Mai piĆ¹ mal di mare! Scopriamo il mondo degli stabilizzatori per le barche

Categorie: Accessori, News Varie
14 Luglio 2019
Mai piĆ¹ mal di mare! Scopriamo il mondo degli stabilizzatori per le barche

Oggi gli stabilizzatori per le barche possono fare "magie" per annullare beccheggio e rollio sia in navigazione sia alla fonda. E non pensiate che sia solo roba da grandi yacht! Ma quanti tipi di stabilizzatori ci sono sul mercato? Come sono fatti? Come sceglierli? Dove montarli? Ci dice tutto Marco DonĆ , Ceo di Saim, storica azienda che ha iniziato a trattare i primi sistemi giĆ  a fine anni novanta e oggi la sua esperienza ci puĆ² illuminare tra pinne, giroscopi e interceptor.

Anzitutto una piccola introduzione sugli stabilizzatori per le barche. La stabilizzazione nasce agli inizi del 1900 su transatlantici e aeromobili. Dunque arriva molto prima che nella nautica da diporto. Come quasi sempre accade nello yachting, la tecnologia viene trasferita quando se ne sente la necessitĆ  e questa si ĆØ iniziata a sentire in anni piĆ¹ recenti con il crescere delle dimensioni delle barche e con lā€™ampliarsi della clientela dei cantieri, costituita non piĆ¹ solo da armatori sportivi e appassionati, ma anche da persone che vogliono godersi il mare in maniera piĆ¹ tranquilla.

Gli stabilizzatori a pinna della ABT-TRAC possono essere montati su yacht tra i 25 e i 50 metri di lunghezza

Chiediamo allora subito a Marco DonĆ  quali sono i sistemi di stabilizzatori per le barche sul mercato.
ā€œIn ordine di tempo sono nati prima gli stabilizzatori a pinna e poi sono arrivati i sistemi giroscopici. E ancora oggi queste sono le due grandi famiglie sul mercato. Anche se in realtĆ  tra gli stabilizzatori si possono pure includere gli interceptor, i correttori dā€™assetto, che perĆ² meritano un discorso a parte".

Lo staff di Saim, il secondo da destra ĆØ Marco DonĆ . Il Gruppo Saim opera dal 1951 nel campo della distribuzione e fornitura di impianti, componenti e strumentazioni in diverse sfere produttive, fra cui il settore marino, che ĆØ nato nel 1993.

Pinne e sistemi giroscopici. Come scegliere?
ā€œSpesso ĆØ una questione di filosofia. Anche se in linea di massima posso dire che le pinne sono superiori ā€˜under wayā€™ (in navigazione) e i sistemi giroscopici a ā€˜zero speedā€™ (allā€™ancora). Tanto che alcune imbarcazioni scelgono di installarli entrambi.
In origine le pinne stabilizzatrici venivano usate solo ā€˜under wayā€™, poi sono riusciti a modificare lā€™algoritmo che ne regola il movimento e le hanno allungate facendole diventare molto efficienti anche allā€™ancora.
Nella nostra esperienza personale abbiamo visto che, con un corretto dimensionamento delle pinne, oggi allā€™ancora si raggiungono ottimi risultati. Per esempio, noi in Saim montiamo ABT-TRAC e le Vector Fin di Side Power e non abbiamo mai avuto la necessitĆ  di accoppiarli a un giroscopioā€.

Su che dimensioni di barche si usano le pinne e su quali i giroscopici?
ā€œIl sistema giroscopico oggi ha una gamma molto ampia e puĆ² essere installato su anche barche lunghe meno di 30 piedi.
Per le pinne ĆØ diverso. Le nostre le montiamo su unitĆ  dai 25 ai 50 metri di lunghezza, anche se ora Side Power sta lavorando a un modello per scafi piĆ¹ piccoli. Ma abbiamo lavorato anche su scafi piĆ¹ lunghi montando 2 coppie di pinne. Comunque sul mercato si trovano anche modelli a pinna studiati per scafi intorno ai 60 piediā€.

Il piĆ¹ piccolo degli stabilizzatori giroscopici di Seakeeper puĆ² essere montato su un 27 piedi

Pinne e giroscopio, chi ĆØ meno invasivo?
ā€œDifficile da dire perchĆ© sono due sistemi molto diversi. Da un lato il giroscopio pesa tanto ed ĆØ molto ingombrante, sottraendo quindi spazio utile nelle aree tecniche dellā€™imbarcazione, mentre dallā€™altro le pinne sono comunque delle appendici esterne. In modo differente, ma entrambi a bordo si fanno sentireā€.

Gli stabilizzatori della Humphree ad attuazione elettrica da 24V CC

Su quali tipi di scafo si montano le pinne?
ā€œFino a qualche tempo fa le pinne venivano montate solo su scafi dislocanti o semidislocanti. A causa del loro effetto di trascinamento era quasi un controsenso usarle su scafi plananti. Ora ci sono delle pinne, le Vector Fin della Side Power, che vengono usate anche su scafi plananti. Hanno una forma curva che genera un leggero effetto lift tanto che riescono a far guadagnare velocitĆ  e a ridurre leggermente i consumiā€.

La particolare forma curva delle Vector Fin le rende adatte anche a scafi plananti

Giroscopici sottovuoto o no?
ā€œI sistemi giroscopici possono avere il volano che opera in ambiente sottovuoto o meno. In linea teorica, nel primo caso il volano gira piĆ¹ velocemente e aumenta lā€™efficienza del giroscopio. Per contro hanno maggiori problemi di raffreddamento e costi di manutenzione maggioriā€.

Sistema idraulico o elettrico?
ā€œIn genere lā€™istallazione di un sistema elettrico ĆØ piĆ¹ semplice, in particolare in caso di refit, e ha bisogno di meno spazio: basta montare lā€™attuatore e il motore elettrico, e di norma si riesce sempre a farlo sotto i gavoni.
Lā€™idraulico richiede lā€™installazione di un sistema oleodinamico che ĆØ in grado di offrire potenzialmente una forza di spinta infinita. Poi, se a bordo esiste giĆ  un impianto idraulico adeguato, perchĆ© non sfruttarlo anche per gli stabilizzatori?ā€.

In quanto tempo entrano in funzione?
ā€œQui, tra giroscopi e pinne la differenza cā€™ĆØ. Il giroscopico essendo costituito da un volano molto pesante richiede almeno 20 minuti per andare a regime, per le pinne ĆØ immediato, basta avviare il sistema e la barca ĆØ stabilizzata. Certo, se si dispone di un giroscopico basta accenderlo prima! Ad esempio mentre si fanno le operazioni per mollare gli ormeggi, si inizia ad avviarlo ed una volta in mare ĆØ in funzioneā€.

Quick ha una gamma molto ampia di stabilizzatori giroscopici che possono essere montati su imbarcazioni tra gli 8,5 e i 50 metri di lunghezza

Quanto ĆØ impegnativa la manutenzione?
ā€œLa manutenzione ordinaria dei giroscopici ĆØ abbastanza semplice. Quella straordinaria, mi riferisco allā€™usura sui cuscinetti, ĆØ piĆ¹ complessa e puĆ² richiedere anche di rimuovere il sistema e la cosa non ĆØ banale. Per ovviare a questo, alcune aziende offrono la possibilitĆ  di fare la manutenzione sul posto con macchine particolari. Insomma non ĆØ facilissimo e puĆ² essere molto oneroso.
Per le pinne ĆØ piĆ¹ semplice. Se occorre cambiare i cuscinetti basta, quando la barca ĆØ alata, sostituirli. I costi sono inferioriā€.

Infine, gli interceptor...
ā€œNon nascono come stabilizzatori veri e propri ma come correttori dā€™assetto. Si applicano sullo specchio di poppa e ā€˜under wayā€™ (in navigazione), oltre ad aiutare a uscire in planata prima e a sostituire i flap, aiutano anche a stabilizzare.
Possono essere una soluzione ideale per stabilizzare barche sotto i 50 piedi, magari accoppiati ad un sistema giroscopico per risolvere il problema quando si ĆØ allā€™ancoraā€.

Gli interceptor non nascono come stabilizzatori veri e propri, ma "under way" aiutano molto. Qui sopra i correttori d'assetto degli svedesi di Zipwake.

Quanto costano gli stabilizzatori?
ā€œSu barche di dimensioni piĆ¹ piccole, giroscopico e pinne hanno un costo abbastanza simile, al netto dei lavori di refit. Su unitĆ  piĆ¹ grandi va sottolineato che il giroscopico inizia a essere meno conveniente quando se ne deve montare piĆ¹ di uno.
Per quanto riguarda i prezzi, posso parlare per quelli che trattiamo noi, quindi le pinne ABT-TRAC e Vector Fin di Side Power: vanno dai 70.000 euro fino a 200.000 euroā€.

Se vuoi approfondire le caratteristiche dei prodotti commercializzati da Saim Marine, clicca qui

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Paola Bertelli

Nel giornalismo ci arrivo per caso a fine anni novanta, per "colpa" della mia passione per le barche, il mare e le regate. Da allora lavoro nel mondo della comunicazione e dell'editoria tra siti web, riviste, uffici stampa e libri...
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