Un accessorio indispensabile se si vuole praticare la traina con il vivo è una vasca del vivo che consenta di mantenere in ottimo stato le esche che dovranno attrarre le prede.

Quando si parla di “traina con il vivo”, è sottinteso che sull’amo venga “adottata” un’esca viva, non una artificiale. Di quale specie o dimensione ovviamente dipende dal tipo di predatori che si vanno a insidiare: ad alcuni piacciono i gamberetti, ad altri le aguglie, ad altri ancora pesci più grandi. Però, una cosa che li accomuna è che devono restare vivi il più possibile per attrarre i predatori. Per ottenere questo risultato diventa quindi importante la loro conservazione post-cattura, operazione questa che deve essere fatta in apposite vasche garantendo loro un habitat confortevole, ma soprattutto ossigenato.

Come deve essere una vasca del vivo?

La vasca del vivo è uno di quegli accessori che sulla barca da pesca è indispensabile: già predisposta dal cantiere o aggiunta successivamente. L’importante è, come già detto, che possa ospitare in modo “comodo” le esche, perché quando saranno in acqua ad attirare i predatori dovranno potersi muovere con naturalezza cosa che, per esempio, la conservazione in spazi angusti o scarsamente ossigenati non potrebbe garantire.

A questo punto entrano in gioco le forme. Infatti, le esche vive non hanno tutte la stessa morfologia e, non potendo disporre a bordo di differenti tipi di vasche a seconda del contenuto, è bene cercare una soluzione intermedia. È palese che piccoli saraghi, sgombri, cefali o sardine non hanno le stesse esigenze di spazio di un’aguglia. Quest’ultima, proprio per la sagoma aghiforme, necessita di maggiore spazio di movimento, onde evitare che si possa anchilosare nella vasca e, una volta innescata, non comportarsi più in acqua come farebbe nella sua vita normale. Oltretutto ricordiamo che raramente le esche saranno sole nella vasca.

Una vasca del vivo di dimensioni accettabili non dovrebbe avere dimensioni inferiori ai 50/70 centimetri di lunghezza e 30/50 centimetri di larghezza, possibilmente con gli angoli arrotondati che assecondino il nuoto dei pesci e non li feriscano. Predisposto il contenitore sarà poi assolutamente necessaria l’ossigenazione interna per mantenere in vita gli ospiti. Esistono sistemi di ossigenazione o di ricircolo dell’acqua (i più usati), questi ultimi sostituiscono l’acqua ormai calda o poco ossigenata con altra fresca e ricca di ossigeno, imbarcandola direttamente dalla sua fonte naturale: il mare. Le moderne vasche per il pescato sono già dotate di sistema di ricircolo che da una parte aspira l’acqua dal mare e dall’altra elimina quella vecchia fuoribordo.

Dove sia opportuno disporre la vasca del vivo a bordo è poi palese: vicino all’area di pesca. Infatti quasi sempre la si trova in pozzetto, o sulla murata a baglio, o nella “bait station”, o sotto uno dei divani poppieri. Altro dettaglio da non sottovalutare è che ci sia la possibilità di controllare periodicamente lo stato di salute delle esche, onde evitare di arrivare nel punto di pesca e scoprire che purtroppo non c’è più nulla di utilizzabile. Alcuni cantieri predispongono a tal proposito dei coperchi di vetro o plexiglass che consentono la verifica senza aprirli, altri invece usano coperchi standard, ciechi e pertanto occorre aprirli. Alcune vasche sono anche dotate di luce interna per l’impiego nelle ore notturne. In ultimo, i colori azzurro e blu spesso impiegati per l’interno delle vasche non sono casuali. Sono colori che tranquillizzano il pesce che pertanto, seppur prigioniero, subisce minor stress e sarà più pronto a “dare una mano”.

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