Con una gamma di fuoribordo da 2,5 a 600 cv, per non parlare degli entrobordo, Mercury Marine tiene fede al suo slogan ‘Domina l’Acqua’ nel migliore dei modi e il mercato lo conferma. I motivi? Sentiamoli da Alessandro Conti, Direttore generale Brunswick Marine in Italia
È un Alessandro Conti decisamente soddisfatto quello che incontriamo allo stand Mercury Marine nell’ultimo giorno del salone di Genova: “Tutto è andato ben oltre le aspettative - racconta - e ci apprestiamo a chiudere un anno nautico eccellente con ben più del +30% rispetto allo scorso anno, che pure non aveva risentito granché della pandemia ed era già stato molto positivo. Su alcune linee di prodotto, nello specifico i fuoribordo di maggiore potenza, abbiamo avuto un aumento della domanda del 100%, ovviamente poco gestibile dal punto di vista delle forniture”
Le difficoltà nelle forniture di motori, e non solo, è un dato comune a tutto il mercato nautico, ma Alessandro Conti ne dà un’interpretazione originale e supportata dai fatti: “La domanda è molto forte in tutto il mondo, in Italia in particolare. In pratica non ci sono tanti motori quanta è la richiesta. Ma, se è esatto dire che i motori scarseggiano, non è vero che non abbiamo motori. In realtà ci troviamo di fronte a un boom della domanda a cui la produzione fa fatica a rispondere: se in Italia abbiamo fornito il 30% in più di motori rispetto alla stagione precedente, non può essere vero che 'non abbiamo motori'. Boom che vede Mercury primeggiare in modo particolare sulle alte potenze”.
“Il perché di questa situazione, che riguarda in modo particolare Mercury, la possiamo individuare in una serie di fattori - prosegue Alessandro Conti - C’è sicuramente un aumento generalizzato del mercato un po’ ovunque, dove l’Italia spicca in maniera particolare. All’interno del mercato, il segmento più alto in termini di potenze ha registrato aumenti superiori alla media, e Mercury oltretutto sta guadagnando quote in questa fascia di mercato. Mercury ha poi goduto di una serie di accordi di fornitura internazionali di significativo valore. Tutto questo spiega la fortissima domanda cui Mercury è stata sottoposta e che ha fronteggiato comunque in modo eccellente, se è vero che anche in questi ultimi mesi stiamo guadagnando quote di mercato”.
“Mercury ha inoltre goduto di una maggiore visibilità internazionale legata agli accordi globali della capogruppo Brunswick - ricorda Alessandro Conti - che hanno portato all’acquisizione di varie realtà produttive, ricordo per tutte Navico, azienda leader nell’elettronica, sistemi di navigazione e interconnessione, certamente un ulteriore elemento di forza nello sviluppo di soluzioni globali di gestione della barca. Tutto questo ha dato ulteriore lustro al brand, e, come se non bastasse, abbiamo presentato il nuovo 600 cavalli a 12 cilindri che riscrive il concetto di fuoribordo e ci consente di proporre questa tipologia di motorizzazione anche per barche di oltre 60 piedi”.
“La presentazione del 600 cavalli è stato il coronamento di un progetto nato ben in anticipo - ricorda Conti - un progetto di questo tipo richiede sicuramente più di qualche anno di progettazione e sviluppo. Questo deve far riflettere sulla capacità di programmazione, in particolare di saper ‘leggere’ le tendenze del mercato di Mercury Marine. Comprendere con largo anticipo che un fuoribordo di 600 cv a 12 cilindri nel 2021 poteva rappresentare una risposta a quelle che sarebbero state le evoluzioni della domanda (tra l’altro senza immaginare la pandemia che ha sicuramente complicato le cose) è la conferma che questa casa ha una marcia in più. Dal 2011, con la presentazione del 150 cavalli, è iniziato il rinnovo della gamma che oggi è stata completamente rivista, con un investimento di oltre un miliardo di dollari tra il 2012 e il 2018. Tutti i motori attualmente a listino, dall’80 cv in su, non esistevano 10 anni fa. Quindi i riconoscimenti che Mercury sta raccogliendo su tutti i mercati, e in Italia in particolare, sono ben motivati e sono il compimento di un progetto partito ben più di dieci anni fa”.
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“I numeri per certi versi pazzeschi di quest’anno - conclude Alessandro Conti - sono da ricercare anche nella reazione post-pandemia, che ha spinto molte persone a scegliere di godersi di più la vita e farlo con l’acquisto di una barca, una sorta di isola privata e felice. Questa è un’altra spiegazione del perché il mercato dei fuoribordo nell’ultimo anno è cresciuto come dal 2013 al 2018, un anno in un quinquennio. Ci sono molti neofiti che si avvicinano alla nautica e quindi tutto il settore deve dare prova di maturità nel saper trattenere e far crescere queste persone, di cui la nautica ha assoluto bisogno per rinnovarsi e crescere. Sono ottimista perché, soprattutto in Italia, abbiamo una cantieristica forte, strutturata e di qualità. Ma il rischio è che, con i bassi costi di ingresso, questa domanda effervescente crei delle opportunità anche per cantieri non in grado di garantire un’esperienza nautica positiva soprattutto per quella utenza meno competente a cui accennavo prima. Ecco perché tutto il settore deve dare prova di maturità ma, come detto, sono ottimista. Mi piacerebbe, in ogni caso, che chi lavora bene e meglio possa godere di riconoscimento e visibilità”.
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Non è facile trovare un otto metri che si faccia riconoscere al primo sguardo. Eppure il BMA X266 Fisherman, qui nell’allestimento fisherman, è una piacevole eccezione, un po’ come tutta la gamma di questo ottimo cantiere italiano. Se poi a poppa c’è un Mercury V8 di 300 cv il test si prospetta molto interessante.
Nato quasi in sordina, BMA Boats è uno di quei cantieri che, senza tanti clamori, ha allestito una ben articolata gamma di barche tra i cinque e gli otto metri, caratterizzate veramente da un’ottima carena e una costruzione raffinata, molto attenta anche ai piccoli dettagli.
La conferma la ricevo come metto piede a bordo di questo BMA X266 Fisherman che non vedo l’ora di mettere alla prova, anche perché il possente Mercury V8 di 300 cv a poppa promette tanto divertimento.
Divertimento garantito perché, nonostante il vento da terra abbia spianato un po’ il mare dei giorni precedenti, ha però creato un’onda corta e secca che si incrocia con quella lunga rimasta dalle buriane passate.
Il risultato è un banco di prova molto impegnativo per una barca di otto metri col Mercury 300 dotato di elica Mercury Tempest da 17”, ma non ci vuole molto a capire che il BMA X266 Fisherman non aspetta altro per dimostrare tutta la sua marinità. Del resto:
se il BMA X266 Fisherman vuole ambire a entrare nelle grazie dei pescatori deve garantire di poter navigare con tutti i mari e anche velocemente.
Tutte doti che il BMA X266 Fisherman conferma di avere e, nonostante il mare agitato, possiamo raggiungere la velocità massima a circa 40 nodi, la conferma che cercavo e non c’è bisogno di aggiungere ulteriori commenti.
Tutto il controllo delle funzioni di bordo è affidato a una coppia di strumenti Lowrance (un HDS12 in plancia e un HDS9 sull’hard-top) che permettono, nel mio caso, la rilevazione esatta di velocità e consumi, ma anche di gestire tutti i servizi della barca.
Davvero una soluzione all’avanguardia, inusuale ma molto utile ed efficiente anche su un otto metri.
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La barca ha molta attenzione alle esigenze dei pescatori, ma non disdegna certo una normale navigazione in compagnia: questa recepisco sia la filosofia che ha generato l'allestimento fisherman del BMA X266.
Il rischio, però, è di scontentare un po’ tutti: i pescatori che vogliono una barca più attrezzata, le mogli che pretendono un prendisole fisso.
In realtà il BMA X266 Fisherman rappresenta un buon compromesso, certo entrambe le esigenze devono accettare qualche rinuncia ma, notoriamente, non si può accontentare tutti.
Così a poppa il pozzetto del BMA X266 Fisherman è abbastanza sgombro grazie a tutte le panche che si ripiegano in murata ma, al contempo, una volta aperte, creano una bella dinette.
A poppavia delle due sedute di driver e codriver si trova la vasca del vivo, mentre la dotazione di gavoni mi sembra sufficiente anche se, come sappiamo, ai pescatori non bastano mai.
Da notare, a poppa a sinistra, il pratico passaggio verso le plancette ai lati del fuoribordo, utile per issare a bordo la preda o semplicemente per risalire dal bagno.
Promossa a pieni voti è invece la consolle centrale con i due strumenti Lowrance a dominare l’allestimento, al punto che quelli analogici diventano abbastanza inutili.
La robusta struttura dell’hard-top del BMA X266 Fisherman costituisce anche un ottimo appiglio per una navigazione un po’ movimentata come quella della nostra prova, al resto pensano le alte murate a garantire spostamenti in tutta sicurezza.
Comunque un tientibene corre lungo tutto il perimetro a ulteriore garanzia. Una citazione anche per la piccola ma completa cabina molto ben allestita.
Ben articolata sul BMA X266 Fisherman è anche la zona prodiera con un divanetto a U sul perimetro della prua e una seduta frontemarcia addossata alla consolle. Con le opportune aggiunte, questa zona può essere trasformata in prendisole, ma ovviamente per i pescatori è meglio l'altra configurazione.
A prua, il gavone dell’ancora costituisce anche un’ampia base per l’accesso prodiero. In conclusione, un ulteriore apprezzamento va anche riservato alla lavorazione dei materiali, di ottimo livello, e agli abbinamenti cromatici che contribuiscono alla spiccata personalità di tutti i BMA.
Lunghezza ft
8,05 m
Larghezza
2,55 m
Peso
1.600 kg
Serbatoio carburante
350 l
Portata persone
10
Motorizzazione max
2x200 cv
Omologazione Ce
B
Regime | Velocità | Consumo |
rpm | nodi | miglia nautiche/litri |
600 | 3,6 | 0,2 |
1000 | 4,5 | 0,4 |
1500 | 6,0 | 0,4 |
2000 | 7,3 | 0,3 |
2500 | 8,3 | 0,2 |
3000 | 11 | 0,2 |
3500 | 14 | 0,3 |
4000 | 19 | 0,3 |
4500 | 27 | 0,5 |
5000 | 30 | 0,5 |
5500 | 34 | 0,4 |
6050 | 39,4 | 0,4 |
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