Teak sempre come nuovo in quattro semplici operazioni di pulizia e ripristino
Che sia prima, durante o dopo la stagione estiva, non è mai troppo tardi per effettuare la pulizia del teak. Ecco quattro operazioni semplici e veloci per averlo esteticamente perfetto e sempre pronto per foto ricordo e “like” sui social.
In questa guida terremo separate le fasi di pulizia e di sbiancamento del teak, ma in commercio ci sono prodotti che consentono di fare questa doppia fase in un unico passaggio. Uno di questi è il Woody della Ma-Fra.
Per quanto riguarda i detergenti, in commercio ci sono vari prodotti. Io preferisco utilizzare il Duoteak della Italiamarine, che può essere diluito in acqua, contenendo così la quantità di prodotto da utilizzare, non tanto per un risparmio economico quanto più per una minore aggressione alle fibre del legno. Inoltre la formulazione del prodotto consente di rimuovere anche macchie di olio e grasso penetrate nel teak.
Naturalmente se è diventato ormai grigio ed eccessivamente invecchiato, il risultato di queste fasi di pulizia del teak non potrà mai essere come lo vedete nelle foto; in questo caso più che con la pulizia bisogna risolvere con interventi di restauro.
Ecco dunque i passaggi da fare per la pulizia del teak:
Raffreddamento
Molti di noi sono costretti a fare queste operazioni durante il giorno. Dato che il teak non va trattato quando è troppo caldo, è necessario raffreddarlo bagnandolo abbondantemente. Non basta una semplice sciacquata come si fa per la vetroresina, infatti il teak tende a trattenere il calore all’interno delle sue fibre per poi rilasciarlo gradualmente. Potete notarlo anche al tramonto quando nonostante non siano presenti i raggi solari l’acqua sul legno tende ad evaporare rapidamente. Quindi lasciate scorrere acqua corrente in modo da raffreddare la zona da trattare e ripeterlo diverse volte durante il trattamento.
Pulizia
Prima e dopo il trattamento di pulizia del teak.
Passiamo quindi alla fase di pulizia vera e propria del teak. Armiamoci di uno spazzolone a setole morbide o medie (assolutamente da non usare le spazzole rigide per la vetroresina; il teak è un legno morbido quindi rischiate di danneggiarlo (leggi qui).
Applichiamo il detergente a piccole aree e procediamo a pulire il legno rapidamente prima che l’acqua evapori lasciando seccare il sapone. Non usate detergenti casalinghi, rischiate di danneggiare il legno in maniera irreversibile. Il legno va pulito procedendo in senso trasversale alle doghe, non parallelo. Può sembrare molto più semplice e rapida la pulizia in senso parallelo, ma rischiate di spolpare il legno privandolo delle sue fibre pregiate che lo contraddistinguono dagli altri legni. Quindi risciacquiamo con molta acqua facendo attenzione che tutto lo sporco coli dalle aree in vetroresina altrimenti lascerà chiazze di sporco che risulteranno difficili da pulire.
Sbiancamento
Dopo aver rimosso il detergente pulente procediamo alla seconda fase del processo di pulizia del teak: lo sbiancamento. Con questa fase riuscirete a portare il legno al classico colore chiaro come se fosse stato appena installato. Anche qui vale la stessa regola dei passaggi che avete letto sopra: bagnare con molta acqua e risciacquare subito dopo aver steso il detergente. Lo sbiancante è un prodotto molto acido, quindi indossate sempre guanti e dispositivi di protezione individuali.
L’effetto è immediato, vedrete appena steso sulla superficie che il legno cambia colore schiarendosi. Io scelgo di stenderlo con un pennello o una spugna scotch brite (di quelle da cucina) dal lato non abrasivo. In questo modo possiamo far penetrare l’acido all’interno delle fibre per un colorito omogeneo e senza sprechi di prodotto. Attenzione: l’eccesso di sbiancante non rende più chiaro il legno, ma rischiate soltanto di far sciogliere la gomma dei comenti, per cui sciacquate immediatamente appena vedete che il legno sta schiarendo con la stessa attenzione della fase 1, poiché l’acido può opacizzare la vetroresina e sbiadire i colori oltre a macchiare indelebilmente l’acciaio.
Protezione
Una volta ottenuto il colore chiaro del teak potete scegliere di tenerlo così o di proteggerlo dandogli dell’olio. L’olio va dato una o due volte l’anno per consentire al legno di riacquistare l’olio naturale che lo protegge dalle intemperie. Col passare degli anni, con le pulizie a bordo, l’acqua di mare e agenti atmosferici la quantità di olio nelle fibre del teak si riduce redendolo grigio e più soggetto a crepe e spaccature.
L’olio va applicato sul legno perfettamente asciutto per consentirne la penetrazione omogenea nelle doghe, per cui è consigliato aspettare 24/48 ore dal trattamento di pulizia. La protezione va stesa con un rullo o pennello a setole piatte e larghe. Stendete l’olio procedendo a piccole zone, e qualche minuto dopo l’applicazione passate un panno in microfibra per rimuovere l’eccesso di prodotto che non è stato assorbito dal legno. In base alle condizioni e ai vostri gusti potete valutare una seconda mano di olio una volta che questo si è asciugato.
In commercio si trovano diverse marche di prodotti, io mi trovo bene con il teak oil WB della Gustavo Cecchi. Questo prodotto è a base d’acqua, in questo modo può essere steso senza problemi di compatibilità della gomma dei comenti con gli idrocarburi presenti nell’olio. L’unica pecca è che va dato due volte durante la stagione estiva se si vuole il legno sempre in ottime condizioni estetiche.
Per chi preferisce il Teakwonder (uno dei primi prodotti per il trattamento del teak) su Hinelson.com è presente un kit con tutto il necessario per ripristinare il legno (clicca qui).
Infine, tenete presente che quasi tutti gli olii protettivi tendono a dare un colore più scuro al legno, per cui mettete in conto un aumento della temperatura di superficie sotto al sole rovente.