I fuoribordo elettrici già da molto tempo negli USA sono impiegati nella pesca e ora stanno fortemente arrivando anche sui nostri mercati. Ecco perché.

I fuoribordo elettrici non sono una novità assoluta, tantomeno negli USA. Però sono in commercio da molti anni anche da noi e da vari diportisti o pescatori vengono già usati in aree dove è interdetta la navigazione ai motori a scoppio (laghi o aree marine protette). Se però a questi pregi, legati alla silenziosità e a un inquinamento pari a zero, aggiungiamo anche altri elementi che conferiscono a questi motori compiti nuovi, certamente il loro grado di apprezzamento, soprattutto nella pesca, aumenterà ulteriormente. Ecco perché al Pescare Show, in programma alla fiera di Vicenza dal 23 al 25 febbraio, i fuoribordo elettrici saranno al centro dell’attenzione.

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Le opportunità offerte dai fuoribordo elettrici

Per esempio, grazie a nuovi sistemi di controllo remoto (telecomandi o pedali) questi motori possono diventare dei veri e propri partner aggiunti. Si può stare tranquillamente in pesca a prua e mantenere una posizione sull’hot spot precedentemente scelto attraverso la mappatura dall’ecoscandaglio. Oppure ci si può spostare da un punto all’altro seguendo dei percorsi (a cerchio o a zig zag), così come in pochi secondi si può tirare su il motore per spostarsi con quello principale in un nuovo waypoint. Insomma, un vero e proprio “marinaio” aggiunto.

L’ancoraggio elettronico è sicuramente uno dei punti di forza dei fuoribordo elettrici. Arrivati sullo spot, attraverso il comando remoto si imposta una funzione di blocco, in modo da ottenere il mantenimento di quella posizione, operazione resa possibile dal sistema GPS interno. Si potrà così pescare in presenza di corrente mantenendo stabile il punto, molto meglio di quanto si potrebbe ottenere con un’ancora che, con mare mosso, è invece soggetta a spedarsi e arare il fondale.

Ma la stessa praticità d’impiego la si ottiene quando necessita una passata e la si vuole effettuare facendo muovere l’imbarcazione in una determinata direzione, seguendo magari una cigliata. Alcuni modelli dei più moderni fuoribordo elettrici hanno funzioni di memorizzazione delle tracce di pesca, così da poter tornare sul quel determinato punto in qualsiasi momento. Quindi possono, come detto in precedenza, tracciare dei cerchi e quindi consentire una navigazione intorno a uno spot senza dover togliere la canna dall’acqua; addirittura possono essere in grado di seguire una batimetrica in base alle impostazioni che gli vengono date.

Ovviamente, tra i controlli “remoti” c’è anche quello della velocità, modulabile a seconda delle esigenze e, per una completezza assoluta, alcuni modelli possono aver integrato un trasduttore che, in collegamento con uno strumento di bordo, trasmette le immagini dai fondali. I fuoribordo elettrici sono inoltre silenziosi, robusti e studiati per sopportare piccoli colpi sui fondali, oltre che dotati di eliche in grado di tradurre in massima spinta la potenza erogata.

Chi commercializza i fuoribordo elettrici in Italia? Diciamo che le principali aziende sono Minn Kota, brand importato e distribuito dalla KD-Italia, la stessa di Humminbird; Motorguide che fa capo a Brunswick Marine (Mercury per intenderci); Yamaha e la tedesca Torqeedo. Poi il quadro è completato da altre aziende, tra cui Sevylor, la coreana Flover, la cinese Eppropulsion e l’austriaca Aquawatt.

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