è maxi rib di 14,75 metri disponibile in numerose versioni di layout, che danno luogo a molteplici possibilità di combinazioni, per poter assecondare le più disparate preferenze degli armatori.
Possibilità di scelta che naturalmente sono previste anche per i colori di scafo, tubolari e tappezzerie, oltre che per l'impianto propulsivo, che si basa su motori fuoribordo.

La prima scelta a cui si trova davanti l'armatore è fra la versione Open, cioè con l’hardtop che lascia totalmente aperti i lati, e quella Closed, che invece prevede una sovrastruttura a completa copertura della sezione centrale del ponte di coperta. Da qui, si può poi scegliere fra tre configurazioni possibili del living a centro barca, più altre quattro del pozzetto.


Più nel dettaglio, la versione Open permette di scegliere fra due possibili configurazioni del living a centro barca, mentre la variante Closed ne permette soltanto una e poi capiremo perché.

Iniziamo dall'Open, che a centro barca può avere la dinette a C a poppa fronteggiata dal mobile cucina, che è dietro le tre poltrone di pilotaggio oppure, al contrario, tutto ruotato di 180°, quindi con la dinette prodiera e il mobile cucina a poppa, peraltro in posizione baricentrica fra il living centrale e il pozzetto poppiero, per essere al servizio di entrambe le zone in modo più funzionale. Nella variante Closed, invece, la dinette può essere solo a L, con buona probabilità per via del fatto che è racchiusa in una tuga e dunque ha minori margini di spazio.



Ma oltre alla scelta di come articolare il living a centro barca, il Pirelli 47 offre altre quattro opzioni per la configurazione del pozzetto, così da offrire molteplici opportunità per ottenere un piano di coperta ancora più affine alle diverse preferenze degli armatori.
Delle quattro opzioni del pozzetto, una prevede un esteso prendisole fisso, che nella seconda opzione può essere sostituito da una dinette formata da due divani fronteggianti col tavolo nel mezzo.




La terza e quarta opzione lasciano invece il pozzetto vuoto e calpestabile, con l’unica differenza che una può avere un divano e l’altra un secondo mobile.
Sottocoperta lo spazio per la notte è limitato a due persone, ma in una cabina molto ampia e finemente allestita con una dinette a C, che in un attimo si integra con la cuscineria prodiera per ottenere un letto king size, al cui servizio c’è naturalmente il bagno separato.


Riguardo alle prestazioni la carena a doppio step è sempre ad opera del Mannerfelt Design Team, una garanzia in termini di tenuta di mare, di prestazioni e di disinvoltura nella gestione dei cavalli erogati dai potenti fuoribordo a poppa.

E proprio a poppa, il Pirelli 47 può sfoggiare tre motori fuoribordo Mercury Verado V10 da 425 cv - nuovissimi presentati quest'anno come novità 2026 - che rappresentano anche l’equipaggiamento consigliato dal cantiere oppure, come motorizzazione minima, si può optare per i due top di potenza nell'intero mercato dei fuoribordo, ovvero i Verado V12 da 600 cv.

| Lunghezza f.t. | 14,75 m |
| Lunghezza di omologazione | 13,50 m |
| Larghezza | 4,58 m |
| Larghezza con tubolari sgonfi | 4,00 m |
| Immersione alla chiglia | 0,90 m |
| Diametro dei tublari | 0,35 - 0,67 m |
| Numero di compartimenti | 6 o 8 |
| Dislocamento a vuoto con motori | 10.000 kg |
| Serbatoio carburante | 1.300 l |
| Serbatoio acqua dolce | 250 l |
| Serbatoio acque nere | 40 l |
| Motorizzazione minima | 2x600 cv fuoribordo Mercury V12 |
| Motorizzazione massima | 3x425 cv fuoribordo Mercury V10 |
| Carena | V profonda con doppio redan |
| Deadrise a poppa | 23° |
| Portata persone | 18 |
| Posti letto | 2 |
| Omologazione Ce | Cat. B |
Scopri anche la versione speciale in limited edition by Mansory del Pirelli 42

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Navigazioni sempre all’insegna del comfort: è questa la premessa fondamentale di ogni modello della gamma di cruiser fuoribordo, al cui vertice arriva quest’anno il nuovo Beneteau Antares 12 Coupé, lungo 12,97 metri e disponibile anche in versione Flybridge, già presentata nel 2023.
Qualunque sia la versione scelta, rimane un 13 metri progettato per una navigazione all’insegna della convivialità , insieme a un buon gruppo di amici, ma pure, e soprattutto, con la famiglia, anche se numerosa.

A dimostrarlo è senz’altro l’ampio quadrato, sotto il tettuccio apribile, che offre una cucina estesa su una buona lunghezza a dritta e la dinette a C, che si sviluppa su tutto il lato di sinistra e che può essere trasformata in letto a due piazze, in aggiunta alle ben tre cabine sottocoperta.

Cuore pulsante di ogni cruiser è la timoneria, e qui appare come una zona ben rifinita e anche con la comodità di una porta laterale che affaccia direttamente sul passavanti di dritta, portando molteplici vantaggi.
All’esterno, il pozzetto risulta molto versatile fra la disponibilità di spazio calpestabile per la libertà di movimento e la presenza di un divano a L servito dal suo tavolo pieghevole, ma anche per la possibilità di renderlo come una zona ombreggiata oppure a cielo aperto, grazie alla disponibilità di un tendalino apribile in tessuto incastonato nella propaggine del fly.

Una zona che può inoltre essere ulteriormente ampliata, semplicemente abbattendo la murata di dritta, non solo per aumentare il calpestio, ma pure per creare un terrazzino sospeso sul mare e un trampolino per i tuffi. La zona più vocata al solarium è comunque quella di prua, dove si trova un prendisole e una seduta prodiera in posizione privilegiata per la vista mare.
Se già gli spazi in coperta sono in grado di offrire ambienti di comoda fruibilità per più persone, sottocoperta si trova un'ulteriore sorpresa, che in realtà per chi conosce la gamma Antarers, sorpresa non è, perché tutti i modelli, dal piccolo 7 metri a questa ammiraglia di quasi 13 metri, rivelano sempre una grande quantità di posti letto.

Il ponte inferiore del Beneteau Antares 12 Coupé è infatti suddiviso in tre cabine e due bagni. L’armatore alloggia a prua in un ambiente che appare bello ampio e luminoso, mentre gli ospiti sono distribuiti in due cabine allineate a poppa.

Va detto che la terza cabina è su richiesta ed è allestita con un grande divano che offre un letto singolo, ma allineando lo schienale in maniera orizzontale, può diventare un letto matrimoniale.
In totale, fra le tre cabine e i due posti letto ricavabili nella dinette in coperta, il Beneteau Antares 12 Coupé può offrire fino a otto posti letto, che scendono a sei se si decide di non allestire la terza cabina, che in questo caso rimane come un utile vano di stivaggio.


Come tutta la gamma, anche il Benteau Antares 12 Coupé, così come pure l'Antares Flybridge, sono equipaggiati con motori fuoribordo, che possono essere in configurazione doppia o tripla.

Nel primo caso è prevista una coppia di motori da 400 cv, mentre nel secondo caso, sono tre fuoribordo da 300 cv ciascuno, che rappresentano anche la massima potenza installabile.
Il prezzo del Beneteau Antares 12 Coupé parte da 410.000 euro + Iva senza motori. Per la versione Flybridge bisogna aggiungere 24.200 euro in più.
Leggi anche la nostra prova del Beneteau Antares 11 con due fuoribordo Honda BF300
| Lunghezza f.t. | 12,97 m |
| Larghezza | 3,78 |
| Immersione max | 1,10 m |
| Dislocamento a vuoto | 9.029 kg |
| Serbatoi carburante | 2x587 l |
| Serbatoio acqua | 400 l |
| Motorizzazione minima | 2x400 cv fuoribordo |
| Motorizzazione massima | 3x300 cv fuoribordo |
| Persone imbarcabili | 10 in Cat. B - 12 in Cat. C |
| Omologazione Ce | B / C |
| Prezzo (a listino 2025/2026) | da 410.000 euro + Iva |

Clicca ed entra nel sito ufficiale di Beneteau (sito in italiano)
Da una parte tutta l’eleganza della maison napoletana nata negli anni Sessanta per dare un futuro alla sartoria partenopea di alta qualità ; dall’altra, uno fra i più quotati produttori italiani di gommoni con le collezioni Strider e Rebel. Da queste due realtà è nato un sodalizio per dare stile a una versione speciale di un gommone di 13,5 metri, lo Strider 13 Knt x Sacs, che testimonia una somma dei valori condivisi da questi due marchi italiani.

L'alta precisione per i dettagli tipica dell’artigiano, insieme alla scelta attenta dei materiali e la continua proiezione verso l’innovazione oltre, ovviamente, a un profondo rispetto per lo stile italiano sono gli elementi alla base di questo modello.
Lo Strider 13 Knt x Sacs è un maxi rib cucito su misura – è proprio il caso di dirlo – per una ristretta fascia di diportisti alla ricerca di un’estensione marina del proprio stile di vita; per questo motivo la ricercatezza estetica è andata su tessuti e dettagli minuziosamente studiati, puntando anche a tonalità in grado di creare un’atmosfera raffinata.


Le linee decise dello Strider 13 Knt x Sacs sono il frutto del lavoro di Christian Grande, che ha creato un equilibrio ideale tra comfort e sportività , mentre il percorso intrapreso da Kiton non è semplice attività di branding, bensì una volontà di seguire i suoi clienti nel loro viaggio estivo dalla terra al mare con il suo stile peculiare, che appunto si incontra a ogni passo a bordo di questa versione speciale del Sacs Strider 13 che, a sua volta, è stato presentato come novità 2025 nella gamma di serie in una versione rinnovata.
Si nota così il teak massello col comento in beige a rivestire la coperta e i ricercati contrasti cromatici che infondono profondità e danno carattere. Si evidenziano poi i dettagli color rosso Etna e gli interni in rovere sbiancato, i rivestimenti in Nubuk, nonché ovviamente le firme della maison, dai tubolari ai cuscini, per arrivare fino alle tappezzerie.



Nella versione di serie, il Sacs Strider 13 può essere equipaggiato con motori entrobordo oppure fuoribordo, per una potenza massima rispettivamente di 860 e 1200 cv.

A spingere questo maxi rib d’haute couture è l'equipaggiamento massimo di 1.200 cv, distribuiti fra tre fuoribordo Mercury Verado V10 da 400 cv, per regalare, oltre allo stile, anche l’adrenalina della navigazione ad alta velocità .

| Lunghezza f.t. | 13,50 m |
| Lunghezza di omologazione | 11,94 m |
| Larghezza | 4,26 m |
| Larghezza con tubolari sgonfi | 3,52 m |
| Immersione | 1,10 m |
| Diametro tubolari | 0,73 m |
| Numero di compartimenti | 9 |
| Serbatoio carburante | 1.150 l |
| Serbatoio acqua dolce | 200 l |
| Serbatoio acque nere | 60 l |
| Portata persone | 16 |
| Posti letto | 2 + 2 |
| Motori | 3x400 cv FB Mercury Verado V10 |
| Omologazione CE | Cat. B |
| Design | Christian Grande Design Works |
| Progetto | Knt x Sacs |

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Wellcraft è cantiere americano storico e molto diffuso sia in patria sia in Europa, complice anche il fatto che sia stato comprato dal gruppo francese Beneteau. Dopo aver vivacizzato la sua gamma con grandi modelli delle linee Fisherman ed Explorer, ora torna alle sue origini, cioè verso gli open medio piccoli, dove ha inserito il nuovo Wellcraft 28, un bowrider cabinato (con due posti letto) di 8,56 metri, con cui intende abbracciare una diversificata fascia di diportisti, dai pescatori e quelli che puntano al relax assoluto.
Pensando al Wellcraft 28, il cantiere ha puntato proprio al cuore dei diportisti, indipendentemente da quello che sono le loro specifiche preferenze d'uso della barca, perché per ognuno di loro c'è la versione adatta.
Partendo dalla base progettuale di una barca dal design moderno, tendente allo stile nordico com'è in voga adesso, questo bowrider si declina in tre versioni, ognuna delle quali può essere configurata in quattro varianti dettate prevalentemente dalla configurazione del pozzetto.

È il bowrider classico totalmente open. È l'ideale per navigazioni veloci in pieno contatto con l'aria aperta e si avvantaggia sicuramente anche di performance e consumi migliori rispetto agli altri modelli, poiché non avendo alcuna sovrastruttura riduce l'attrito con l'aria e ha anche meno peso da trasportare, ma lo verificheremo nella realtà quando andremo a provarlo nelle sessioni che il cantiere organizza tradizionalmente a marzo.

Gli explorer sono le barche del momento, tanto che presidiano il mercato in tutti i suoi segmenti, da quello medio-piccolo a quello dei grandi motoryacht. Sarà senz'altro il modello su cui si concentreranno particolarmente le attenzioni del pubblico, non solo per tendenza, ma anche perché la sovrastruttura chiusa estende il Wellcraft 28 alla sfera delle barche da crociera, tanto più che su questa versione si guadagnano anche due posti letto in più, ricavati proprio all'interno della tuga.

A ben guardare, le versioni del Wellcraft 28 sono quattro, perché la T-Top è proposta in due modi: la Sport e la High. La prima ha il parabrezza ribassato che, in un tono un po' più dinamico crea la sensazione di guida all'aria aperta grazie al suo passaggio fra il parabrezza stesso e il tettuccio.
La versione High, ha invece il parabrezza più alto che si integra al tettuccio. Offre quindi una copertura prodiera più completa, che sarà apprezzata da chi preferisce più le barche hardtop rispetto a quelle open.

La coperta walkaround si adatta a tutte le versioni del Wellcraft 28: sull'Explorer si può girare tutt'attorno alla sovrastruttura, mentre nelle versioni Open e T-Top amplia il calpestio intorno ai complementi d'arredo distribuiti lungo l'asse centrale della barca.
A proposito di complementi d'arredo, se il pozzetto di prua rimane sempre allestito con un divano perimetrale e uno fronte marcia, il pozzetto di poppa è invece configurabile in quattro versioni, che fanno del Wellcraft 28 una barca adattabile a tantissimi diportisti. Ecco le quattro varianti.

La variante Lounge rivela il pozzetto classico, con la dinette poppiera e il mobile cucina di fronte, ricavato nello stampo in vetroresina che fa anche da supporto alle due poltrone per il pilota e copilota.

Sedili pieghevoli, vasca per il vivo, contenitore per il pesce, cassetti per le esche e portacanne. Tutto è allestito per chi della barca, oltre al piacere di navigare, vuole usarla anche per la pesca sportiva di buon livello.

Le sedute sono state rese a scomparsa, proprio per lasciare vuoto tutto il calpestio del pozzetto in modo da dare la più ampia libertà di movimento durante le operazioni di pesca.

È disponibile solo sui modelli T-Top e Speedster e il nome di questa variante fa già capire qual è l'intento di chi la sceglie: starsene per lo più in panciolle al sole su una superficie comoda. Il pozzetto è dunque allestito con un prendisole posizionato dietro il divano, che può essere ulteriormente ampliato traslando lo schienale del divano verso prua, che così diventa anche un poggiatesta.

Anche sulla versione Sleeper c'è il prendisole in pozzetto, ma in questo caso è messo al top della copertura rialzata, che dà luogo alla creazione di un vano in cui sono state ricavate due cuccette in aggiunta alle due già previste sottocoperta per tutte le versioni del Wellcraft 28. Questa variante è esclusiva per l'Explorer.
Le barche americane per loro natura tendono sempre a cercare le più alte velocità e il nuovo modello di Wellcraft non viene meno alle aspettative, almeno per il momento sulla carta, poi vedremo in prova.
La promessa di questo open di 8,56 metri è di 50 nodi di velocità massima, che è quella dichiarata dal cantiere. Dato plausibile se si pensa che la barca è prevista con due motori da 200 cv, ma se ne può montare anche uno solo, che peraltro appare già sufficiente.

Oltre alla potenza, il Wellcraft 28 mostra una carena bella tirata con doppio step e con i pattini che si estendono, almeno in parte, fino al limite estremo della prua dritta, così da convogliare subito la scia verso gli altri sostentamenti fin dal primo contatto della prua con l'acqua.
ll cantiere ha messo a punto anche un innovativo processo per realizzare i propri scafi, ovvero il Wellcraft Infujection Structure Engineering (W.I.S.E.), che crea scafi più leggeri ma più rigidi.
Leggi anche: Wellcraft 435, il test del cruiser di 13 metri possente e gentile
| Lunghezza f.t. | 8,56 m |
| Lunghezza scafo | 7,95 m |
| Larghezza | 2,90 m |
| Dislocamento minimo | 2.500 kg |
| Serbatoio carburante | 340 l |
| Serbatoio acqua | 80 l |
| Omologazione Ce | Cat. B o C |
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Cosa indica la sigla SHO dei motori Yamaha? Super High Output, un nome che la dice lunga sugli obiettivi di questa gamma di fuoribordo ad alta coppia, che infatti punta al mondo delle barche ad alte prestazioni e di quelle a uso sportivo, attraverso due linee di prodotto: i 4 cilindri in linea, declinati nelle potenze 90, 115, 150 e 175, e i V6 che fino a ieri erano rappresentati solo dal 225 cv, ma che ora vede affiancarsi, come novità 2026, i nuovi fuoribordo Yamaha V Max SHO da 200 e 250 cv.

I due nuovi motori condividono lo stesso blocco termico del 225 cv, cioè 4.2 litri a sei cilindri a V, con 24 valvole e iniezione elettronica Efi con sistema di accensione Tci, che migliora il flusso dell’aria e l’efficienza di combustione.
Anche il sistema di ricarica è più potente, grazie al suo alternatore a 12 V e 70 A, che è in grado di supportare ancora meglio i sistemi elettronici, come il fishfinder, l’illuminazione e le pompe di sentina, senza compromettere le performance.

In tutti i motori, ma in particolare per quelli che puntano alle alte prestazioni, conta molto anche il peso e per alleggerirlo la casa dei tre diapason ha adottate diverse tecnologie e materiali, fra cui i cilindri al plasma.
Cosa sono i cilindri al plasma? Sono normalissimi cilindri, ma rivestiti con uno strato ultrasottile (meno di mezzo millimetro) di materiale ottenuto attraverso un processo di ionizzazione di un gas, da cui si ricava un plasma fatto di elettroni, ioni positivi e radicali, che poi viene spruzzato nella cavità dei cilindri con l'intento di ridurre l'attrito fra pistone e cilindro.

I vantaggi di questo trattamento sono notevoli sia dal punto di vista prestazionale sia ambientale, perché migliora l'efficienza, e di conseguenza anche le performance, riducendo l'usura dei componenti, il consumo di carburante, le emissioni e pure il peso del motore.
Fra gli altri sistemi di gestione dei nuovi Yamaha V Max SHO V6 da 200 e 250 cv c’è poi il Power Trim e il TotalTilt, per inclinare il motore in qualsiasi angolazione verso l'alto o il basso.

Bella è pure l’estetica, con lo stile inconfondibile dei V Max SHO, che esibiscono una calandra con una forma sinuosa e aerodinamica, stilizzata con una grafica bella grintosa.

| Motore | 4 tempi, DOHC, V6 |
| Cilindrata | 4.169 cc |
| Numero cilindri e configurazione | 6 cilindri a V |
| Alessaggio x Corsa | 96 x 96 |
| Potenza all'asse elica a regimi medi | 183,8 kW a 6.000 giri/min. |
| Range operativo a piena potenza | 5.000 - 6.000 giri/min. |
| Peso senza elica | 247 kg (il 200 cv) - 264 kg (il 250 cv) |
| Rapporto di trasmissione | 1.75:1 |
| Lubrificazione | Carter umido |
| Sistema iniezione del carburante | EFI |
| Sistema di accensione | TCI |
| Avviamento | Elettrico |
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Un nuovo motoryacht di 23,98 metri profondamente fedele al Dna di Arcadia Yachts, ma capace di distinguersi con una propria individualità che si esprime in diverse sfumature. È l'Arcadia A80 ed è il primo modello RPH (Raised Pilot House) realizzato dal cantiere affacciato sul Golfo di Sorrento.
Ottanta è la lunghezza fuoritutto espressa in piedi, ma ottanta sono anche i metri quadrati di superficie del ponte superiore. Impossibile quindi non iniziare la descrizione del nuovo A80 dal suo grandissimo Upper Deck.

Quassù si ha la zona prodiera riparata dall'hardtop, dove la seconda postazione di guida condivide lo spazio con un elegante tavolo da pranzo contornato da sedie su un lato e da un divano sull'altro, che può essere ulteriormente esteso abbassando il tavolo e posizionando l'apposita cuscineria aggiuntiva. A poppa, invece, la zona è a cielo aperto e libera da arredi fissi, così da poterla allestire con elementi amovibili a seconda delle esigenze del momento.


Tra i tratti distintivi degli yacht Aracadia c’è la preferenza per gli open space delle zone living, e anche l'A80, che fra l'altro è il modello più piccolo della gamma "A", nasce su questa filosofia progettuale.

Il salone sul ponte principale si presenta quindi totalmente libero da barriere e interruzioni visive non solo all'interno del suo perimetro, ma anche verso l'esterno, grazie alle enormi vetrate che contornano la sovrastruttura, che oltretutto possono essere aperte sul lato di sinistra, oltre che naturalmente a poppa, per un affaccio diretto sul mare.


In questo modo le persone a bordo possono percepire una connessione ancora più ravvicinata con il panorama circostante anche quando soggiornano all'interno del salone.
Una delle tante particolarità dell'Arcadia A80 è proprio nel ponte principale, perché ha la sovrastruttura widebody, cioè a filo con lo scafo, ma anche a copertura di quasi tutto il ponte fino al vertice di prua.

Questo fa sì che la vita all'aperto nel tradizionale living prodiero, che è composto da prendisole e dinette, si spostino sul ponte superiore.
Nella zona interna, il salone è un concentrato di eleganza e accoglie un living poppiero, formato da due divani laterali, che creano un corridoio centrale che conduce dritto alla zona pranzo, dove si estende un tavolo per ben dieci persone.

Il tutto è direttamente connesso con il pozzetto, che è quasi interamente coperto dalla propaggine del ponte superiore. Anche qui ci sono due divani laterali a L che formano un elegante salotto a tutto baglio.

Cinque sono complessivamente le cabine a disposizione sull'Arcadia A80, ma l'armatore alloggia al vertice di prua in una suite naturalmente a tutto baglio, che gode anche della panoramica e della luminosità delle grandi vetrate a murata.
La zona di poppa a filo mare è collegata dal pozzetto tramite due scale laterali e sfrutta fino all’ultimo centimetro i quasi 7 metri di larghezza a disposizione, che possono essere ulteriormente ampliati dalle murate abbattibili.

Qui si può creare un beach club alla spiaggetta di poppa, che si può movimentare verticalmente Questa, con piattaforma up-down e ali laterali abbattibili, si trasforma in base al mood e alle esigenze degli ospiti.

Il lower deck è tutto per la notte. Qui si articolano le quattro cabine per gli ospiti, divise in due matrimoniali e due doppie, più il quartiere dell'equipaggio, che è a prua ed è composto da due cabine doppie con bagno e doccia, più una dinette.


Fra il ponte principale e quello superiore, si incastona a prua la zona di pilotaggio, che definisce l'Arcadia A80 come una barca RPH, Raised Pilot House, per l'appunto.

È una zona totalmente indipendente dagli altri ambienti e vi si può accedere sia dal salone, tramite una scala situata nel corridoio oltre la sala da pranzo, o dirattamente dal fly attraverso un tambuccio alle spalle del comandante.

Anche con il nuovo Arcadia A80 il cantiere campano conferma la sua attenzione per l’ambiente. Si pensa al ricco equipaggiamento di pannelli solari di ultima generazione, che hanno un incremento della resa del 98% per metro quadrato rispetto ai primi anni di vita del brand, ma anche ai consumi che risultano decisamente inferiori rispetto alla media del mercato: il produttore cita risparmio che viaggia tra 12% (a 12 nodi) e il 27% (a 15 nodi).

Le andature indicate sono non a caso quelle tipiche dello slow yachting, coerentemente con lo stile di Arcadia e con il tipo di navigazione ricercata dagli armatori che scelgono i suoi yacht.
Le stesse strutture produttive di Arcadia Yachts presentano un impatto ambientale ridotto, grazie al largo uso di rinnovabili. L’energia elettrica viene infatti assicurata per il 70% dai suoi 1.200 metri quadrati di pannelli solari, che nel 2023 hanno prodotto circa 300.000 kWh
Fin dal 2015 Arcadia ha legato i propri yacht al sistema di propulsione Volvo Penta Ips, e la partnership si rinnova anche con l’A80.

Il nuovo 24 metri è infatti equipaggiato con due motori da 900 cv Ips1200, per una velocità massima di 19 nodi. In opzione è possibile anche installarne due da 1.000 cv Ips1350, che alzano la velocità a 21 nodi.
Leggi anche il nostro articolo sull'Arcadia A96

| Lunghezza f.t. | 23, 98 m |
| Larghezza | 6,95 m |
| Immersione | 1,74 m |
| Dislocamento a pieno carico | 78.000 kg |
| Serbatoio carburante | 8.100 l |
| Serbatoio acqua dolce | 2.000 l |
| Serbatoio acque grigie | 500 l |
| Serbatoio acque nere | 500 l |
| Motori | 2x900 cv Ips1200 (std.) - 2x1.000 cv Ips1350 (opt.) |
| Cabine ospiti / Posti letto | 5 / 10 |
| Cabine equipaggio / Posti letto | 2 / 4 |

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Dieci metri e mezzo di lunghezza fuoritutto per l'ex entry level SE33 e circa 9,90 metri per il nuovo Solemar SE30, una delle novità 2026 nell'ambito dei gommoni cabinati, ma in quanto ad allestimenti a bordo si allineano allo stesso layout ed è sorprendente vedere come sul Solemar SE 30 non manchi nulla rispetto al gommone più grande, considerando non tanto il "solo" mezzo metro di differenza della lunghezza fuoritutto, ma il quasi metro e mezzo della lunghezza scafo (9,85 metri per il 33 e 8,46 per il 30).

Due fuoribordo (Mercury Verado da 250 cv) anche per il nuovo modello e stesso portello di accesso nello specchio di poppa, che si apre davanti a un corridoio che passa attraverso il pozzetto poppiero, dove a sinistra c'è la dinette a L e a dritta un'ampia chaise longue. Da qui il corridoio prosegue nella sezione prodiera del pozzetto dove, a contatto con le sedute poppiere, si trovano a sinistra un divano a L e a dritta la postazione di comando servita da un altro divano a due posti.
Alla stessa stregua dell'SE33, anche qui prevale il concetto che un passavanti più largo sia meglio di due più stretti, quindi per l'accesso all'area di prua, interamente allestita a prendisole, è disponibile un solo passavanti a sinistra, ma bello ampio.

La richiesta di gommoni cabinati è sempre più forte, fa niente che poi magari non si abbia nemmeno l'obiettivo di passarci la notte dentro, ma il desiderio di avere un ambiente intimo, domestico e familiare anche su un gommone relativamente piccolo, è una condizione irrinunciabile per moltissimi diportisti.
L'aspettativa quindi è alta e la sfida è proprio quella di rispettarla sempre, indipendentemente dalla grandezza del natante. Ed è quello che hanno fatto in Solemar, perché, così come in coperta, anche sul ponte inferiore il Solemar SE30 rivela un layout uguale a quello del 33, quindi con la dinette prodiera trasformabile in letto, un altro letto a due posti a poppa e un mobile cucina a sinistra del quadrato dove, sul lato opposto, c'è il bagno separato.

Insomma, dimensioni compatte ma comfort da vendere. Questo è il nuovo Solemar SE30, un gommone che, con la ben nota carena Solemar, è anche facile da gestire sia in navigazione sia dal punto di vista dell'economia di esercizio. E si può scoprirlo al 65° Salone Nautico di Genova, in apertura dal 18 al 24 settembre 2025.
Naturalmente anche questa novità è disponibile nelle tre nuove colorazione a scelta - e senza sovrapprezzo - fra la versione Allure, Charme e Sport, create quest'anno dal cantiere per tutta la sua gamma di gommoni.
Scopri anche il nuovo entry level della gamma di gommoni open, il Solemar SX25

| Lunghezza f.t. | 9,90 m |
| Lunghezza di omologazione | 8,46 m |
| Larghezza fuoritutto | 3,32 m |
| Larghezza a tubolare sgonfio | 2,50 m (carrellabile) |
| Diametro tubolari | 0,67 m |
| Numero di compartimenti | 6 |
| Immersione alla chiglia | 0,65 m |
| Dislocamento a vuoto | 2.700 kg |
| Dislocamento a pieno carico | 4.780 kg |
| Serbatoi carburante | 2x200 l |
| Serbatoio acqua dolce | 170 l |
| Serbatoio acque nere | 50 l |
| Motorizzazione massima | 2x300 cv fuoribordo |
| Motorizzazione consigliata | 2x250 cv |
| Portata persone | 12 |
| Posti letto | 4 |
| Omologazione Ce | Cat. B |
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