Sul mercato è il momento delle canne che usano la tecnologia Acid, un’arma in più a disposizione degli angler.

La tecnologia Acid è spesso citata quando si parla di canne da pesca moderne: si tratta di una tecnica costruttiva adottata da alcune case produttrici per migliorare le prestazioni in combattimento. Non è una novità assoluta, precisiamolo subito, in quanto pare che le sue origini risalgano agli anni Quaranta, ma solo in seguito questo sistema costruttivo ha preso piede fino a diventare molto importante da un po’ di anni a questa parte.

Che cos’è la tecnologia Acid

In pratica si tratta di adottare un montaggio di anelli a spirale invece che lineare sulla canna, con il conseguente effetto di annullare o ridurre al minimo le torsioni che, quando la canna viene prodotta, avrebbe un punto critico nella spina, ossia il punto di giunzione centrale. Questa spina, nelle canne con montaggio tradizionale degli anelli in linea, è strettamente legata al sistema di fissaggio degli anelli, al fine di farla rendere al meglio. In alcuni casi un errato montaggio degli anelli può determinare un’ingovernabilità della canna, penalizzando l’angler in fase di combattimento con le prede: più queste saranno grandi, più il fenomeno si potrà accentuare. Per esempio, l’impiego di una punta con diametro robusto su una canna da tonni ha lo scopo di opporre resistenza a una torsione naturale che gli anelli o le carrucole creano.

Con il sistema Acid (a spirale) questo “tentativo” di torsione dell’attrezzo viene annullato o limitato alla torsione prodotta dalle trazioni laterali del filo. Inoltre il sistema a spirale consente di montare un minor numero di anelli in punta e questo si traduce in una miglior flessibilità dell’attrezzo proprio nella sua parte estrema. L’adozione di questo sistema di montaggio ha permesso la costruzione di blank (fusti) molto potenti che mantengono diametri ridotti e un’elevata flessibilità in punta, un risultato che si apprezza in particolare con l’uso di fili trecciati. Questi fili infatti sono resistenti alla trazione, ma sono molto sensibili all’usura. Quindi, in caso di un lungo combattimento con una preda importante e una canna montata in modo tradizionale con vettino poco flessibile, si potrebbe creare un attrito tale tra filo e vettino da determinarne la sua usura e anche rottura. Possibilità questa ridotta al minimo nel caso d’impiego di canne Acid.

Da questa tecnologia costruttiva nascono poi altre soluzioni, come per esempio quella del Pry Acid che, con il variare dei carichi applicati tra base e cima, produce benefici effetti sia per il diametro di fili utilizzabili, sia per il mantenimento della potenza indipendentemente dal grado d’inclinazione della canna, con il vettino che piega con angolo aperto anche nelle verticali più esasperate. Già nella ferrata infatti, ai primi cenni di fuga del pesce, la vetta asseconda tale reazione pur mantenendo il filo in tensione e favorendo il recupero.

Le migliorie e varianti di questa tecnologia sono in continua evoluzione: mentre prima si pensava che il sistema Acid e le carrucole non potessero coesistere, ora il mercato propone delle carrucole prodotte dalla Everol (di cui parleremo prossimamente) che invece creano un buon connubio di forze proprio con il sistema Acid, con l’unico scopo di eliminare quelle poche torsioni rimaste vive.

 

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