La velocità è nel Dna di Victory Design, che ha iniziato la sua attività con le barche da corsa, quindi i 100 nodi a cui ambisce con il Bolide 80 non sono certo un limite invalicabile.
Lo studio collabora con molti cantieri di caratura internazionale, dai produttori di barche ad alte prestazioni a quelle super lusso, come Pershing, Bertram, Crn, Riva, Cantieri di Sarnico, Colombo, Apreamare, Alen Yachts, Ferretti e molti altri. E ora ha finito di realizzare “in house” uno yacht molto ambizioso: Bolide 80.
Il nocciolo di questo progetto - lo dice il nome stesso Bolide - sono le prestazioni. Bolide 80 vuole infatti essere lo yacht più veloce al mondo e il capostipite di una gamma declinata tra i 60 e i 170 piedi, i cui esemplari saranno realizzati in edizione limitata e numerata.
La visione di Brunello Acampora, fondatore di Victory Design e progettista dei Bolide, è ambiziosa: proporre modelli di imbarcazione simile a una hypercar ad alte prestazioni, che fondano design e tecnologia, materiali classici e futuribili all’insegna dell’unicità.
“Si tratta di veri gioielli da collezione, costruiti su misura, non in serie, dove ogni yacht è un esemplare unico ed esclusivo”, conferma Acampora.
Bolide 80 è un 24 metri full carbon capace di navigare, secondo i dati rilevati dal cantiere, a oltre 55 nodi di crociera e con una velocità massima di 75 nodi, con tre motori Man V12 da 2.000 cv, forniti da Ranieri & Tonissi, importatore del brand tedesco e partner tecnologico di Victory.
Le prestazioni e la tenuta di mare sono garantite dalle carene Victory, una garanzia in termini di stabilità e performance. L'opera viva nasce infatti su un'architettura "multi-stepped", che genera un'emulsione di acqua e aria su cui scivolare meglio, ottenendo così una riduzione della resistenza a favore di più velocità con meno sforzo dei motori.
Ma pilotare questa hyperboat diventa esaltante anche grazie ai due timoni indipendenti, che lavorano come nei sistemi con i foil, per gestire la barca in modo sicuro anche a velocità elevate.
La trasmissione e la correzione d'assetto sono invece raggruppate in un unico sistema brevettato e già sperimentato nelle competizioni nautiche più dure, e si chiama T-Drive by Flexitab & TS. È un sistema che integra i flap in composito (sempre di Flexitab), per fare in modo che le tre eliche di superficie trovino automaticamente, e soprattutto in maniera costante, l’angolo di trim ideale.
Con Brunello Acampora, fondatore di Victory Design, e Massimo Bruni, direttore tecnico, andiamo alla scoperta di questa hyperboat, varata di recente e ora in navigazione in Mediterraneo in attesa di essere ufficialmente presentata al pubblico al Salone Nautico di Monaco 2023 a fine settembre.
Iniziamo subito col chiedervi come è andato questo varo, come ha risposto la barca?
M.B. La barca ha superato tutti i target di progetto sia in termini di velocità massima – oltre 70 nodi – sia di velocità di crociera e andature intermedie. Le prove di evoluzione hanno confermato la perfetta manovrabilità e il totale controllo dell’imbarcazione a tutte le velocità, grazie all’innovativo sistema dei timoni con diedro e al sistema di steering attivo fornito da Xenta. Il primato, non ufficiale, di yacht più veloce del mondo è stato conquistato immediatamente e senza sforzo!
B.A. Già dopo il primo shake down di marzo Bolide aveva confermato la bontà di tutti i contenuti tecnici. Planata eccezionale, velocità di crociera di 55 nodi senza sforzare e abbiamo visto subito velocità vicinissime ai 75 nodi. Ovviamente, essere lo yacht più veloce del mondo sin dalla prima planata è un bell’incoraggiamento!
Ma come è nata la decisione di costruire “in house” Bolide 80?
B.A. Victory Design è una struttura di design e progettazione e da 35 anni porta avanti solo progetti che, a vario titolo, possono essere definiti “dirompenti”. Abbiamo sempre realizzato prototipi e pre-serie, sia per ampliare le nostre conoscenze sia perché, molte volte, quello che progettiamo è talmente innovativo che il prototipo dobbiamo costruircelo per forza noi!
M.B. Crediamo nel “total design”, ovvero seguire i progetti in tutti gli aspetti, considerandoli come qualche cosa di organico e interconnesso. Abbiamo infatti in passato costruito imbarcazioni da competizione e imbarcazioni militari e componentistica molto specializzata.
Quali sono le sfide più significative dal punto di vista costruttivo di Bolide 80?
B.A. Uno scafo di queste dimensioni interamente in carbonio e resina epossidica, tutto sottovuoto in infusione è complesso quasi come uno scafo di Coppa America. I processi di qualità sono inediti nel mondo della nautica da diporto, allineati a standard militari e talvolta vicini a quelli aeronautici. Bolide pesa solo 30 tonnellate, la metà di un 80 sportivo equivalente!
Perché dite che Bolide 80 consuma meno di barche della stessa categoria?
B.A. L’attenzione maniacale al controllo dei pesi, la carena con redan più grande del mondo, le speciali trasmissioni di superficie frutto di decenni di esperienza della Flexitab e della TS. Anche il lavoro con Progetto Elica sta portando buoni risultati, sebbene il mondo delle eliche di superficie rimane tutto da esplorare. E poi il brevetto dei timoni con diedro e controllo indipendente, che funzionano come dei foil: tutto ciò rende Bolide il monocarena planante più efficiente del mondo; e i consumi al miglio lo confermano.
M.B. Bolide è un'imbarcazione che è stata progettata senza alcun compromesso, tutte le aree del progetto sono state sviluppate per raggiungere la massima efficienza. La carena è stata progettata con l’ausilio dei sistemi più avanzati di fluidodinamica computazionale; la propulsione è stata sviluppata con soluzioni inedite. La realizzazione dell’intera imbarcazione in fibra di carbonio prodotto con tecnologie e processi all’avanguardia; gli arredi sono progettati all’insegna della ricerca della massima leggerezza senza rinunciare al confort di bordo.
Una squadra la vostra che ha riunito molti partner di spessore…
B.A. È una squadra molto complessa e di grande valore. Persico, che ci ha affiancato nella parte critica del composito fornendo personale specializzato nella lavorazione del carbonio e attrezzature di altissimo livello, ha portato un grande valore aggiunto, ma anche la Ranieri & Tonissi con questa edizione dei tre V12 Man, e poi le nostre trasmissioni realizzate grazie al sodalizio tra Flexitab e TS e la dedizione di Luca Olivari nella messa a punto di strutture molto innovative, oltre alla nostra esperienza trentennale nelle carene con step, ci hanno garantito una piattaforma tecnologica imbattibile. Ma per tutta la parte che riguarda il lusso e il comfort di bordo, la presenza di Stefano Faggioni ha fatto certamente la differenza: gli interni di Bolide, interamente in pelle sellata a mano e fibra di carbonio a vista, sono destinati a far scuola. Sebbene la maggior parte delle componenti siano progettate e realizzate su misura, il rapporto con tutti i fornitori - dei veri e propri partner - ha consentito di avere il lusso di un prodotto ‘custom’, con l’affidabilita’ e le garanzie di una normale barca di serie. Per esempio Microtex ha realizzato rinforzi tarati sulle nostre esigenze specifiche, perché si fa presto a dire carbonio: la fonte e il metodo di produzione portano ad avere valori di resistenza meccanica differenti.
M.B. Per le anime sono state scelte anime ad alta densità e certificate per la resistenza agli impatti e alla fatica con variazione delle densità in funzione degli specifici carichi. particolare attenzione è stata prestata nella sagomatura delle anime, che grazie al contributo dei laboratori Diam, ha permesso di ottimizzare la posa in opera e la qualità del manufatto.
Quali sono le caratteristiche principali del disegno di questa carena multi-stepped e come siete arrivati alla sua definizione?
B.A. I nostri strumenti principali sono l’esperienza e l’intuizione, secondo la scuola di Sonny Levi, nostro maestro. Poi ovviamente siamo degli avidi consumatori di CFD e lavoriamo con alcuni dei migliori esperti del mondo, tra cui spicca il celebre Mario Caponnetto. I nostri algoritmi ci aiutano a mettere a punto geometrie innovative in modo generativo, che poi però testiamo e adottiamo solo quando siamo certi del risultato al vero.
E quali sono le caratteristiche principali del T-Drive by Flexitab & TS con flaps in composito?
M.B. L'apparato propulsivo è il sistema che permette di trasformare la potenza dei motori in spinta utile per l’imbarcazione, dunque è fondamentale al pari delle gomme per una macchina di formula 1. T-Drive by Flexitab & TScè stato sviluppato e analizzato congiuntamente alla carena alla CFD al fine di meglio integrare la parte meccanica alla fluidodinamica specifica di Bolide. I flap in composito, brevetto Flexitab, garantiscono una particolare efficacia nel funzionamento abituale aggiungendo una funzionalità che i flaps tradizionali non hanno, ovvero quella di poter alzare la prua dell’imbarcazione nelle andature che lo richiedono.
La sala macchine, il cuore tecnologico di questo yacht, come è stata progettata, che caratteristiche particolari ha?
M.B. Avendo un grande cuore pulsante, ed essendo centrale nella vita dell’imbarcazione stessa, Bolide 80 ha bisogno di tre accessi alla sala macchine: un grande cofano sotto il prendisole di poppa ci permette di accedere alla zona poppiera del vano macchine, due accessi nel pozzetto permettono l’ispezione delle sofisticate attrezzature poste a prua dei motori laterali. La caratteristica principale di Bolide 80 è certamente quella di avere tre motori con il centrale posizionato a pruavia dei motori laterali in modo da concentrare le masse verso il centro barca e ottenere un’ottimale risposta dinamica dell’imbarcazione riducendo il momento di inerzia polare.
B.A. I tre Man sono posizionati per ottenere la migliore distribuzione dei pesi e un livello accettabile di accessibilità per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Tutta la sala macchine è stata progettata con l’aiuto di ingegneri esperti come Marco Plicchi e il continuo monitoraggio dei tecnici di Ranieri e Tonissi. Di particolare pregio il complesso sistema di scarico, progettato e realizzato da Meeveco.
La prossima “grande” del brand Custom Line sarà un 50 metri e sarà una sofisticata nave da diporto realizzata interamente in alluminio. La vedremo in acqua nel 2024.
Partiamo dai numeri: la nuova Custom Line Navetta 50 sarà lunga 49,49 metri e larga 9,60. Sarà sotto le 500 GT e si svilupperà su 4 ponti. Cinque le cabine per gli ospiti e nove i membri dell’equipaggio a bordo.
Artefici di questo nuovo progetto sono il Dipartimento Strategico di Prodotto e la Ferretti Group Superyacht Yard Engineering.
Insieme a loro hanno lavorato Filippo Salvetti, per il design degli esterni, e lo studio ACPV Architects Antonio Citterio Patricia Viel, che ha firmato l’architettura progettuale e il design degli interni.
Custom Line Navetta 50 è un'imbarcazione in cui, come spiega Filippo Salvetti "La combinazione di forme scolpite e i tratti quasi stilizzati le attribuiscono dinamismo e forza, ma allo stesso tempo preservano la sua anima classica ed elegante".
La scelta della costruzione in alluminio sia per lo scafo sia per la sovrastruttura va a riflettersi anche sui consumi: secondo i dati del cantiere, con una differenza di 1/3 di peso rispetto all’acciaio, permette un risparmio dei consumi attorno al 10-15%.
A bassi regimi e alla velocità di crociera prevista per questa navetta di 50 metri, si ottiene l’efficienza migliore con un incremento di autonomia stimato attorno al 10-15% di miglia nautiche in più.
Questi render della Navetta Custom Line 50 mostrano bene quanto siano ampi e vivibili gli spazi esterni, che sono concepiti come terrazze a picco sul mare.
Sul ponte sole, oltre alle due zone all’aperto di prua e di poppa, ci sono 70 metri quadrati coperti con zona dining e american bar. A poppa è possibile avere una vasca idromassaggio.
Interessante è l’integrazione tra la beach area e la lounge a poppa del ponte principale, realizzata attraverso la piscina rettangolare
E passiamo a scoprire gli interni. Spiega Antonio Citterio: “La sfida nella nautica riguarda soprattutto le dimensioni, ogni spazio ed elemento di arredo deve essere progettato e disegnato 'su misura', integrando e mettendo in relazione in spazi ridotti criteri compositivi, funzionali ed ergonomici con soluzioni tecniche, impiantistiche e strutturali”.
A bordo di Custom Line Navetta 50 la suite armatoriale è a prua dell’upper deck e ha influenzato tutto il layout di bordo. Imponente la vetrata a tutta altezza sui tre lati della suite. Da qui l’accesso a una terrazza privata a prua con lounge e solarium.
Dice Patricia Viel: "Nella suite armatoriale, completamente full beam e a prua del ponte upper deck, lo spazio della cabina si svuota e si moltiplica, lasciandosi a poppa i volumi contenitivi e tecnici e gli ambienti accessori. Letto e testata freestanding vengono posizionati al centro del volume a dominare centralmente, dalle grandi vetrate verticali, uno spettacolare panorama esterno, completo di private lounge e sunset solarium”.
Nel progetto di questa navetta di 50 metri, la forte connessione tra interno ed esterno ricorre in tutti gli ambienti ed è percepibile soprattutto nei saloni main deck e upper deck, nonché nella suite armatoriale.
“Questa relazione interspaziale è raggiunta – spiega Patricia Viel - non solo grazie all’uso di grandi vetrate verticali a tutta altezza, ma è esasperata dall’uso ricorrente di superfici lucide e riflettenti, soprattutto in prossimità delle murate, dove ancora più forte è il rapporto sensoriale con lo specchio d’acqua circostante. La sensazione risultante è quella di trovarsi in una private island galleggiante in mezzo al mare”.
Prosegue Patricia Viel: "Sulla Custom Line Navetta 50 abbiamo utilizzato linguaggi diversi a seconda che ci si trovi nello scafo, o nella sovrastruttura. Nelle cabine ospiti al lower deck molti elementi di arredo e i volumi contenitivi e tecnici si addossano alla murata, integrandosi nel disegno dello scafo e lasciandone leggere la sezione tipica trasversale. Nei saloni ai ponti superiori le murate si alleggeriscono, i volumi contenitivi si arretrano dal perimetro per lasciare spazio alle vetrate, facendo entrare più luce e panorama possibile".
Scopri anche la Custom Line 106 nel nostro articolo
Sono stati diffusi i primi rendering del nuovo Azimut Grande 26 Metri, che debutterà a settembre al Cannes Yachting Festival 2022. È uno yacht capace di ridefinire gli spazi grazie a un'innovativa visione tra design, ingegnosità progettuale e intuizione tecnologica. Cuore del progetto, infatti, è il pozzetto con la sua "Fold-Up Sea View Terrace".
Il nuovo Azimut Grande 26 Metri è la "piccola", si fa per dire, della famiglia dei grandi motoryacht e superyacht del cantiere piemontese e va a sostituire il 25 metri, portando una grossa ventata di novità alla base della gamma.
Con questo modello, infatti, Azimut Yachts mostra ancora una volta come spazio e versatilità siano ormai il terreno su cui confrontarsi per conquistare nuovi e vecchi armatori, che oggi puntano sempre di più a una vita a bordo in ambienti esclusivi, ma sempre più a contatto con il mare.
Ed ecco che Azimut sfodera una soluzione originalissima, soprattutto per un motoryacht di 26 metri, sia dal punto di vista del design sia tecnologico: la Fold-Up Sea View Terrace.
In pratica il portellone di poppa del garage, quando si apre, ruota verso l’alto fino a diventare una piacevole estensione del pozzetto. In questo modo tutta la zona si trasforma in un palcoscenico sul mare.
Quelli della Fold-Up Sea View Terrace sono metri quadrati preziosi, che sono stati guadagnati per rendere ancora più invogliante e ancora più vicina al mare la permanenza in pozzetto.
Ci sono poi gli elementi d'arredo freestanding e trasformabili, che aggiungono una dose elevata di versatilità al pozzetto: in base ai diversi momenti della giornata può essere vissuto come zona conversazione, relax e dining grazie a un bel tavolo accessibile sui quattro lati.
Lungo 26 metri e largo 6,30, l’Azimut Grande 26 Metri ha una carena semiplanante sviluppata da P.L. Ausonio insieme al dipartimento R&S di Azimut. Gli esterni e il concept sono a opera di Alberto Mancini , mentre l’interior design è stato sviluppato dallo studio Achille Salvagni Architetti.
Realizzato secondo le linee del Green Efficiency Program sviluppate dal cantiere, l'Azimut Grande 26 Metri è costruito con un'attenzione particolare al risparmio dei pesi (abbondante l’uso del carbonio), in modo da ottimizzare la potenza propulsiva installata e contenere il consumo di carburante.
È motorizzato con 2 Man da 1.550 cv (opzionali 1.650 cv) con pod drive, altra soluzione parca nei consumi.
Accoglienti, semplici e raffinati sono gli ambienti interni studiati da Salvagni: alla ricerca della pura decorazione ha preferito concentrarsi sulla composizione spaziale, puntando sul gioco di colori e contrasti e su una cura meticolosa dei dettagli. Il salone sul main deck si affaccia sul mare attraverso le enormi vetrate.
A prua del main deck la suite armatoriale ripropone le medesime grandi finestrature del salone. La cabina, nella sua estensione full beam, offre un affaccio sul mare diretto e immenso.
Il flybridge si divide idealmente in due grandi aree: quella di poppa totalmente libera, aperta e dunque allestibile a piacimento, e quella di prua, che è riparata dal top apribile ed è composta da un living, zona pranzo e cucina, oltre che naturalmente dalla seconda plancia di comando.
Il main deck è dedicato a pozzetto, salone e cucina, che si articolano in tre zone distinte. In più, a prua si trova la cabina armatoriale che, nella sua posizione oltre la timoneria, gode della massima privacy.
Sul lower deck, a centro nave, le quattro cabine doppie per gli ospiti e a prua la zona equipaggio accessibile direttamente dalla cucina e dal camminamento laterale.
Lunghezza f.t. | 26,09 m |
Larghezza | 6,30 m |
Immersione max | 1,40 m |
Dislocamento a pieno | 87.000 kg |
Serbatoio carburante | 8.500 l |
Serbatoio acqua | 1.500 l |
Motori Azimut Grande 26 Metri | Std: 2x1550 cv Man Opt: 2x1650 cv Man |
Velocità massima | 28 nodi |
Velocità di crociera | 24 nodi |
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Nel 2020 sul primo esemplare del Benetti Oasis 40M Rebeca abbiamo visto il cosiddetto Oasis Deck, la nuova impostazione dello spazio di poppa, tra beach area e main deck creata dal cantiere di Viareggio.
Ora eccolo integrato anche sul nuovo Benetti Oasis 34M, che è stato varato nei giorni scorsi.
È uno yacht più compatto (si fa per dire; nell'ambito dei superyacht taluni aggettivi vanno interpretati secondo le loro proporzioni) rispetto al 40M e che proprio per questo, la zona poppiera “amplificabile” e versatile diventa ancora più preziosa.
Partiamo col dire che Oasis Deck, espressione coniata (e registrata) da Benetti Yachts, è molto di più di un nuovo modo di identificare un’area a bordo; è una vera e propria impostazione di tutta la zona tra pozzetto del main deck, beach club e salone principale.
Nel 2017 Benetti ha coinvolto sei studi progettuali per ripensarla. Gli inglesi di RWD sono stati quelli che hanno interpretato al meglio l’idea di Benetti, aggiungendoci anche qualcosa in più.
Il risultato lo vedete nell'immagine sopra del Benetti Oasis 34M. Murate abbattibili, piscina infinity, scalinate che vanno al mare, divani, prendisole e due ampie porte scorrevoli a scomparsa che permettono di creare un incredibile ambiente unico in&out, un mix di sole e ombra circondato dal mare.
Leggi anche: Benetti Oasis 40M, un sogno di barca
Esattamente come il 40M, anche l'Oasis 34M è un progetto di RWD, per gli esterni, e di Bonetti/Kozerski per gli interni. L’architettura navale è stata seguita da Plana Design in collaborazione con il reparto R&D di Azimut|Benetti.
Questo superyacht di 34 metri monta due motori MTU 10V 2000 M86 da 1015 kW. A 12 nodi ha un’autonomia di 2.700 miglia e come velocità massima tocca i 16 nodi.
Davvero impressionanti gli spazi esterni. Ecco una carrellata, perfetta per riuscire a immaginare come si vive una giornata di vacanza a bordo del Benetti Oasis 34M.
L’Oasis deck rilegge gli spazi tra main deck e beach club. Le ali abbattibili aumentano lo spazio ma non solo: eliminano le barriere laterali verso il mare e regalano una nuova prospettiva a bordo.
Sull’upper deck del Benetti Oasis 34M la terrazza a poppa è arredata con elementi freestanding, quindi molto versatile, e la lounge a prua ha ampi prendisole e divani rivolti verso il mare.
Il ponte sole è protetto da un hardtop centrale, sotto cui c’è la zona pranzo esterna di questo superyacht di 34 metri.
Tutti gli spazi sono collegati da scale defilate laterali, proprio per non rubare spazio prezioso agli ambienti dedicati agli ospiti.
Ecco come si presenta il salone del main deck una volta spalancate le due porte scorrevoli curve a poppa. Una full-lounge moderna e informale, arredata con elementi dalle forme morbide e fluide.
A bordo del Benetti Oasis 34M lo studio Bonetti/Kozerski ha dato un’impronta leggera e disinvolta. Niente elementi sfarzosi, ma una semplicità apparente dettata dai pochi materiali usati e una palette cromatica limitata.
Vetrate cielo terra nella suite armatoriale a prua del main deck. La suite sfrutta tutta la larghezza dello scafo e può avere un terrazzo abbattibile sulla destra.
Interessante notare anche come cambia l'estensione della vetrata di sinistra in base alla scelta del mobile appoggiato.
La parete dove poggia il letto fa da divisorio con un bagno con lavabi a giorno e box separati per toilette e doccia.
Nel salone dell’upper deck del Benetti Oasis 34M ecco la zona dining e una pantry collegata alla cucina del main deck con un montavivande
È tutto dedicato agli ospiti il ponte inferiore del Benetti Oasis Deck 34M. Si articola in due cabine Vip e due doppie,a cui segue la zona equipaggio.
Le aree di servizio sono distribuite in modo molto funzionale, con cucina e pantry principale sul main deck e cabina comandante sull’upper. Tre cabine equipaggio e crew mess sul lower.
Lunghezza f.t. | 34,36 m |
Larghezza | 7,7 m |
Immersione a pieno carico | 2.03 m |
Dislocamento a pieno carico | 200.000 kg |
Cabine ospiti Benetti Oasis 34M | 5 |
Cabine equipaggio | 4 |
Autonomia a 10 nodi | 2.700 mn |
Scopri anche il Benetti Motopanfilo 37M nel nostro articolo
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Ecco i primi rendering del Widercat 92, il nuovo catamarano in costruzione da Wider. È lungo 28 metri e sfiora i 550 metri quadrati di spazi vivibili. La propulsione sarà ibrida e promette autonomie sorprendenti.
Un nuovo mega catamarano è in arrivo da Wider nella fascia degli yacht a motore da 25 a 30 metri e sarà a propulsione ibrida. Il cantiere marchigiano è già avvezzo alle soluzioni ibride, tanto che nel 2015 ha varato il Wider 150 e nel 2019 il Wider 165.
E ora anche il Widercat 92, il nuovo multiscafo di 28 metri di lunghezza per ben 12 di larghezza, di cui Wider ha appena presentato il progetto, va nella stessa direzione in tema di propulsione.
Il catamarano, infatti, avrà un sistema ibrido di serie che, navigando in modalità economica - vale a dire in dislocamento a 8 nodi - gli permetterà di percorrere 1.600 miglia in autonomia, che possono ancora salire a ben 2.400 navigando a 6 nodi.
Widercat 92 potrà comunque navigare anche in planata alla velocità di crociera di 12 nodi e a una punta massima di 15 una volta azionato l’Electric Boost, che spinge lo yacht attingendo l’energia dalle batterie e dal generatore.
È prevista anche la modalità ZEM, Zero Emission Mode. In questo caso il catamarano può percorrere circa 27 miglia nautiche a 6 nodi in assoluto silenzio oppure avere 12 ore di autonomia con le sole batterie in caso di sosta in rada senza ricarica.
Lo scafo n. 1 è già in costruzione e dovrebbe essere varato a inizio 2023. A seguire è prevista la costruzione di altre cinque unità. Il catamarano è realizzato in vetroresina in infusione con parti in carbonio, come i portelloni e la sovrastruttura.
Prezzo? Si parte da 7,8 milioni. Questo primo esemplare di cui vi mostriamo i rendering avrà anche 170 metri quadrati di pannelli solari, montati sul tetto della sovrastruttura e in coperta, per una produzione di picco di circa 25 kW.
Firma il progetto di interni ed esterni Luca Dini, che ha lavorato in collaborazione con il Centro Stile Wider. Il catamarano è lungo 28 metri e largo 12: un colosso su tre ponti dai tratti decisi e dinamici.
Nelle foto, il Widercat 92 con a prua la tipica rete dei catamarani (a destra) e senza.
A bordo è montato un sistema ibrido di serie: due motori elettrici con tecnologia Permanent Magnets di Danfoss Editron da 583 ekW ciascuno, sono collegati agli assi delle eliche, mentre la produzione di energia è affidata a due generatori a giri variabili costituiti da due motori endotermici Fpt della potenza di 390 kW ciascuno.
Trenta le batterie a bordo. Sono del tipo LiFePO4 (Litio Ferro Fosfato), “La scelta di questa chimica delle batterie è stata fatta per prevenire il thermal runaway, in quanto nelle batterie al Litio Ferro Fosfato il punto di incendio è molto più alto (circa 300° C) rispetto a batterie più tradizionali come quelle al NMC (Nichel Manganese Cobalto)” spiegano dal cantiere.
Murate aperte, murate chiuse. La poppa si trasforma in una beach area di 67 metri quadrati. In più, le 2 cabine Vip sul lower deck hanno l’uscita a mare direttamente sulle piattaforme laterali.
Il layout del ponte inferiore nasce con 3 cabine ospiti nella parte centrale e la zona equipaggio a prua. Molto ampie le zone tecniche, così come il garage di 18 mq, dove può essere stivato un tender di 5,5 metri. In totale su questo ponte ci sono 185 mq di spazi vivibili.
100+100 i metri quadrati sul main deck tra gli esterni e gli interni del Widercat 92. Anzi, per la precisione quelli esterni sono 120, mentre i 100 interni sono equamente suddivisi a metà tra salone e suite armatoriale a prua.
Suite frontemare per l’armatore, che attraverso una spettacolare vetrata cielo terra ha anche l’accesso diretto a una lounge esterna a prua.
Il sistema di aria condizionata è supertropicalizzato da 260000 BTU su tutto il Widercat 92 e c'è anche un’unità di trattamento aria.
Centotrentaquattro i mq dell’upper deck. All’esterno a prua la possibilità di una vasca idromassaggio e al coperto una skylounge con zona TV che si affaccia sul pozzetto con l'area pranzo esterna.
Eclettico il sistema audiovideo di bordo: l’armatore può condividere dal suo smartphone qualsiasi tipo di contenuto sui device presenti attraverso codici QR. È prevista anche la modalità party mode per ascoltare la stessa musica in tutti gli ambienti interni ed esterni.
Sul ponte superiore la wheelhouse è contornata da vetri rovesci, come si usa sulle navi da lavoro. Per la navigazione il Widercat 92 si affida all'elettronica di Garmin e a un sistema sviluppato in collaborazione con la multinazionale giapponese Nidec, che permette di gestire in modo molto intuitivo i flussi di energia, grazie a un’interfaccia HMI realizzata in-house da Wider, con una grafica di derivazione gaming.
Lunghezza f.t.
28,04 m
Larghezza
12,00 m
Immersione a pieno carico
1,50 m
Dislocamento a pieno carico
90.000 kg
Serbatoio carburante
10.000 l
Serbatoio acqua
2.000
Motori
2x570 cv in linea d'asse
Banco batterie
360 kW
Gruppo generatori
2x300 kW
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Quello che per anni è stato uno degli sportfly più apprezzati di Riva, il 76’ Perseo, ora si è affilato le unghie e acquisisce la definizione Super portandosi al vertice del suo sviluppo.
Sicuramente una delle evoluzioni più eclatanti e scenografiche che si sono registrate in questi ultimi dieci anni nel diporto è l’uso del vetro, che è sempre più usato sia a scafo sia per le sovrastrutture.
Lo sviluppo tecnologico legato alla sua produzione (con la stratificazione il vetro è diventato un materiale strutturale) ha portato con sé superfici vetrate continue sempre più grandi, di forme diverse, dritte o curve che siano.
Siamo partiti dal vetro per mostrarvi il nuovo Riva 76' Perseo Super, perché i suoi 40 metri quadrati di vetrate tra scafo e sovrastruttura non passano certo inosservati.
Ma andiamo con ordine, il Riva 76' Perseo Super è il restyling del 76’ Perseo a sua volta evoluzione di modelli di successo come Ego Super, Domino e 122’ Mythos.
È un elegante sportfly (altra evoluzione nel settore dei grandi motoryacht con hardtop) al limite dei 24 metri, per l’esattezza sono 23,25 i metri di lunghezza e 5,75 di larghezza.
Il suo layout prevede un salone open space sul ponte principale e la zona notte con tre cabine e la cucina su quello inferiore. Particolare è lo spazio ricavato ai piedi della scala che conduce sul ponte inferiore: è infatti un salottino che può, nella proposta optional di layout, diventare una quarta cabina.
Citazione ormai di rito, e che si ripete a ogni nuovo Riva uscito, è quella relativa alla collaborazione ormai più che collaudata tra Officina Italiana Design, il Comitato Strategico di Prodotto e la Direzione Engineering di Ferretti Group per lo sviluppo del progetto e del design dello yacht.
E per il nostro tour a bordo partiamo proprio dai vetri e dal salone sul ponte principale.
La sovrastruttura appare come una bolla di vetro che racchiude il salone. Leggerissimi i montanti e le strutture che avvolgono l'ambiente interno e catapultano gli ospiti tra mare e cielo, instaurando un rapporto con l’esterno unico. Il tettuccio di cristallo si apre verso prua e più che per la luce, che già abbonda, è utile per arieggiare l’ambiente.
L’immagine rende perfettamente l’idea di quanto a bordo del Riva 76' Perseo Super diventi sottile la distinzione tra esterno e interno. Salone e pozzetto sono uno il proseguimento dell’altro. Alla vetrata a scomparsa di poppa il compito di separare fisicamente ma non visivamente gli spazi
E chiudiamo l’argomento “bolla di vetro” con la consolle di comando che sfrutta l’enorme parabrezza bombato e sfuggente e le finestrature laterali per assicurarsi un'ottima visibilità a tutto tondo.
Lanciato sull’acqua alla massima velocità, il Riva 76' Perseo Super tocca 32 nodi di velocità massima, mentre in crociera naviga a 28 nodi. A bordo sono installati due motori Man in linea d’asse da 1.550 cv, ma se si punta a prestazioni ancora più elevate si può equipaggiare lo yacht con due Man da 1.880 cv e toccare i 37 nodi.
Eleganza sobria e tanta funzionalità in un pozzetto ampio e per nulla ingolfato di elementi, dove i dettagli in mogano e acciai inox rimandano ai Riva più classici. Abbassando il tavolo in teak, che è per 8 persone, la dinette si trasforma in un grande prendisole. Il divano a L in primo piano può essere sostituito con un bancone bar con sgabelli.
Sofà frontemarcia dal design avvolgente e incassato nella sovrastruttura e più avanti un prendisole per l’area relax di prua. Qui tutta l’attrezzatura di coperta per l’ormeggio non è a vista. Da questa foto si nota bene quanto sia “mimetizzato” nelle forme dello scafo il fly: è la presenza delle persone a farcelo scoprire!
Privacy, sole e mare. Lo sportfly è superaccessoriato, quasi sovraffollato, tra prendisole di 4 metri quadrati, divano frontemarcia, seconda consolle di comando con schermo touchscreen da 16” (optional due schermi da 16”) con a lato due divanetti.
A bordo del Riva 76' Perseo Super sono montati i correttori d’assetto interceptor Humphree, utili per semplificare la conduzione e ottimizzare i consumi. Opzionali lo stabilizzatore Seakeeper NG18 e il joystick di manovra Aventics con funzionalità docking mode, per gestire senza problemi la barca in acque ristrette. Nel garage di poppa un tender Williams Turbojet 325.
Per la guida più sportiva, in particolare in virata, torna molto utile la timoneria elettroidraulica Xenta con gestione indipendente dei timoni. Il sistema integrato Simrad Command permette di gestire tutta la barca con 3 schermi touch da 16’’ (in alternativa 3 schermi da 19”).
Sul lower deck oltre alla cucina è concentrata la zona notte, in tutte le cabine si ripete lo stesso decor del salone, con rovere sabbia e laccati chiari o scuri.
La cabina armatoriale è a poppa e risulta ben isolata dalla rumorosità della vicina sala macchine, grazie alla coibentazione supplementare delle paratie. Il letto ha testata e bordi in cuoio, mentre la porta del bagno è rivestita da uno specchio fumé.
La cabina Vip a prua è preceduta da una doppia con letti separati. Entrambe hanno un loro bagno separato.
Ai piedi della scala che porta al ponte inferiore c'è un salottino a sinistra e la cucina di fronte. La cabina doppia per l’equipaggio ha invece l'ingresso separato dal pozzetto ed è in comunicazione diretta con la sala macchine.
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Il nuovo Riva 68 Diable si forgia fra stile e tecnologia. Progettato (come sempre) da Officina Italiana Design è un open yacht che sa esprimere un alto status e sa anche regalare emozioni a quasi 40 nodi.
Quella degli open è la gamma più iconica e rappresentativa di Riva. Oggi è una famiglia “allargata” che spazia dal Riva Iseo, un runabout di 8,24 metri che reinterpreta alla perfezione il mito Riva, all’88 Florida un 26,84 metri dall’animo un po’ open e un po’ coupé.
Al centro della gamma ecco arrivare il Riva 68 Diable. È un open dal pedigree nobile: suo predecessore è quel Riva Diable che a sua volta prese forma dal Riva Super America.
Per le sue dimensioni il Riva 68 Diable è un grande open lungo 20,67 metri. È praticamente un imponente motoscafo extra lusso lanciato sull’acqua. E il colore shark gray della sua livrea, scelto dall’armatore per questo primo esemplare, accoppiato al bright black dell’hard top in carbonio, ne rafforzano il carattere forte.
Quello che stupisce sempre in tutti i Riva è la loro capacità di evolvere, di recepire il nuovo e di interpretare il futuro valorizzando però sempre le loro origini, orgogliosi del loro stile inconfondibile.
Complice insieme al gruppo Ferretti (Riva è entrata nella galassia Ferretti nel 2000) di questo sviluppo estremamente coerente è Officina Italiana Design, lo studio che da 28 anni disegna tutti i Riva.
Prua slanciata, hard top sfuggente, questo Riva 68 Diable si lancia sull’acqua arrivando a toccare i 40 nodi di massima (34 i nodi di velocità di crociera). L’armatore ha preferito installare due motori in linea d’asse V-Drive Man V12 da 1.650 cv al posto della proposta standard di una coppia da 1.550 cv (che fanno una velocità massima di 37 nodi e 33 di crociera).
La struttura di parabrezza e hard top in composito e vetro del Riva 68 Diable è un esempio di design sofisticato, dove tratti decisi e dettagli puliti (vedi il parabrezza realizzato con cristalli sferici e perfettamente integrato nella struttura) sono al servizio della funzione: pozzetto e consolle di guida sono ben riparati frontalmente e lateralmente. Il tettuccio si può aprire totalmente oppure a compasso.
Le finiture in mogano, vedi gli scarponi di poppa e la fascia sul portellone del garage, ma anche il top del mobile grill e i tavolini in pozzetto, sono dettagli che tengono viva la tradizione del brand Riva famoso in tutto il mondo, come del resto fanno anche le particolari griglie in acciaio inox delle prese d’aria del motore.
Cuore del Riva 68 Diable è il pozzetto con il salotto sotto l’hard top e i prendisole a poppa. Riparati dal top due grandi divani a L contrapposti, con quello di sinistra che serve la zona pranzo che, su richiesta, può essere raddoppiata sul lato di dritta.
La foto rende bene l’idea delle dimensioni del grande ponte di prua, che è sfruttato quasi interamente con un’area conversazione e un prendisole che va a “confinare” fin quasi alla zona ancoraggio.
Ruota del timone ricoperta in pelle bianca, come le poltrone pilota e copilota, e consolle di comando in carbonio. Questo Riva 68 Diable monta il sistema di controllo, monitoraggio e navigazione Simrad Command, con due schermi touch screen da 16’’ e un display orizzontale della Böning come pannello motori.
Per la timoneria, la scelta è andata a una elettroidraulica steer-by-wire, sviluppata in collaborazione con Xenta. Il joystick di manovra, la funzionalità Dps (Dynamic Positioning System) e i correttori dinamici di assetto Humphree vengono in aiuto per semplificare le manovre e la gestione della barca in navigazione
Quando la plancia di poppa viene movimentata e fatta immergere porta con sé anche la scala di sinistra che conduce al pozzetto (dallo scafo appaiono altri gradini). Quelli immersi servono per la risalita dall’acqua. Il garage può contenere un tender Williams SportJet 345 e un Seabob.
All’interno, questo primo esemplare di Riva 68 Diable sfoggia finiture lucide e opache in wengé e acciaio. Per pelle e cuoio sono state scelte tonalità bianche, blu e grigio chiaro e scuro. Numerose le superfici specchiate e satinate. Nella foto si vede l’open space con cucina affacciata sulla dinette composta da un divano a L molto profondo.
La master cabin è a centro barca in posizione più defilata dalla zona giorno rispetto alle altre due cabine ospiti.
La cabina doppia si trova subito sulla sinistra della scala che porta sottocoperta (nel sottoscala è pure possibile creare una piccola lavanderia) e dispone di un bagno che è anche a uso giorno. La Vip è a prua con bagno en suite.
Lunghezza f.t.
20,67 m
Lunghezza scafo
20,06 m
Lunghezza al galleggiamento
16,97 m
Larghezza
5,29 m
Immersione
1,78 m
Dislocamento a vuoto
37.000 kg
Dislocamento a pieno
44.000 kg
Serbatoio carburante
3.800 l
Serbatoio acqua
600 l
Persone imbarcabili
16
Motori
2x1550 cv Man V12
Velocità massima
37 nodi
Velocità di crociera
33 nodi
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È una porta che si apre nel centro del parabrezza la soluzione che ridisegna la vita in coperta bordo degli Itama. Presente sui tre nuovi modelli 45, 62 e 75 crea una comunicazione comoda e diretta tra il pozzetto e il ponte di prua, peraltro sempre over size sugli Itama.
Una soluzione che permette di amplificare la vivibilità degli esterni senza dover scendere a nessun compromesso per un brand che da sempre fa della potenza, delle prestazioni e del design aggressivo il suo biglietto da visita.
E come potete vedere in queste immagini, se questo era lo scopo, in casa Itama l’obiettivo è stato centrato. Itama 75, l’ammiraglia della gamma, si trova a suo perfetto agio nell’interpretare la filosofia che ha reso famoso negli anni il brand.
È infatti un open puro, tirato e aggressivo, che fa 42,5 nodi di velocità massima ed è incapsulato in un involucro trendy e allo stesso tempo con spazi estremamente godibili.
Ma andiamo alla scoperta di questo 23 metri progettato da Marco Casali in collaborazione con il Dipartimento Engineering Ferretti Group.
Partiamo dalle doti velocistiche dell’Itama 75, che restano il cuore di questo brand. Monta due motori Mtu da 1.823 cavalli e ha il sistema di trasmissione con eliche di superficie ZF Sea Rex 140, che si traducono sull’acqua in 42,5 nodi di velocità massima e 37 di crociera.
Appare elegantissimo nella versione con scafo bianco e coperta in teak, ma colpisce sempre il suo look iper tirato nella tipica livrea con scafo blu Itama e linea di galleggiamento bianca come il ponte.
E, come direbbero gli inglesi, "impressive" il ponte di prua dell'Itama 75: trenta metri quadrati che diventano una piattaforma sul mare (anzi un palcoscenico, vedi il link sotto), e senza neppure una battagliola per non intaccare l’eleganza delle sue linee.
Guarda il video girato l'estate scorsa: A dizzying dance on Itama 75
Le linee pulite e slanciate che hanno reso famoso il brand, sull'Itama 75 le ritroviamo sottolineate da una prua alta e una leggera curvatura del profilo. Sfuggente il parabrezza che si raccorda con tratti semplici e puliti al tettuccio centrale.
E veniamo proprio a questi due ultimi elementi: parabrezza e tettuccio. Realizzati in carbonio e cristallo, sono collegati da una palpebra scorrevole elettricamente che va a chiudere il tutto. Il parabrezza, tra parti laterali che si allungano fino alla fine del pozzetto (tratto distintivo del brand) e quella frontale, totalizza 26 metri di lunghezza. Al centro ha una porta che si apre a pantografo e permette un collegamento con il ponte di prua.
Questa porta centrale è l’elemento che unisce aree esterne di solito indipendenti e lontane tra loro (i passaggi laterali su questo genere di barche non sono propriamente una via comodissima di collegamento) e crea una zona esterna unica con varie lounge e prendisole, zona pranzo e consolle di guida.
Ed eccoci nel pozzetto dell'Itama 75: sfiora i 60 mq! Una volta aperto il tavolo e riunito i divani (che sono scorrevoli) nella configurazione a C c’è posto per 12 ospiti. Un bimini a scomparsa ripara tutta la dinette.
A prua della consolle comandi centrale ecco la seconda lounge e l’ampio passaggio che porta a prua.
A poppa dell'Itama 75, sotto al grande prendisole, c’è il garage per il tender o la moto d’acqua movimentabili con la gruetta.
Una scala larga e comoda porta sottocoperta. Dai toni chiari e caldi, la dinette con tavolo apribile, divani a C e mobile con la Tv incassata, si trova di fronte alla cucina, ma separata da una porta in cristallo satinato.
Il layout sottocoperta dell'Itama 75 è a tre cabine ospiti e tre bagni, ma è possibile anche una versione a quattro, tutte con servizi en suite.
La cabina armatoriale è full beam con le vetrate a scafo che la rendono molto luminosa, oltre che scenografica. Immancabile la chaise longue.
A prua la cabina Vip preceduta da due doppie, una per gli ospiti e una per l’equipaggio.
A proposito di sportive di lusso e uniche nel loro genere, leggi anche:
Wally, il coraggio di un grande visionario, la continuità di un grande gruppo industriale
Lunghezza fuoritutto
23,54 m
Lunghezza al galleggiamento
18,74 m
Larghezza
5,92 m
Pescaggio
1,44 m
Dislocamento a vuoto
44.500 kg
Dislocamento a pieno carico
52.200 kg
Serbatoi carburante
5.500 l
Serbatoi acqua
1.000 l
Persone imbarcabili
16
Motori
2x1823 cv Mtu 12V 2000 M96
Velocità massima
42.5 nodi
Velocità di crociera
38 nodi
Cabine
3 o 4
Bagni
3 o 4
Cabine equipaggio
1
Bagni equipaggio
1
Yacht Designer
Marco Casali
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Pura tecnologia e altissimo design quasi non bastano più nel mondo degli yacht extralusso. Questo è quanto emerge a giudicare dal nuovo concept di Lürssen Alice, che ambisce a diventare precursore di un nuovo orientamento nel mondo dei gigayacht, di cui il cantiere tedesco è uno dei massimi player.
Come spesso succede nel mondo dei superyacht, le informazioni sulle unità in costruzione sono poche e i patti di riservatezza imposti dagli armatori sono molto stretti, ma in questo caso non abbiamo problemi, perché facciamo un salto nel futuro e nella fantasia, parliandovi di un concept innovativo, e coraggioso, che Lürssen ha presentato.
Si chiama Lürssen Alice ed è un 5 ponti lungo 98 metri e largo 17 che si ispira all'omonima fanciulla della celebre fiaba e al suo viaggio nel Paese delle Meraviglie. Un concentrato di stimoli che potremmo davvero vedere a bordo negli yacht di domani.
Il concept è stato sviluppato direttamente dal cantiere tedesco, in collaborazione con Dasha Moranova Designs che ha seguito l’interior design, e ha l’obiettivo di dare forma a uno yacht tecnologicamente sostenibile e con una nuova visione di vita a bordo.
Nell’andare a scoprire questa “nuova era” degli yacht, che come puntualizzano dal cantiere “è un modello che vuole aprire una strada”, partiamo dalla rivoluzionaria impostazione del main deck.
Il main deck di Lürssen Alice si trasforma per diventare il nuovo Paese delle Meraviglie. Il grande salone interno, che secondo ricerche condotte dal cantiere è molto poco usato dagli armatori di questo tipo di gigayacht, scompare a favore di un ponte totalmente all'aperto lungo quasi 100 metri.
Dal design all’avanguardia, sul main deck si alternano parchi, stagni, corsi d’acqua, ponticelli e molta vegetazione rarissima da trovare a bordo di uno yacht.
Il prezioso teak, oggi quasi in estinzione, sul Lürssen Alice è sostituito da un legno leggero e dalla crescita rapida proveniente da agricoltura biologica e che rispetta gli standard richiesti nello yachting.
A poppa lo spazio può essere utilizzato per attività sportive, come ad esempio un campo da paddle, al centro il bar con dance floor è riparato dalla struttura che pare sospesa del ponte armatoriale.
Da un punto di vista tecnologico, Lürssen Alice è alimentata da una fonte energetica climaticamente neutra. A bordo è pieno anche di soluzioni per il risparmio energetico.
La produzione di energia elettrica è affidata a celle a combustibile alimentate a idrogeno prodotto (attraverso il processo di reforming) da metanolo verde a cui si affianca un motore a metanolo per quando vengono richiesti spunti di energia e di velocità. Tender e toy sono tutti elettrici.
A bordo una gestione intelligente dell’energia sfrutta il calore residuo per i sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e condizionamento). Inoltre le vetrate specchiate sul ponte armatoriale riflettono calore aumentando l’isolamento termico e alleggerendo il carico energetico sui sistemi di condizionamento.
E arriviamo agli interni di Lürssen Alice. Elementi architettonici sorprendenti, spazi ampi, grandi finestre che portano molta luce naturale, soffitti alti. E naturalmente solo materiali sostenibili.
“L'obiettivo – spiega la designer Dasha Moranova – è stato giocare con l'immaginario e collocarlo nella realtà. Tutto ciò che sogni può essere trovato qui”.
Sembra un’astronave sospesa sul main deck il ponte armatoriale. La suite a tutto vetro è a prua, il letto affacciato verso l’esterno ruota su se stesso.
Sui ponti inferiori dello scafo di Lürssen Alice ci sono otto cabine ospiti.
E chiudiamo con un’ultima chicca di bordo: sul sundeck oltre a eliporto e zone conversazione, anche una piscina totalmente trasparente sospesa sull’ingresso e sulle scale di collegamento fra i ponti.
Clicca ed scopri i mega e gigayacht di Lürssen nel sito del cantiere
Un superyacht, il Majesty 175 di Gulf Craft, che potrebbe segnare il passo nella costruzione delle big boat. È infatti il primo 56 metri realizzato in composito. E il risultato è una barca dai grandi volumi, leggera, che pesca poco più di 2 metri e ha 4000 miglia di autonomia.
Arriva dagli Emirati Arabi e precisamente dal cantiere Gulf Craft lo yacht più grande al mondo realizzato in composito. Si chiama Serenity MRF ed è il Majesty 175 numero 1. Con i suoi 56,40 metri di lunghezza e una stazza lorda di 780 GT supera il Mangusta 165 ( un mega open hardtop lungo 49,90 metri e di 488 GT) che dal 2007 deteneva questo record.
Quando quattro anni fa, nel 2016, al salone di Monaco, Gulf Craft aveva presentato questo suo ambizioso progetto, molti avevano alzato il sopracciglio in segno di dubbio. E invece eccolo qua. Varato a maggio e consegnato al suo armatore a novembre 2021. Pandemia compresa.
Uno yacht che Gulf Craft ha costruito tutto in casa, mentre per il design di interni ed esterni si è affidato a Cristiano Gatto Design Studio e per l’architettura navale a Massimo Gregori dello Yankee Delta Studio.
Per il team tecnico-ingegneristico del cantiere è stata una sfida complessa e una prima assoluta. Per realizzare questo yacht, Gulf Craft ha infatti dovuto reimpostare il suo metodo produttivo: barche in composito di questa stazza non ne erano mai state costruite e per soddisfare le specifiche MCA (la Maritime and Coastguard Agency inglese) per gli yacht oltre le 500 GT, ogni pezzo ha dovuto superare precisi test.
I nuovi materiali compositi ora a disposizione hanno dato luogo a strutture molto resistenti, ma più leggere. Parliamo per esempio di nuovi compositi in fibra di vetro e/o carbonio, di speciali resine vinilestere e di core di ultima generazione, che insieme sono in grado di creare dei laminati a sandwich che si comportano in modo simile alle travi in acciaio.
Il Majesty 175 segna un cambiamento importante che, come ha dichiarato Mohammed Hussein Alshaali, Chairman di Gulf Craft: “Influenzerà il settore dei superyacht. Il futuro è nei compositi. Materiali che sono cambiati e soprattutto cambieranno ancora molto”. E uno dei vantaggi più immediati riguarda i tempi di costruzione che si riducono drasticamente, “ora avendo già lo stampo - puntualizza ancora Mohammed Hussein Alshaali – direi che in sei mesi lo scafo del prossimo 175 può essere pronto”.
Certo il Majesty 175 rispetto al progetto iniziale presentato nel 2016 a Monaco è molto diverso, ma non si è ridimensionato, tutt’altro: dalle 500 tonnellate di stazza si è passati a ben 780, oltre il 50% in più! I suoi volumi, quindi, sono lievitati. Eccone una carrellata.
Naturalmente la personalizzazione è molto alta per quanto riguarda il layout. Questo primo esemplare, per esempio, ha due vere e proprie cucine, una sul main deck e una sul lower deck nell’area del beach club. Una soluzione questa molto richiesta nel middle east.
Il Majesty 175 conta ben sette cabine ospiti più sei per l’equipaggio. A prua del main deck ci sono due cabine Vip gemelle, mentre l’armatoriale è sull’upper deck e le altre sono sul lower deck. Sempre sul ponte principale tra salone e cabine Vip c’è una palestra.
La suite armatoriale a prua dell’upper deck è contornata da vetrate. Una suite con salottino/studio all’ingresso, doppio bagno e l’accesso diretto alla lounge a prua con tanto di piscina a sfioro lunga 5 metri e con un particolare sistema a getto d’acqua che crea una corrente costante.
All’esterno la scelta di avere le scale di collegamento dei tre ponti a centro barca ha permesso di ottenere spazi per pozzetto e lounge più grandi. Lo sky-lounge sul wheeldeck è “ibrido”: un top apribile lo trasforma da zona coperta e riparata in un open sun deck.
È uno yacht dal dislocamento contenuto (503 tonnellate) che si traduce in un risparmio di carburante e un pescaggio ridotto, solo 2,05 metri, perfetto per i bassi fondali come quelli delle Bahamas. È motorizzato con due MTU da 1500 kw che lo spingono a una velocità massima di 16 nodi. In crociera a 10 nodi ha un’autonomia di 4000 miglia.
Lunghezza ft
56,40 m
Baglio
9,62 m
Pescaggio
2,05 m
Dislocamento
503,8 t
Stazza lorda (Gross Ton)
780 GT
Serbatoio carburante
61.503 l
Serbatoio acqua
16.719 l
Generatori
2 x Kohler 175 kW, 50 Hz
Motori
2 x 2012 cv MTU (1500 kW)
Scopri anche il Majesty 120 nel nostro articolo
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