Negli ultimi anni nel mondo della nautica i joystick si sono diffusi a macchia d’olio, risparmiando  a parecchi diportisti stress e brutte figure al momento dell’ormeggio: il destino è probabilmente quello di vedere queste intuitive manopole installate su tutte le plance di comando, o quasi.

Proprio in questa prospettiva i joystick stessi si stanno facendo via via sempre più efficaci, e questa volta possiamo averne riscontro dalle migliorie introdotte sul Mecury Joystick Piloting che, con gli ultimi aggiornamenti del proprio software per il sistema di controllo di timone, acceleratore e cambio dei propri motori, diventa ancora più intelligente.

Vento, corrente e onde: ci pensa il Mercury Joystick Piloting

Si sà, manovrare una barca in fase di ormeggio non è come parcheggiare un’automobile: quando siamo al volante in prossimità di un parcheggio sappiamo benissimo che ogni nostro gesto corrisponde a un movimento preciso dell’auto, né più né meno, ma in barca non abbiamo certo a che fare con l’asfalto. Qui, infatti, sono da tenere in considerazione le onde, le correnti, nonché, spesso e volentieri, il vento.

Ogni manovra deve essere quindi fatta tenendo in considerazione tutte queste forze esterne che, anche con l'ausilio del joystick, possono aumentare notevolmente le difficoltà di un ormeggio. Ed è proprio qui che entra per in gioco l’upgrade del sistema SmartCraft del Mercury Joystick Piloting.

Il nuovo software, infatti, riesce a far sì che il sistema possa reagire in modo automatico agli effetti del vento, delle onde e delle correnti marine nel momento in cui si è alle prese con le manovre a bassa velocità in maniera semplice, tanto che Mercury promette manovre precise senza fatiche.

L'aggiornamento è solo in retrofit. I nuovi motori lo hanno già di default

Chiunque acquisti un nuovo motore Mercury, Mercury Diesel, MerCruiser e Mercury Racing con il sistema di gestione multi-motore Joystick Piloting potrà contare sul software aggiornato.

Chi invece possiede già un sistema di questo tipo può rivolgersi a un concessionario Mercury per avere tutte le informazioni necessarie sulla possibilità di fare questo utile upgrade.

Clicca e scopri anche il joystick di Mercury Marine per le installazioni monomotore

Come funziona il sistema SmartCraft del Mercury Joystick Piloting

Nel momento in cui ci si mette al lavoro con il joystick per effettuare delle manovre, il sistema SmartCraft entra automaticamente in gioco per rilevare eventuali variazioni della rotta impostata dettate dal vento o dalle correnti marine; non appena una spinta di questo tipo viene avvertita, il software opera su sterzo e acceleratore per annullarne gli effetti, così da mantenere stabile la barca sulla rotta impostata dal diportista. 

Se il joystick è sempre stato un grande facilitatore per il diportista, ora è arrivato a un livello ancora più avanzato, a garanzia non solo di un minore stress in manova, ma anche di maggior sicurezza nel prevenire i possibili impatti con le altre barche vicine.

Il driver, infatti, non deve più controbilanciare le spinte esterne, perché lo fa il joystick autonomamente con una riduzione fino al 74% dell’angolo di deriva attribuibile a delle forze indesiderate. In più, non dovendo continuare a dosare accelerazione e sterzata, si può fare con una mano quello che prima si doveva fare con due.

Velocità, non numero di giri: ecco come il sistema diventa più preciso

L’aggiornamento apportato al software SmartCraft del Mercury Joystick Piloting sposta l’attenzione del sistema dal numero di giri al minuto alla velocità reale, con una maggiore precisione delle performance risultanti.

Prima, nel momento in cui il driver azionava il joystick, il motore accelerava fino a un certo numero di giri al minuto, in base all’input dato dalla leva, a prescindere dalla presenza o dall’assenza di vento a poppa o a prua.

Con questo aggiornamento del software, il dato preso come riferimento è invece la velocità reale di avanzamento, così come è influenzata dagli agenti esterni, e nel momento in cui viene rilevato un mutamento delle condizioni, il sistema va ad aumentare o diminuire l’accelerazione per mantenere esattamente la velocità impostata.

Lo speciale controllo dello slittamento per i motori V12

Novità nella novità è uno speciale aggiornamento dedicato al Mercury V12 da 600 cv. Proprio per questo tipo di motore fuoribordo l’aggiornamento del software prevede l'introduzione del sistema per il controllo dello slittamento della trasmissione.

La possibilità qui è quella di ridurre del 25% gli spostamenti indesiderati e del 20% gli errori di rotta durante l’utilizzo del joystick o del sistema di ancoraggio digitale con la funzione Skyhook.


Clicca ed entra nel sito ufficiale di Mercury Marine Italia


Chiamatela nostalgia, chiamatela passione per l’artigianalità di un tempo, sta di fatto che sono molti i cantieri che richiamano esplicitamente gli scafi della tradizione classica mediterranea, proponendo barche nuove, ma al tempo stesso tradizionali, con risultati spesso sorprendenti e, sì, carichi di fascino. Prova ne è, che quando scriviamo di questo genere di barche, registriamo spesso un picco più alto di lettori rispetto alla media.

L’antenato di riferimento del Girbau G38 è il “laüt catalano”, imbarcazione utilizzata in tempi antichi dai pescatori catalani e da quelli delle Baleari, ed è caratterizzata da un robusto scafo in legno. Una tradizione profondamente mediterranea, che è stata ripresa e valorizzata dal cantiere spagnolo Girbau Boats, fondato nel 2008 da Ramon Girbau.

Girbau G38.

Girbau G38, l’incontro tra maestria artigianale, tradizione e avanguardia

Quattro i modelli proposti dal cantiere di Castelló d'Empúries, nella Costa Brava settentrionale: il G27 Open, il G28, il G30 e per l’appunto il Girbau G38, che con i suoi 12,31 metri si presenta come la massima evoluzione del cantiere, all’insegna delle prestazioni e del comfort a bordo.

Plancia di comando del Girbau G38.

Le linee sono per l’appunto sempre quelle del laüt, il materiale che la fa da padrone è sempre il legno, lo stile è quello dell’imbarcazione mediterranea modern-classic, e su questo stesso G38, che profuma di un’epoca che fu, si trova spazio a volontà e tecnologia attuale, dal doppio chartplotter in plancia al controllo dei motori mediante joystick.

La tradizione prende slancio

Il Girbau G38 si estende per 12,31 metri se si sceglie la spiaggetta bagno XL, altrimenti scende di 60 centimetri con la piattaforma in taglia M. Qualunque sia la scelta questa barca può ospitare fino a 14 persone a bordo e fino a 6 per la notte, senza rinunciare al comfort.

Girbau G38.

Le forme classiche del “laüt catalano” vengono portate nel 21° secolo attraverso la sua silhouette slanciata e con forme sinuose, che non manca di richiamare toni sportivi, ma anche linee aerodinamiche che, oltre all'estetica, migliorano pure l’efficienza in navigazione.

L’idea dello slancio e della velocità è peraltro rafforzata stilisticamente dalle vetrate scure e sottili che si allungano su entrambe le murate, e dall’hardtop a sua volta allungato, che permette lo sviluppo in altezza di questa elegante barca planante.

Girbau G38.

Gli esterni del Girbau G38: spazi allargati e due configurazioni del pozzetto

Che il G38 sia ben studiato lo si capisce anche guardando le foto scattate dall’alto: dal pozzetto si dipartono due passavanti che superano i 20 centimetri, per arrivare a un grande prendisole prodiero che si adatta intelligentemente alle diverse altezze del cassero e offrire così un'imbottitura con schienale/poggiatesta su una superficie che da sola può accogliere ben quattro persone.

Girbau G38.
Girbau G38.

Sempre a prua, il verricello dell'ancora è totalmente ingavonato, per non interrompere la continuità di camminamento perimetrale di quella che possiamo definire una coperta walkaround. Questa soluzione, insieme all'interruzione della battagliola, rende inoltre libero e agevole il transito dalla banchina alla barca nell'ormeggio di prua.

Pozzetto.

Ritornando sui propri passi, a poppa l'enorme pozzetto offre due divani a L contrapposti con due tavoli al loro servizio, che possono essere rimossi, così da ottenere all'occorrenza una vasta area calpestabile oppure una o due dinette da pranzo.

Pozzetto.

Immediatamente dietro, si trova una spiaggetta bagno idraulica decisamente generosa, sia che si scelga la versione XL sia la taglia M, e sempre comoda per i momenti in acqua, ma anche per issare l’eventuale tender.

Spiaggetta bagno XL.

Il blocco centrale è formato dalla postazione di comando e da una comoda area cucina ben organizzata, con lavello e piano cottura. Il tutto sotto la protezione del T-Top.

Plania di comando.

In tanto gusto classico, la plancia di comando riporta più decisamente alla nostra epoca: impossibile non notare i due chartplotter, il joystick di manovra e la domotica di casa Garmin, per un’esperienza di guida piacevole, completamente sotto controllo e zero stress.

Gli interni del G38, legno a profusione per atmosfere molto classiche

Sono diversi i layout disponibili sottocoperta del Girbau G38, tutti accomunati dall’utilizzo di materiali di pregio, per rifiniture curate e dal buono sfruttamento di ogni spazio a disposizione, per incrementare sia il numero potenziale di ospiti, sia il livello di comfort. Ecco che allora, per esempio, nelle scale di accesso sono nascosti cassetti e spazi per lo stivaggio di oggetti di medie dimensioni.

Ingresso sottocoperta del Girbau G38.
Ingresso.
Quadrato del Girbau G38.

Il G38 nelle sue varie versioni può ospitare 4 o 6 persone: nella versione standard proposta dal cantiere si trova un divano posizionato a dritta dell’ingresso trasformabile in letto a due piazze, e un bagno completo a sinistra.

Cabina armatoriale del Girbau G38.

Avanzando verso prua si trova la cabina dell’armatore, con letto matrimoniale, armadi e vari cassetti: qui sia i colori che i materiali ben confermano il profondo rispetto per lo stile marinaro mediterraneo. A poppa è ricavata la cabina ospiti con due letti separati.

Quadrato.

Prezzo, motori e performance dell’ammiraglia Girbau Boats

Il prezzo del Girbau G38 parte da 550.000 euro, Iva esclusa e con le dotazioni standard e due motori da 320 cv.

Fra gli accessori sono previsti il giroscopio Seakeeper 3, il pilota automatico e i due chartplotter da 12" Garmin, i correttori d'assetto automatici (interceptor) Zipwake, il joystick di manovra, il radar e molto altro, che rende il Girbau G38 una barca estremamente moderna dal punto di vista della navigazione.

Girbau G38.

Sono inoltre ben quattro le possibilità di scelta dei propulsori, e in particolare: 2x320 cv 8LV Yanmar, 2x320 cv D4 Volvo Penta, 2x350 cv 8LV Yanmar e 2x370 cv 8LV Yanmar


Leggi anche: Volvo Penta D4 e D6, ecco la nuova generazione di motori e tutto il pack di novità


L'unità di debutto presentata al grande pubblico nei saloni autunnali è spinta dalla motorizzazione massima, cioè una coppia di motori Yanmar 8LV da 370 cv (275 kW), che permettono alla carena planante di raggiungere la velocità massima di 30 nodi a 3.800 giri/min e una la velocità di crociera di 17 nodi a 3.000 giri/min, con un’autonomia di circa 208 miglia nautiche, che scende a 162 miglia alla massima velocità.

Girbau G38.

L'approdo di Girbau Boats in Italia

Contestualmente all'espansione sui mercati esteri decretato dalla continua partecipazione ai principali saloni internazionali, Girbau Boats sta costruendo una rete vendita consolidata in Italia attraverso il supporto di Fabiana Porciello, che è responsabile marketing and sales per il nostro Paese e, al momento, l'unico contatto ufficiale per chi fosse interessato ad approfondire o acquistare una barca del cantiere catalano in Italia. I recapiti sono: fabiana@girbauboats.com - telefono 339 7848662.

Girbau G38.

La scheda tecnica del Girbau G38

Lunghezza f.t. con spiaggia XL12,31 m
Lunghezza f.t. con spiaggia M11,71 m
Larghezza3,69 m
Immersione0,94 m
Dislocamento a vuoto8.500 kg
Serbatoi carburante2x383 l
Serbatoio acqua dolce250 l
Serbatoio acque nere100 l
Persone imbarcabili14
Posti letto4-6
Motori2x320 cv, 2x350 cv, 2x370 cv
Omologazione CeCat. B

Clicca ed entra nel sito ufficiale di Girbau Boats (sito in italiano)


I gommonauti conoscono bene la gamma Adrenalina di Lomac: gommoni veloci, eleganti e pratici, a comporre la linea più dinamica del cantiere milanese. Ebbene, quest’anno a Düsseldorf Lomac Milano, fra gli altri modelli, ha portato il suo Adrenalina 8.5, già esposto proprio qui lo scorso anno, ma questa volta con il ruolo di testimonial del nuovo Lomac Atelier.

Il modello quindi è, sì, lo stesso, ma cambia la livrea, che non è la consueta rimodulazione dei colori, bensì qualcosa che è stato creato ad hoc per renderlo una sorta di one-off.

Il salone tedesco ha ospitato infatti il primo show-Rib Odyssey basato sul gommone Adrenalina 8.5, con l’obiettivo di mostrare al pubblico quanto in là ci si può spingere con la personalizzazione estetica dei gommoni offerto dal servizio su misura Lomac Atelier powered by D-Factory.

Lomac Atelier powered by D-Factory: una rivoluzione estetica

Lo show-RIB Odyssey esposto a Düsseldorf, coloratissimo, si ispira all’epopea omerica, e più nel dettaglio al personaggio di Penelope. Sì, proprio quella regina di Itaca, moglie di Ulisse, che per anni aspettò il marito mentre questi navigava per il Mediterraneo: non male come soggetto creativo in ambito diportistico!

Questo preciso Adrenalina 8.5, con le più diverse e contrastanti cromie vuole essere un po’ una dimostrazione d'impatto e un po’ una provocazione, perché proprio guardando questi dettagli dell’Odyssey è possibile percepire al meglio quali sono le concrete possibilità di customizzazione estetica di un Rib Lomac.

Lomac Atelier

La partnership tra Lomac e D-Factory

Se su queste pagine Lomac non ha bisogno di presentazione, vale certamente spendere qualche riga per conoscere meglio D-Factory: il brand è specializzato nel design su misura, e ha già dato prova delle sue capacità in ambito automobilistico, dove si è specializzato, grazie alle collaborazioni con Porsche e Audi.

La principale tecnica utilizzata da D-Factory è quella del wrapping, ovvero dell’applicazione di pellicole di alta qualità per decorare e per proteggere la carrozzeria e gli interni dei veicoli. Si parla ovviamente di wrap professionali, prodotti dal noto marchio americano 3M.

Nel caso specifico di Lomac Atelier, le superfici in fibra di vetro dei gommoni vengono ricoperte con pellicole Paint Protection Film (PPF) che, oltre a permettere la personalizzazione estetica, offrono protezione contro l’azione dei raggi UV, contrastando ingiallimento e usura.

La personalizzazione di Lomac Atelier nel concreto

Oltre all’applicazione di wrap personalizzati sulle parti in fibra di vetro, passare attraverso il Lomac Atelier permette la scelta di qualsiasi colore e di qualunque tonalità per i tubolari, così come le decorazioni per la console di guida, per il quadro comandi, per i tendalini e il T-top, i mancorrenti e i sedili, ma anche le paratie, le porte e tutte le altre varie superfici interne.

Ma il lavoro di D-Factory può essere esteso anche alla tappezzeria e ai tessuti con svariati tipi di cucitura che possono anche formare disegni o rappresentazioni grafiche.

Con Lomac Atelier ogni Rib può diventare davvero unico, unendo performance a lusso, ricercatezza e originalità estrema.

Chi ha già le idee ben chiare basta che le esprima e sarà esaudito, ma chi invece preferisce essere supportato e consigliato nelle scelte, trova nel Lomac Atelier un pool di designer e specialisti pronti a dare ogni sorta di consulenza per arrivare al risultato finale che il cliente si aspetta.


Leggi anche il nostro test del Lomac Adrenalina 8.5 con due Suzuki DF200 AP


Un gusto estremamente personalizzato può compromettere la rivendibilità del gommone?

Certo, ogni testa è un piccolo mondo e se è vero che la personalizzazione di un prodotto è una rappresentazione della propria personalità o del proprio estro, è altrettanto vero che non tutti possono essere allineati ai propri gusti estetici.

Se poi si sceglie di andare oltre quelli che si potrebbero definire i consueti canoni estetici e magari con le decorazioni ci si spinge nel campo dell'astrattismo, proprio come il primo testimonial del Lomac Atelier (l'Adrenalina 8.5), si rischia di tagliarsi fuori una grande quantità di potenziali acquirenti nel mercato dell'usato.

Il problema però in questo caso non si pone, perché nella creazione del servizio Lomac Atelier, il cantiere ha tenuto conto di questa eventualità e proprio per questo ha scelto di applicare le grafiche con le pellicole adesive.

In questo modo, prima di immettere il gommone sul mercato dell'usato, è sufficiente rimuovere tutto il wrapping e questo torna un "normale" modello pronto per nuovi armatori che preferiscono un'estetica più "neutra".


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II diportisti lo sanno bene, e chi lo ignora lo impara tipicamente presto, quando l’incuria si trasforma in danno. Infatti, in vista dell’invernaggio del motore marino è sempre bene dare una controllata speciale e fare tutti gli interventi del caso, per non ritrovarsi a primavera con un propulsore inefficiente o persino non funzionante.

E per sottolineare il fatto che in inverno il fuoribordo non deve finire nel dimenticatoio, anche per il 2025 Suzuki ha scelto di mettere a disposizione uno strumento online nell'ambito dell'iniziativa Suzuki Winter Care, per sapere esattamente di cosa ha bisogno il proprio motore in base alle ore di funzionamento), più un altro strumento per prenotare con pochi click l’appuntamento con l’officina. E non manca nemmeno la convenienza, grazie ai prezzi speciali previsti per chi acquista kit completi. 

Con Suzuki Manutenzione Chiara, il tagliando del fuoribordo è senza segreti: interventi e costi

Non tutti i tagliandi sono uguali. I prezzi cambiano in base al tipo di motore, ai pezzi di ricambio scelti, alle ore di vita, alla manutenzione precedente, e via dicendo.

Ma non bisogna per forza brancolare nel buio: per fare un po’ di luce sulla manutenzione dei fuoribordo durante l'inverno, Suzuki presenta sul proprio sito web marine.suzuki.it una serie di aree dedicate al supporto dei diportisti nella cura del proprio motore, dai consigli per la manutenzione corretta fino allo strumento “Suzuki manutenzione chiara”, dove è possibile trovare una lista degli interventi con relativi prezzi per ogni singolo tagliando della vita di un motore fuoribordo, in base al modello e alle ore di funzionamento.

Il funzionamento della piattaforma online è abbastanza semplice. Prima si inserisce la matricola del proprio fuoribordo, oppure si indica il modello; poi si seleziona il numero di ore di funzionamento.

Si viene così indirizzati a una pagina che elenca gli interventi necessari con i relativi prezzi, da quelli per i ricambi originali fino a quelli per l’olio e per la manodopera, il tutto nell’officina ufficiale Suzuki più vicina (o preferita).

Dopo aver visionato il preventivo – che si può scaricare e stampare in formato pdf – è possibile prenotare l’appuntamento direttamente online.

Suzuki Cut Engine

Clicca ed entra direttamente nella pagina Suzuki Manutenzione Chiara del sito ufficiale di Suzuki Italia

Suzuki Winter Care: sempre ricambi originali e con lo sconto

La tentazione di rivolgersi altrove per avere ricambi non originali, con l'idea di risparmiare un po’ sulla manutenzione del motore marino, non è certo tentazione di pochi.

Suzuki officina.

In Suzuki lo sanno bene, e per questo motivo, oltre a lanciare lo strumento Manutenzione Chiara votato alla trasparenza, hanno deciso di offrire dei prezzi speciali per chi opta per il kit di manutenzione originale.

All'interno di questo kit è infatti possibile trovare (quasi) tutti i ricambi necessari dall’invernaggio fino alla messa in acqua del fuoribordo. Rispetto al costo totale risultante dall’acquisto singolo dei diversi elementi, il kit presenta un prezzo minore del 10%.

Guarda anche il nostro video con i consigli dell'esperto


Lanciata a Venezia nel 2022, la piattaforma digitale AcqueraPro – dal nome dell’azienda Acquera, un player internazionale nel settore dello yachting – continua senza sosta la sua crescita. Nell’ultima stagione infatti si sono aggiunte 11 nuove location, ovvero, in ordine alfabetico, Ajaccio, Alghero, Bonifacio, Calvi, Cres, Porto Empedocle, Porto Vecchio, Santa Margherita Ligure, Santa Teresa di Gallura, Sciacca e Vis. Il totale dei porti diventa così 169, a coprire ampie aree del Mediterraneo (anche se, come vedremo, Acquera guarda pure ben al di fuori del Mare Nostrum).

Cos'è la piattaforma AcqueraPro, in breve

Missione esplicita della piattaforma digitale è dare trasparenza assoluta al rapporto tra yacht e porti, andando a supportare l’attività quotidiana di comandanti e di broker di charter.

Per esempio, grazie ad AcqueraPro gli armatori possono conoscere in tempo reale quali sono le disponibilità dei porti aderenti, nonché ridurre in modo drastico le tempistiche necessarie per la gestione delle procedure burocratiche.

Tutto questo è reso ancora più facile dalla modalità di utilizzo della piattaforma digitale, che garantisce una user experience intuitiva, anche grazie ai continui miglioramenti apportati allo strumento.

Accendendo ad AcqueraPro i naviganti possono avere informazioni immediate sugli aspetti tecnici dei porti, come anche sulla presenza di servizi accessori in zona, dalla disponibilità di autisti fino alla posizione di eventuali ristoranti stellati.

Da una parte, quindi, si semplifica l’esperienza dell’armatore e del turista alto spendente che si muove in barca; dall’altra si valorizza il territorio, dando visibilità ai servizi offerti localmente.

Acquera Yachting sempre più caraibica

La piattaforma AcqueraPro nasce mediterranea, ma si sta allargando anche altrove: Acquera ha infatti deciso di estendere il suo raggio d’azione pure ai Caraibi, lì dove la società è attiva fin dal 2021, e dove in queste ultime settimane sono state aperte due nuove sedi, ad Antigua e ad Anguilla.

Come ha spiegato Diana Guidi, Chief HR Officer di Acquera: “In seguito a recenti acquisizioni, il team di Acquera si è ampliato con 40 nuovi agenti in diverse isole dei Caraibi, di cui circa 23 nuovi membri, ognuno già operativo nella industry per un servizio di eccellenza a tutti i comandanti della zona”.

L’agenzia veneta in questa nuova stagione caraibica è quindi pronta a offrire un servizio non solo continuo, non solo specializzato, ma anche su larga scala, in una zona che in alta stagione arriva a contare oltre 1.500 superyacht all’ancora.

Puntando a promuovere le unicità di questo territorio e la crescita delle attività locali, la piattaforma AcqueraPro ha visto peraltro l’inserimento di oltre 400 esperienze di alto livello, grazie alla profonda conoscenza del territorio da parte del team.


Clicca ed entra nel sito ufficiale di Acquera Yachting (sito in inglese)


Un lento, convinto ed esperto avvicinamento al lancio di un cantiere nautico, che ambisce alle alte sfere della produzione dei day cruiser iniziando con il lancio mondiale delle sue due prime creazioni: il Maxim Max 43 Race, lungo 12,73 m, e il Max 43 Comfort, leggermente più lungo: 13,07 m.

Il marchio Maxim Yachts, nato nel 2018 e giunto al debutto mondiale nel 2024 con i primi due modelli, ha in realtà radici che affondano lontane, lontanissime nel tempo: il gruppo inizia a muovere i primi passi nel 1920, in tutt’altro ambito, per arrivare poi nel 1971 all’approdo nel mondo della nautica, con la vendita di accessori e di servizi di manutenzione a Empuriabrava, tra i porti turistici più vivaci della Spagna.

Ora, per l’appunto, esordisce come cantiere costruttore di imbarcazioni, che può contare su 6.000 metri quadrati di strutture in Costa Brava e su una squadra di 30 professionisti, per un potenziale produttivo attuale fino a 24 unità all’anno.

La sua sfera di mercato di riferimento è quella dei day cruiser di alta gamma, puntando in particolar modo alla fascia compresa tra i 36 e i 56 piedi.

I primi modelli d'esordio sono due versioni dello stesso progetto, ma con lunghezze leggermente diverse e che si differenziano anche per i layout interni e l'equipaggiamento dei motori (fuoribordo il Max 43 Race e entrobordo il Max 43 Comfort), quindi anche per prestazioni.

In coperta, dunque, entrambi i modelli presentano lo stesso allestimento, con l'unica differenza della spiaggetta poppiera, che naturalmente nella versione con gli entrobordo rimane sfruttabile nella sua intera superficie.

Il ponte di coperta dei due Max 43

Il pozzetto è una grande area con molta superficie calpestabile, che si connette senza ostacoli con la spiaggetta bagno attraverso i due corridoi laterali, che a loro volta possono affacciarsi direttamente sul mare una volta abbattute le murate, estendendo così l'area del pozzetto di un ulteriore mezzo metro per lato.

In tutto questo spazio si articola un allestimento molto completo e ben studiato, che vede un prendisole poppiero a cui si integra un divano rivolto verso prua e servito da due tavoli affiancati con i rispettivi piani pieghevoli che, una volta aperti, si possono congiungere in un grande tavolo in grado di raggiungere anche gli altri due divani laterali per creare un'immensa dinette a tutto baglio.

A proravia si va verso la postazione di comando, con la plancia dotata di due chartplotter Garmin da 16 pollici e servita da ben quattro poltrone di pilotaggio poggiate su un blocco in vetroresina, dietro cui si integra un esteso mobile cucina, che è allestito con fornello a induzione, lavello e due frigoriferi. Il tutto sotto la protezione dell'hardtop in carbonio.

Un altro frigo, a cassetto, è ricavato sotto il sedile di pilotaggio a sinistra e, in più, se ne possono ricavare altri due sempre nella cucina e una macchina per il ghiaccio.

Maxim Max 43 Race, layout interno e prestazioni

Lungo 12,73 metri, il Max 43 Race guarda al pubblico più sportivo, alla ricerca delle prestazioni di ordine superiore.

Si tratta infatti di una barca spinta da motori fuoribordo, in doppia o tripla configurazione fino a un massimo di 1350 cv, in grado di portare la barca a una velocità massima di 45 nodi e di mantenere una velocità di crociera di 30 nodi.

Sottocoperta si trovano due cabine doppie, una delle quali può eventualmente essere ripensata come zona relax, tutto dipende dal tipo di uscite che l’armatore intende fare e dal numero di persone che intende ospitare.

Maxim Max 43 Comfort, layout interno e prestazioni

C’è chi vuole andare rapido e chi, all’adrenalina della velocità, preferisce l’abbraccio della comodità. Per chi si riconosce in questo secondo gruppo, il Max 43 di riferimento è la versione Comfort, lunga 13,07 metri, e pensata da Maxim Yachts proprio per offrire una permanenza a bordo nel completo agio.

Per raggiungere questo obiettivo, che si declina anche in una maggiore abitabilità, si è optato per due motori entrobordo, mentre la configurazione è fissa a due cabine doppie.

La preferenza alla comodità non condanna il Max 43 Comfort a velocità meno soddisfacenti, perché con i suoi due motori da 440 cv può raggiungere 42 nodi di massima e una velocità di crociera di 25 nodi.

La scheda tecnica del Maxim Max 43

Max 43 RaceMax 43 Comfort
Lunghezza f.t.12,73 m13,07 m
Larghezza3,70 m3,70 m
Immersione0,84 m0,84 m
Persone imbarcabili1212
Cabine1 o 22
Serbatoio carburante1.500 l1.500 l
Serbatoio acqua dolce240 l240 l
Serbatoio acque nere72 l72 l
Motori2 o 3 x 450 cv Fuoribordo2x440 cv Entrobordo

Clicca ed entra nel sito ufficiale di Maxim Yachts (sito in inglese)


Sul fatto che il futuro della nautica da diporto debba essere sostenibile non ci sono dubbi. Per quanto riguarda le modalità da seguire, in Yamaha continuano a essere possibilisti, con investimenti nel campo dei combustibili sostenibili e dell’idrogeno (clicca qui per scoprirne di più nel nostro articolo).

Di certo però l’impegno del brand giapponese è sempre più forte sul campo dei motori fuoribordo a propulsione elettrica, e a confermarlo è il lancio europeo del nuovo Yamaha Harmo 2.0, l’ultima versione del pionieristico motore marino, che ha fatto il suo debutto al Mets 2024 di Amsterdam.  

Yamaha Harmo 2.0

Da dove si partiva: il fuoribordo elettrico Harmo 1.0

Per capire meglio questa seconda versione può essere utile ripassare quello che Yamaha aveva già portato sul mercato, ovvero l'Harmo 1.0, che era stato presentato in anteprima mondiale al Salone di Genova nel 2021.

A caratterizzare il propulsore erano la silenziosità tipica dei motori elettrici, la canonica assenza di emissioni, nonché elementi apprezzabili come l’utilizzo intuitivo, la maneggevolezza e l’affidabilità.

Le novità del propulsore Yamaha Harmo 2.0

Il motore elettrico presentato da Yamaha Motor Europe in questa seconda versione presenta diverse interessanti migliorie: l’obiettivo qui è quello di offrire ai diportisti una navigazione ancora più versatile, ancora più facile, guardando sia agli esperti sia ai neofiti.

Yamaha Harmo 2.0

Già a una prima occhiata il secondo modello di Harmo presenta un design più accattivante, ma non solo di estetica si tratta. Sono presenti infatti diverse opzioni per quanto riguarda la configurazione, nonché un sistema rigging modulabile che, negli intenti di Yamaha, mira a superare i limiti tipici della propulsione elettrica in ambiente marino.

Le performance del motore elettrico fuoribordo

Yamaha definisce Harmo 2.0 come “forte e silenzioso”.  A garantire la facilità e la precisione di movimento – per esempio in caso di ormeggio – è la tecnologia rim-drive e Digital Electric Steering (DES), con risposte immediate dei comandi. 

Yamaha Harmo 2.0

La riduzione al minimo del rumore sarebbe invece garantita, tra le altre cose, dal peculiare design del propulsore: così facendo è possibile navigare senza disturbare la fauna e, contemporaneamente, con il massimo relax.

Di certo con la sua silenziosità, Yamaha Harmo 2.0 strizza l’occhio ai pescatori, felici di potersi avvicinare ai migliori spot senza spaventare le prede.  

Il controllo con joystick e le possibili integrazioni di Harmo 2.0

Al momento, perlomeno in Europa, Yamaha Harmo 2.0 è disponibile unicamente nella configurazione completa di joystick, sia per la motorizzazione singola sia per la doppia. La promessa qui è quella di muoversi senza stress anche negli spazi più ridotti.

Yamaha Harmo 2.0

I diportisti più hi-tech apprezzeranno senz'altro il fatto di poter integrare il motore elettrico con HelmMaster EX di Yamaha, il sistema di controllo che garantisce tante interessanti funzionalità, tutte a portata di “dito”, per facilitare ancora di più la conduzione della barca.

Ecco che allora installando a poppa Harmo 2.0 è possibile per esempio semplificare la navigazione con la funzione Autopilota, oppure portarsi esattamente lì dove si vuole arrivare, senza errori, e restarsene perfettamente immobili, con la funzione SetPoint, per la quale, anche in questo caso, i pescatori ringraziano.


Clicca ed entra nel sito ufficiale di Yamaha Motor Italia


IT400-E Round R1000 è l'esatto nome dei nuovi correttori di assetto dell'azienda svedese, ma nessuno ce ne vorrà, se ci rivolgiamo al nuovo interceptor in termini più didascalici e lo chiameremo più comunemente ZipWake con le lame round.

È distribuito dall'italiana Saim Marine (clicca qui per entrare nel sito) ed è un correttore d’assetto caratterizzato da peculiari lame arrotondate, pensate appositamente per essere meglio adattabili, e dunque più efficienti, ai diversi tipo di specchio di poppa.

La gamma Zipwake: 25 configurazioni diverse

Come è noto, i più tradizionali correttori d’assetto si basano sull’impiego di flap e di trim tab, ovvero di alettoni posizionati a livello della poppa che possono correggere l'assetto della barca a seconda di come vengono inclinati verso l'alto o verso il basso.

Dieci anni fa qualcuno ha pensato di svolgere la stessa funzione in tutt’altro modo: non con dei flap perpendicolari rispetto allo specchio di poppa, bensì con lame attivate elettricamente mediante appositi sensori e pronte a scorrere in tempo reale verso il basso, muovendosi in linea parallela rispetto allo specchio stesso.

ZipWake lame round.

Quel qualcuno è Niclas Olofsson, e sulla sua intuizione si basa l’intera gamma degli interceptor Zipwake, che arriva oggi – con questa nuova proposta – a ben 25 configurazioni diverse.

Correttori d’assetto a lame arrotondate, e non a caso

Proporre degli interceptor con lame di forma rotonda – all’interno  di una gamma che prevede modelli a lame dritte, a tunnel, chine o con profilo a V – permette di seguire in modo più efficace la forma dello scafo, così da garantire un controllo più preciso dell’assetto. 

Due sono le precisazioni dell'azienda in merito ai pregi degli ZipWake a lame round. Anzitutto, la distanza fra il correttore e il bordo inferiore dello scafo: questo, infatti, è un fattore fondamentale per ottimizzare le performance, perché migliora il flusso idrodinamico e, di conseguenza, a incrementa la portanza.

In secondo luogo, le nuove lame arrotondate possono essere impiegate con qualsiasi modello di interceptor portato sul mercato col marchio ZipWake.

Un’installazione facile e veloce per gli ZipWake con lame round

Ad attivare le lame è un servomotore integrato, che funziona a 12-24 volt e che è raffreddato ad acqua. Vantaggio non trascurabile di questa opzione è quello di non aver bisogno di calibrazioni iniziali, che di fatto vengono affrontate in autonomia dal sistema per mezzo della centralina elettronica.

ZipWake lame round

A ridurre ulteriormente lo stress in fase di installazione è la semplicità del processo, grazie alla piastra di montaggio che integra lame e motore.

I vantaggi degli interceptor Zipwake con lame round

Gli ingegneri scandinavi assicurano che i correttori Zipwake sono in grado di garantire una reattività superiore rispetto ai sistemi tradizionali, con correzioni più veloci e precise, così da poter contare su un maggiore comfort a bordo, su più sicurezza e prestazioni elevate, nonché su un apprezzabile risparmio di carburante.

Non è da trascurare, infine, la possibilità di impostare automaticamente un ciclo di pulizia a cadenza periodica, in modo da prevenire il formarsi di incrostazioni a livello delle lame.


Leggi di più sugli ZipWake nel nostro articolo al tempo del lancio dei primi modelli


Clicca ed entra nel sito ufficiale di ZipWake (sito in inglese)


Nel 2018, in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni di attività, Ferretti Yachts si era regalato il nuovo Ferretti Yachts 670, che aveva fatto parecchio parlare di sé, non solo per la sua espressione di lusso, ma anche per l’ottimizzazione degli spazi a bordo, da cui è derivata anche la particolare ampiezza del flybridge.

A distanza di sei anni, la naturale domanda su come migliorare ulteriormente questo modello, si è fatta avanti e la risposta si è concretizza con questa nuova evoluzione 2025 realizzata in collaborazione con l’architetto Filippo Salvetti, per quanto riguarda gli esterni, e con l’opera di Ideaeitalia per gli interni.

Ferretti 670.

Il risultato è una nuova barca che conferma e valorizza quanto di buono era già stato fatto nella versione precedente in fatto di comfort, funzionalità e vivibilità, e al tempo stesso introduce nuovi elementi esclusivi, riformulando alcuni elementi in chiave migliorativa.

I punti salienti del Ferretti 670 modello 2025

Lungo fuoritutto 20,24 metri e largo 5,38 metri, questo motoryacht flybridge rivela volumi importanti. Basta infatti un’occhiata veloce per accorgersi che gli spazi per la convivialità sono effettivamente molto ampi, così come si possono notare le dimensioni notevoli del flying bridge.

Il piacere di vivere gli esterni

Chi va in mare non lo fa certo per starsene rinchiuso e questo i progettisti lo sanno bene, non a caso il Ferretti 670 edizione 2025 dispone di un’area di quasi 20 metri quadrati tra pozzetto e plancetta.

E se la zona di poppa risulta particolarmente invitante per i pranzi e le colazioni all’aperto, la zona prodiera richiama gli ospiti per la sua altrettanto grande area di 11 mq, che può essere trasformata ora in due superfici prendisole ora in un articolato living con un divano fronte marcia e due dinette contrapposte ai lati della barca, che possono anche essere riparate da un bimini allestibile facilmente.

La rivisitazione del flybridge

Elemento caratteristico di questo lussuoso yacht è il vasto flybridge, che è stato rivisitato in maniera importante rispetto alla passata edizione. Si parte dall’hard top, completamente diverso, che ora si presenta con linee più fluide e anche con una sezione apribile.

Flying bridge.

All’ombra di questa copertura, nella zona centrale del flying bridge si posiziona la dinette, che si sviluppa sul lato sinistro e che guadagna maggiore spazio di seduta. Di fronte c'è il mobile cucina, che è subito dietro la postazione di comando, mentre alle estremità di prua e poppa si estendono le due aree prendisole.

Al singolo armatore, comunque, è riservata la scelta sull’arredo del ponte superiore, tra mobili attrezzati, divani, tavolo da pranzo e ulteriori prendisole.

Il living interno, tra salone e cucina

Lasciandosi alle spalle il pozzetto attraverso la porta a vetri scorrevole, ci si addentra nel salone, che è dominato ai lati da due ampi divani: al di sopra di uno di questi campeggia lo schermo Tv, rigorosamente a scomparsa.

Salone del Ferretti 670.

Il salone lascia poi spazio – due scalini più su – alla cucina, che è stata rivista a livello di configurazione per garantire maggiore funzionalità: a completare il tutto, il tavolo della zona pranzo e un divano a L... in tanto spazio a volontà.

Salone del Ferretti 670.

La postazione di comando senza ostacolo alla vista

Arrivati alla postazione di comando, lo sguardo spazia fuori senza interruzioni, grazie all’assenza del montante centrale a suddividere il parabrezza. La plancia di comando è posizionata a dritta ed è attrezzata con strumentazione integrata Naviop-Simrad.

Zona di comando del Ferretti 670.

Il layout degli interni con una suite armatoriale da grand hotel

Se negli hotel una camera matrimoniale sui 15 o 16 metri quadrati può già considerarsi di grandi dimensioni, non può che stupire piacevolmente l’ampiezza della suite armatoriale del Ferretti 670, che misura la bellezza di 18 mq in cui, oltre naturalmente al letto e al bagno privato, è prevista anche una cabina armadio e un’area dedicata a studio.

Cabina armatoriale del Ferretti 670.
Cabina armatoriale.

Gli ospiti dell'armatore possono essere accolti in altre due cabine, di cui una doppia e la Vip a prua, tutte con bagno privato. Se non bastassero, il cantiere prevede anche un layout con quattro cabine, che sacrifica soltanto la zona studio della suite armatoriale.

Naturalmente, c'è anche la cabina marinaio, che è all'estrema poppa ed è con bagno e accesso privato dal pozzetto.

Cabina doppia.

Décor classico o contemporaneo?

Due gli stili proposti per gli arredi interni. L’armatore può infatti optare per il décor Classic, ispirato agli elementi caldi della terra, oppure il décor Contemporary, che si riconduce invece alla luminosità e alle sfumature del mare.

Ferretti 670.

Motori e prestazioni del Ferretti 670

Così come due sono i décor proposti, due sono anche le motorizzazioni disponibili. I più tranquilli opteranno per la coppia di motori Man V8 dalla potenza di 1000 cv, che possono portare questo yacht di 20 metri a una velocità massima di 28 nodi e a un regime di crociera di 25 nodi.

Ferretti 670.

I più sportivi, invece, potranno scegliere la configurazione con due Man V8 di 1200 cv, per avere una velocità massima di 32 nodi e un'andatura di crociera di 28 nodi.

Da notare infine che, per assicurare un alto livello di stabilità sia durante la navigazione sia alla fonda, è possibile dotare il Ferretti 670 con due giroscopici Seakeeper NG6. Insomma, al comfort non c’è davvero limite.


Scopri anche l'ammiraglia della nuova gamma Infynito di Ferretti Yachts


La scheda tecnica del Ferretti 670

Lunghezza f.t.20,24 m
Larghezza5,38 m
Immersione1,68 m
Dislocamento a vuoto41.000 kg
Dislocamento a pieno carico48.300 kg
Serbatoio carburante3.800 l
Serbatoio acqua1.000 l
Persone imbarcabili18
Cabine / Posti letto3 / 6 - 4 / 8
Motori standard2x1000 cv Man
Motori optional2x1200 cv Man

Clicca ed entra nel sito ufficiale di Ferretti Yachts


Da una parte abbiamo Pirelli e i suoi maxi rib che non avrebbero bisogno di grandi presentazioni, dall’altra abbiamo Mansory, nome che ai più potrebbe effettivamente suonare come nuovo, ma chi segue il mondo del tuning d’alta gamma sa benissimo di cosa si parla. È infatti un celebre tuner tedesco, abituato a rivoluzionare supercar di grandi marchi, come Bugatti, Porsche, Bentley, Ferrari, Lamborghini, e altri ancora. Da questa unione nasce il Pirelli 50 Mansory Special Edition.

I designer e gli ingegneri di casa Mansory si erano già estesi dal mondo delle quattroruote a quello della nautica per elaborare il Pirelli 42 (leggi qui) giocando su uno spazio sì inedito, ma nient’affatto sconosciuto. Ora è la volta dell’ammiraglia della collezione Speedboats creata per Pirelli da Mannerfelt Design Team e, a scorrere le immagini che ritraggono questa ruggente Special Edition, si capisce subito il carattere prepotente, deciso ed esperto dell’elaborazione.

Pirelli 50 Mansory Special Edition.

Come ti rendo (più) esclusivo il Pirelli 50

Di certo i preparatori tedeschi non si sono risparmiati, intervenendo sull’estetica, sulla tecnologia e sugli spazi abitativi dell’ammiraglia: dal calpestio fino al parabrezza, il tocco teutonico è presente praticamente ovunque, con modifiche talvolta minime, altre volte sostanziali.

Cerchiamo di riassumere gli interventi principali. Partiamo dal motore: se nella versione originale la motorizzazione consigliata era la doppia Mercury da 600 cv, in quella proposta da Mansory si “esagera” con l'aggiunta di un terzo V12 da 600 cv, per avere prestazioni decisamente fuori dal comune.

Oltre a modificare esteticamente buona parte della barca nelle parti esterne con grafiche e colori custom (tubolari Ice White, cuscini Turquoise, hardtop Black, oltre a intervenire sul volante, motori e altri dettagli ancora) i preparatori si sono assicurati che chi abiterà il Pirelli 50 Mansory Special Edition possa sempre rimirare il cielo anche nelle aree coperte, meglio se stellato, effetto che è stato sapientemente ricreato sia in cabina sia sotto l’hard top.

A dominare le rifiniture di questa edizione speciale è poi la presenza ricorrente del carbonio a vista, che si ritrova a livello della timoneria, dello spoiler, del cockpit, per arrivare fino alle prese d’aria e agli speaker.

E ancora, questa nuova versione presenta un tavolo pieghevole – anche lui, guarda un po’, in carbonio – tra le sedute di poppa, per unire eleganza e funzionalità.

Pirelli 50 Mansory Special Edition.

Dettagli per un nuovo livello di lusso sul Pirelli 50 Mansory Special Edition

La cura per i dettagli estetici di questa Special Edition è ai massimi livelli: tutto quello che Mansory effettua abitualmente per le automobili più prestigiose è stato di fatto riproposto per l’ammiraglia Pirelli, per creare un maxi rib stiloso e con carattere da vendere.

La scheda tecnica del Pirelli 50 Mansory Special Edition

Lunghezza f.t.15,20 m
Larghezza4,70 m
Diametro tubolare0,60 m
Compartimenti8
Serbatoio carburante2.000 l
Serbatoio acqua285 l
Porata persone14
Motori3x600 cv V12 FB
Progettazione scafo e ponteMannerfelt Design Team
Tuning edizione specialeMansory
Render

Equipaggiamento speciale Mansory

  • Spoiler del tetto aerodinamico in fibra di carbonio a vista
  • 2 luci Hella sul tetto con alloggiamento in fibra di carbonio a vista
  • Fari integrati a luce stellare
  • Copertura del pulsante di avviamento/arresto in stile aeroplano
  • Pannello di controllo del cockpit in fibra di carbonio a vista
  • Volante, acceleratore e joystick in combinazione di pelle e fibra di carbonio a vista
  • Copertura degli altoparlanti personalizzata in fibra di carbonio a vista
  • Porta dell'armadio in fibra di carbonio a vista
  • Presa d'aria posteriore in fibra di carbonio a vista
  • Pannelli delle pareti interne personalizzati in fibra di carbonio a vista
  • Tavolo pieghevole posteriore in fibra di carbonio a vista
  • Portabicchieri in fibra di carbonio a vista
  • Cuscini personalizzati di colore con loghi Mansory
  • Motori verniciati su misura
Render.

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