Levi PMP 8punto5, una grande firma, un gommone da far girare la testa

Categorie: Gommoni, I Nostri Test
19 Novembre 2017
Levi PMP 8punto5, una grande firma, un gommone da far girare la testa

Un grande progettista, un design curato e un attento progetto strutturale, questi i segreti di un gommone davvero unico: ecco il Levi PMP 8punto5.

Basta quel cavalluccio marino sul prendisole per far sognare. Non una carena del maestro Renato Sonny Levi adattata a un gommone, ma proprio uno degli ultimi progetti firmati dall’acclamato progettista. A tutto questo si aggiunge uno studio approfondito e attento alla leggerezza e alla rigidità della struttura curato da Olivari Engineering e quindi il tocco finale del disegno della coperta di PMP Design, al secolo Pasquale Maria Passalacqua che nello studio di Sonny Levi ha lavorato. Manca l’ultimo, ma fondamentale, tassello garantito dalla costruzione, tutta in infusione e resine epossidiche, curata dal cantiere veneziano Portegrandi. Il tutto per un gommone che definire unico è ancora riduttivo, non vedo l’ora di provarlo.

Levi PMP 8punto5, il test

Il lago Maggiore è una tavola. Mi stacco dai pontili di Marina di Verbella un po’ contrariato perché in queste condizioni non potrò apprezzare pienamente le caratteristiche della carena e tutto sommato neppure le prestazioni velocistiche, perché il modello in prova è allestito con la motorizzazione più sobria: il Mercury Diesel V6 TDI di 260 cv, ben lontani dai 500 cv indicati come potenza massima. Quando una carena è performante riesce però a sopperire anche alla carenza di cavalli e al resto pensa la generosa coppia del Mercury: così la progressione è decisa e raggiungiamo agevolmente i 40 nodi (anche se eliche ci dicono non siano proprio ottimali e qualche nodo in più è pensabile di raggiungerlo) con consumi, e questo è un dato molto positivo, decisamente contenuti. La driveline è completata da un piede Mercury Bravo 3X con doppia elica controrotante da 28”, la prodiera a quattro pale, la seconda a tre pale.

Non c’è neppure la possibilità di provare il passaggio sull’onda della propria scia, perché quest’ultima è davvero minima e ben lungi dal mettere in difficoltà il nostro Levi PMP 8punto5. Mi concentro allora sulla planata minima che si mantiene agevolmente a soli 1400 giri e poco meno di 8 nodi consumando 7,3 l/h. In effetti, già alla minima pressione sulla manetta si entra subito in planata e poi, come detto, la progressione è decisa, ma non certo rabbiosa come una coppia di Verado potrebbero garantire o, per restare sugli entrobordo, un bel MerCruiser V8 a benzina…
Nonostante questo limite nella “cavalleria”, tutte le qualità del Levi PMP 8punto5 si percepiscono molto bene e la risposta alle regolazioni di assetto è sempre pronta, anche ai flap che sono sempre stati un “pallino” di Sonny Levi e che ovviamente qui ci sono e sono pure determinanti nel trovare il giusto assetto. Ma non si spaventino i neofiti, anche senza ricorrere a troppe regolazioni la navigazione resta comunque veloce e sicura, con una risposta pronta anche alle manovre più brusche. Sportivo sì, ma con giudizio.

Il Levi PMP 8punto5 in cinque plus

  • Certamente il design, che sa essere un riuscito connubio tra uno stile vagamente vintage e minimalista. Niente di rivoluzionario nel layout, ma tutto studiato nei minimi particolari senza mai cedere alle linee inutilmente aerodinamiche, ma anche soppesando con attenzione ogni minimo particolare. Se fai notare che mancano i tientibene sui tubolari (in effetti sono davvero pochi ovunque), ti viene risposto che nella navigazione non è previsto di stare lì perché ci sono sedute a sufficienza. Comodo come sempre lo spazio all'interno della consolle che può ospitare un wc o costituire un altro ampio gavone.

  • Un punto lo dedico al “tubo” di carbonio che troneggia al centro e che immagino abbia lasciato perplessi molti. Io per primo, fino a quando non l’ho guardato da vicino: non solo sorreggere una luce multipla a led che assolve tutte le funzioni delle luci di via, ma è anche il supporto a un ingegnoso tendalino costituito da altri tubi di carbonio che si inseriscono in appositi fori. Così è protetto il pozzetto poppiero dove, ben nascosta sotto il cuscino del solarium, c’è una pratica doccetta. A proposito della cuscineria: tessuti di prima qualità, ottima lavorazione e un sistema di bloccaggio a prova di vento.

  • La ricerca della leggerezza è evidente in ogni particolare e depone a favore dell’accurato lavoro della Olivari Enginnering. Il serbatoio dell’acqua (ben 200 litri) è strutturale e le stampate in infusione garantiscono un’eccellente finitura di ogni particolare, a cominciare dagli interni dei gavoni lucidi, sempre utili per una migliore pulizia. Non c’è il mobile cucina e questo potrebbe essere un limite, relativo se si considera la vocazione diurna dell’interno progetto. Non c’è neppure il verricello dell’ancora (che è comunque un optional), a cui sopperisce una leggera Fortress di alluminio di 3 kg, per le brevi soste va più che bene e si maneggia agevolmente senza particolari aiuti.

  • La zona di prua può trasformarsi in dinette con un sistema pneumatico per alzare il tavolo (opzionale), mentre a poppa il solarium si stende sopra la sala macchine lasciando due ampi passaggi per raggiungere la generosa plancetta poppiera. Come dicevo, i tientibene sono un po’ centellinati, molto belli nel disegno ma forse un po’ spigolosi.

  • La plancia è semplice con un parabrezza minimale che di più non si potrebbe, ma ne è previsto un altro più protettivo. La seduta è comoda e prevede la doppia possibilità di guida, in piedi o seduti; nella sua struttura è incassato il frigorifero, inusualmente con l’apertura verso la plancia, pratico da raggiungere per il driver, un po’ meno per gli ospiti. In plancia, condividibile la scelta di avere solo strumenti digitali (Mercury e Garmin) disposti in maniera semplice e razionale, quindi ben leggibili.

I numeri del Levi PMP 8punto5

  • Lunghezza ft ……………………… m 8,77
  • Lunghezza galleggiamento ……..... m 7,11
  • Larghezza ………………………… m 2,65
  • Immersione ……………………… m 0,85
  • Dislocamento a secco …………… kg 4.800
  • Motorizzazione ………………… Mercury Diesel 3.0 V6 TDI 260 cv
  • Trasmissioni …………………… Bravo 3x
  • Serbatoio carburante …………… l 250
  • Serbatoio acqua ………………… l 200
  • Portata persone ………………… 10
  • Categoria CE …………………… B

Prestazioni

  • 650 giri …………… 4,2 nodi …… 1,0 l/h ……… 64 db
  • 1000 giri ………… 6,3 nodi …… 2,2 l/h ……… 67 db
  • 1500 giri ………… 9,1 nodi …… 9,1 l/h ……… 75 db
  • 2000 giri ………… 16 nodi ……… 16 l/h ……… 78 db
  • 2500 giri ………… 24 nodi ……… 23 l/h ……… 82 db
  • 3000 giri ………… 31 nodi ……… 32 l/h ……… 87 db
  • 3500 giri ………… 38 nodi ……… 44 l/h ……… 90 db
  • 4000 giri ………… 40 nodi ……… 49 l/h ……… 88 db

Condizioni della prova

  • Lago calmo, carena pulita, carburante 250 l, equipaggio 3 persone

Prezzo (Iva esclusa)

  • Solo scafo ……………………………………………… 131.500 euro
  • MerCruiser 377 MAG benzina 320 cv ………………… 158.000 euro
  • Mercury Diesel 3.0 V6 TDI 260 cv …………………… 178.700 euro
  • Mercury Diesel 4.2 V8 TDI 370 cv …………………… 213.400 euro

Vuoi saperne di più su Renato Sonny Levi? Leggi la storia della sua affascinante vita

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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