Giro del mondo a idrogeno? Ci prova Energy Observer

Categorie: Barche e Yacht, Tecnica
28 Gennaio 2017
Giro del mondo a idrogeno? Ci prova Energy Observer

Energy Observer è il primo catamarano a idrogeno che tenterà il giro del mondo. La partenza è fissata ad aprile da Saint-Malò per sei anni di navigazione.

Il progetto Energy Observer, la prima barca a idrogeno (ma come vedremo non solo con questo elemento chimico) a tentare la circumnavigazione del globo, è stato voluta dall’istituto di ricerca Cea-Liten, insieme alla Fondazione dell’ambientalista francese Nicolas Hulot e l’Unesco. Non si tratterà di un giro del mondo “diretto”, ma l’obiettivo è di toccare il maggior numero di località, da qui la durata prevista di sei anni e l’intenzione di raggiungere una cinquantina di Nazioni e un centinaio di porti. La spedizione partirà dall’oceano Atlantico, da Saint-Malò in Bretagna, per poi raggiungere il Mediterraneo e quindi, dopo averlo navigato tutto, risalire verso il Nord Europa e poi di nuovo Oceano Atlantico e Pacifico passando per il canale di Panama, quindi Asia e Oceania, fino all’Africa e al Medio Oriente. Lungo il tragitto saranno toccate città che hanno già avviato la transizione energetica, isole autonome sotto il profilo dell’approvvigionamento, riserve naturali, ma anche luoghi a rischio ambientale. La spedizione prevede un budget complessivo di 30 milioni di euro, di cui cinque per la barca e le attrezzature e quattro all’anno per la gestione.

Nuova vita per Energy Observer

Non solo transazione energetica ma anche un bell’esempio di riciclo di gloriose barche. Infatti, Energy Observer è una vecchia conoscenza degli appassionati di traversate oceaniche: si tratta di “Enza New Zealand”, il catamarano che nel 1994 si aggiudicò il Trofeo Jules Verne, circumnavigando il globo in poco più di 74 giorni. Al timone, allora, insieme a Robin Knox-Johnston c’era il mitico Sir Peter Blake, neozelandese, l’ambientalista assassinato nel 2001 sul delta del Rio delle Amazzoni durante una spedizione delle Nazioni Unite con lo scopo di documentare i mutamenti climatici.

23 anni dopo lo scafo originario ha subito però profondi rimaneggiamenti e si ripresenta più grande di prima: 31 metri di lunghezza per 12,80 di larghezza, ma soprattutto completamente rinnovato in ottica “green” contando esclusivamente sull’energia del sole (attraverso una superficie di 130 mq di pannelli solari), del vento (con le due pale eoliche verticali e a una grande vela tipo quella dei kitesurf) e del mare con il dissalatore dell’acqua per produrre idrogeno per elettrolisi.

Manchette-Newsletter-BoatMagDi particolare interesse è la tecnologia impiegata per la produzione di idrogeno. Una volta desalinizzata con un processo di osmosi inversa, l’acqua del mare verrà decomposta in idrogeno e ossigeno attraverso un elettrolizzatore; l’ossigeno sarà rilasciato nell’aria, mentre l’idrogeno verrà immagazzinato ad alta pressione (350 bar), in serbatoi da 62 kg (per dare un’idea, con un chilo di idrogeno si percorrono 100 km in auto). L’idrogeno alimenterà quindi una pila a combustibile che produrrà per una parte (circa la metà) calore da utilizzare in barca, per l’altra l’energia per i due motori a propulsione elettrica.

“Energy Observer sarà il simbolo di una transizione energetica possibile, esploreremo gli oceani senza inquinare - ha spiegato Victorien Erussard, capitano della spedizione -. Le soste nei porti offriranno l’opportunità di portare un messaggio positivo sulle energie rinnovabili nella lotta al riscaldamento climatico”.

Vai a vedere il video su yuotube

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La redazione di BoatMag

Claudio Russo e Alberto Mondinelli, i fondatori di BoatMag, due giornalisti con una lunga esperienza di lavoro nelle principali testate di nautica.
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