L’apice inferiore della lenza sono gli ami da pesca: spetta a loro il compito di ferrare la preda, ne consegue che il loro ruolo diventa spesso determinante.

Quale amo scegliere per ottenere i migliori risultati? Bella domanda. Il mercato offre talmente tante soluzioni che un appassionato non espertissimo può effettivamente andare in crisi. A questo punto per scegliere i propri ami da pesca occorre farsi consigliare dal negoziante di fiducia, da qualche amico più esperto, oppure fare la cosiddetta “gavetta” e provare e riprovare, mettendo in preventivo qualche “involontario” rilascio.

Gli ami da pesca, quali prede e quali esche?

Innanzitutto è bene capire quali tipi di prede e su che esche ci si indirizza per insidiarle e ciò aiuterà a scegliere la tipologia di ami da pesca in base alle loro dimensioni, ma anche al materiale con cui sono realizzati.

Per le acque interne la scelta è ancora più vasta, perché spesso si punta su ami da pesca senza ardiglione, quella protuberanza che evita o riduce la possibilità di slamatura del pesce che ha abboccato. In particolare nei laghetti questo tipo di soluzione evita che pesci, che potrebbero essere allamati più volte a breve distanza di tempo, siano danneggiati all’apparato boccale. L’ardiglione spacca i tessuti, senza ardiglione si procura un forellino alla bocca che si rimargina facilmente.

Invece, in ambiente marino gli ami da pesca senza ardiglione non sono quasi mai usati, tranne siano richiesti per specifiche gare. Quelli più comunemente utilizzati sono realizzati con differenti materiali, tra cui acciaio o titanio e possono avere colorazioni nichelate o bronzate. Possono disporre o meno di occhiello in alternativa alla classica paletta e avere differenti forme della punta a seconda delle prede. Così si avranno punte autoferranti, ricurve, circle, coniche o diritte. Importante sarà anche il loro grado di affilatura che permetterà una più facile penetrazione nelle carni del pesce, con buchi chirurgici e non distruttivi dei tessuti.

Ami da pesca con punta lunga e molto affilata possono essere ideali per innesco con vermi e sarde e si adattano sia alla pesca da terra in surfcasting, sia per alcune tipologie di pesca dalla barca. Le prede preferite da questo tipo di ami sono un po’ tutti i pesci da bolentino. Gli ami da pesca con punta affilata e curvatura “battuta” o ricurva mirano invece a prede importanti (tonni, squali ecc.) e spesso sono realizzati miscelando acciaio al carbonio per aumentare la resistenza alle sfuriate di questi grandi predatori.

Gli ami da pesca con punta “circle”, ossia punta ricurva a rientrare, hanno la caratteristica di essere autoferranti e di aumentare la tenuta delle prede. Sono gli ami prediletti nella pesca a drifting e big game e usatissimi dai praticanti il catch&release in quanto non mortali. Infine, alcuni ami da pesca con punta allungata e affilata trovano impiego ideale nel vertical jigging, penetrando velocemente e trattenendo le prede. Alcuni ami in commercio poi dispongono o meno di girella incorporata. Si tratta di ami dedicati a tipologie di pesca che prevedono la rotazione dell’esca. In questo caso la girella aiuta a far girare l’esca rendendo i suoi movimenti più naturali.

In chiusura, le misure degli ami da pesca. Anche qui entrano in gioco i tipi di esca e ovviamente le prede cui si mira. Nella norma per la pesca a traina ci si può spingere fino alla numerazione 5/0, per il Big Game e il Drifting invece, o per il bolentino di profondità, ci si può allargare dal 6/0 sino al 10/0. Per il Vertical Jigging le misure possono anche salire ulteriormente di qualche valore, mentre il discorso cambia per prede difficili: allora occorre indirizzarsi su ami le cui misure possono anche superare il 20/0. L’argomento, come avrete capito, è molto vasto e pertanto promettiamo sin d’ora di riprenderlo in modo ancor più dettagliato.

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