Reinventare la nautica a motore e soddisfare gli imperativi energetici e ambientali era il concetto di  questo 5° Solar& Energy Boat Challenge organizzato dallo Yacht Club de Monaco: 200 concorrenti suddivisi in 30 team e tre categorie.

L'evento, spesso brevemente chiamato Solar Challenge ma il cui nome completo è appunto Solar& Energy Boat Challenge, si è svolto nel Principato dal 12 al 14 luglio, con base allo YCCM. Fra i sostenitori, il pilota svizzero Bertrand Piccard, l'uomo dietro Solar Impulse, il primo aereo a emissioni zero con autonomia illimitata mezzo con cui ha volato intorno al mondo. Ma l'iniziativa ha avuto anche il sostegno della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, della Fondazione Hydros e della Federazione Mondiale della Motonautica (UIM). Ancora una volta si conferma l'attenzione del Principato, e di diversi enti e istituzioni, verso il futuro prossimo della nautica a motore (e della motonautica), che non possono ignorare lo stato di salute del pianeta e dei mari. E se il mondo delle competizioni a motore ha sempre portato benefici sulla produzione di serie, ben venga questo fine settimana di sfide ecologiche.

Tre classi in un weekend

Sono addirittura tre le classi che hanno gareggiato nel Solar Challenge del Principato: Solar, Energy e Offshore.

Solar Class. Da quando questo evento è stato lanciato nel 2014, le barche ad energia solare sono state
niente meno che 23, di cui 15 olandesi. In effetti, i Paesi Bassi hanno tutte le competenze per guidare
la strada come mostrato da Gerhard van der Schaar su Clafis Victron Energy Solar Boat Team. Vincitore
delle ultime quattro edizioni, ha conservato il Titolo dopo aver vinto lo slalom e la Fleet Endurance
Race completando 24 giri in un'ora. Nella Challenge A Class, la vittoria è andata all'Anversa Maritime
Academy con 17 giri: anche la barca del Belgio non ha saltato un'edizione.

Energy Class. Con la Energy Class, una nuova categoria lanciata quest'anno da YCM, il Principato conferma la sua posizione come punto di riferimento del settore nautico. Questa classe infatti spinge al limite l'ingegno dei partecipanti, con i team che hanno dovuto costruire un abitacolo e progettare il sistema di propulsione più efficiente e duraturo per la loro barca, data una certa quantità di energia pulita. Che si tratti di carburante biologico, batterie, idrogeno, aria compressa, GPL o altro, la scelta era ampia. Tra i progetti più innovativi c'è quello di Simon Bernard. Ufficiale della marina mercantile di 27 anni, è il co-fondatore di Plastic Odyssey, un catamarano di 25 metri alimentato da rifiuti plastici, mezzo che ha presentato all'evento.

Offshore Class. Con l'obiettivo di dimostrare il potenziale di queste nuove fonti energetiche, i
concorrenti nell'Offshore Class hanno gareggiato in mare aperto su un percorso che collegava Monaco a
Ventimiglia e ritorno, due porti strettamente interconnessi. Vita Yachts guidata da David Gray ha
tagliato il traguardo per prima, coprendo le 16 miglia nautiche in 54 minuti 41 secondi, seguita da
Ernesto Riva Innovation pilotata da Daniele Riva in 1 ora 29 minuti e 13 secondi.

I Tech Talk quotidiani, durante il weekend del Solar Challenge, hanno dato a ciascuna squadra la possibilità di parlare della propria barca, spiegando gli obiettivi a breve-medio termine e quelli futuri. Ottimo esempio è stato il progetto di Solarboot Team Emden per progettare una barca solare con cui portare i bambini da e per la scuola sul Lago Buyonyi in Uganda, oppure Técnico Solar Boat, con l'ambizione di costruire una barca portoghese progettata internamente al 100%.

Su iniziativa della Federazione Mondiale della Motonautica (UIM), la seconda edizione dell'International Motorsport & Environment Workshop ha riunito 12 relatori, rappresentanti delle federazioni sportive internazionali, costruttori di barche e ingegneri nautici, per discutere le misure che devono essere adottate per l'ambiente dai protagonisti delle Federazioni degli sport a motore.

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