Con il giroscopio Veem Gyro VG120SD il mare mosso proprio non lo sento

Categorie: Accessori, I Nostri Test
20 Maggio 2018
Con il giroscopio Veem Gyro VG120SD il mare mosso proprio non lo sento

Provato in laguna veneta il giroscopio Veem Gyro VG120SD allestito su un Viking 64. In dislocamento come in planata il suo “lavoro” è sempre apprezzabile ed efficace.

Mal di mare addio. I soggetti a questo fastidioso inconveniente dell’andar per mare possono tirare un sospiro di sollievo, ma anche gli altri non potranno che apprezzarlo: navigare senza rollio, soprattutto in dislocamento, è davvero una gran cosa. Controindicazioni? Questi giroscopi, dei quali il Veem Gyro VG120SD è il modello più piccolo, hanno un costo impegnativo, dell’ordine di qualche decina di migliaia di euro, ma soprattutto sono destinati a imbarcazioni di dimensioni importanti quindi, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, l’incidenza sull’investimento complessivo diventa inferiore. Ma volendolo vedere mezzo vuoto, sulle piccole barche (se vogliamo chiamare piccole quello sotto i 18 metri…) per ora il giroscopio resta improponibile.

Veem Gyro VG120SD, il test

Il giroscopio è un dispositivo fisico rotante che, per effetto della legge di conservazione del momento angolare, tende a mantenere il suo asse di rotazione orientato in una direzione fissa. Essenzialmente è costituito da un rotore a forma di toroide che ruota intorno al suo asse, quando il rotore è in rotazione il suo asse tende a mantenersi parallelo a sé stesso e a opporsi ad ogni tentativo di cambiare il suo orientamento. Questo meccanismo fu inventato nel 1852 dal fisico Jean Bernard Léon Foucault nell’ambito dei suoi studi sulla rotazione terrestre. Se un giroscopio è installato su una sospensione cardanica che permette alla ruota di orientarsi liberamente nelle tre direzioni dello spazio, il suo asse si manterrà orientato nella stessa direzione anche se il supporto cambia orientamento.

Grazie a Wikipedia risolvo la parte teorica, ma adesso sono a Venezia, proprio di fronte a piazza San Marco, a bordo di un Viking 64 che non ha proprio nessuna intenzione di passare inosservato con la sua vistosa colorazione dello scafo. Arriva dall’Australia proprio come il Veem Gyro VG120SD che vedo agitarsi nella finestra ricavata in pozzetto sul portellone che copre il grande gavone che lo ospita. Mi spiegano che si tratta di un modello depotenziato perché le dimensioni della nostra barca sono inferiori a quelle per le quali è stato pensato (da 25 metri in su). Così il picco dell’assorbimento si ferma a 7,5 kW contro i 12 kW del modello normale, ma l’effetto è ugualmente sorprendente.

 

Chi ha dimestichezza con la navigazione nella laguna veneta, soprattutto in prossimità di Venezia, conosce bene la complessità del moto ondoso e ammirare piazza San Marco quasi si fosse sulla terra ferma fa una certa impressione. In compenso la “palla” bianca sotto il suo pannello di plexiglass non sembra avere pace riuscendo a stabilizzare il Viking in maniera notevole. A vederla così in continuo movimento la domanda spontanea è: ma quanto resiste a questo logorio? La risposta è altrettanto sorprendente: i giroscopi Veem prevedono il primo “tagliando” di manutenzione dopo 5 mila ore di uso e il primo intervento davvero impegnativo, la revisione dei cuscinetti che richiede circa sei ore di lavoro, è prevista dopo 16 mila ore di moto. Il tutto senza necessità di sbarcarlo, compatibilmente però con gli spazi attorno: bastano anche solo 40/50 cm.

Un pratico monitor touchscreen permette di avere il controllo del Veem Gyro VG120SD con una serie di videate che si fanno apprezzare per la loro chiarezza e la capacità di visualizzare in ogni suo aspetto il funzionamento della macchina, gli eventuali allarmi e al contempo comandarla. Ed è proprio agendo sul tasto “stop” che ho la possibilità di fermarla e di provare la differenza tra avere il giroscopio in funzione o meno. Anche l’inquinamento acustico a portello chiuso è insignificante, certo molto dipenderà dall’insonorizzazione del vano stesso, ma non è certo questa la problematica e la soluzione sul Viking, visionandola a portellone aperto, non mi pare particolarmente ricercata sotto questo aspetto, pur contenendo bene i livelli di emissioni sonore.

Una volta provato Veem Gyro VG120SD in condizioni di lento moto e da fermo, è adesso il momento di vederlo in azione anche in planata, spostandoci lontano dalla città verso Pellestrina. Il Viking naviga a oltre 30 nodi (per la verità quasi a 40…) e il Veem Gyro continua a fare il suo lavoro, anche se ovviamente in queste condizioni il suo intervento è meno percepibile, anche perché la laguna veneta lontano da Venezia è una vera tavola, qualche scia però la incrociamo è l’effetto è subito apprezzabile. Certamente una navigazione con mare mosso non creerà problemi e poi questo Viking arriva dall’Australia dove l’Oceano non fa sconti.

Quattro modelli per yacht da 75 a 180 piedi

Veem è un’azienda australiana finora conosciuta e apprezzata per la produzione di eliche a elevate prestazioni per grandi yacht. Prima di lanciare questi giroscopi sono stati effettuati due anni di sperimentazioni e la loro commercializzazione è iniziata in tutto il mondo da circa un anno, con un’attenzione particolare verso la nautica professionale, dal trasporto passeggeri alle navi commerciali, senza però trascurare il diporto, per il quale è stato espressamente pensato il Veem Gyro VG120SD. La distribuzione in Italia dei giroscopi Veem è curata da Saim Marine che li affianca alla sua qualificata offerta di soluzioni tecnologiche per il mondo nautico.

Ecco i quattro modelli che costituiscono al momento l’offerta Veem Gyro:

Veem Gyro VG120SD garantisce una coppia stabilizzante di 120 kNm ed è ideale per yacht da 75 piedi (23 m) a 100 piedi (31 m) di lunghezza, con un dislocamento compreso tra 50 e 130 tonnellate. Il peso è di 2.700 kg e l’assorbimento di 12 kW.

Veem Gyro VG145SD produce una coppia stabilizzante di 145 kNm e si propone per applicazioni “heavy duty”, quindi non cambiano le dimensioni e i dislocamenti dal modello precedente, ma la destinazione: scafi da lavoro e traghetti veloci grazie a un 20% di effetto stabilizzante in più. Il peso è di 3.000 kg e l’assorbimento di 15 kW.

Veem Gyro VG260SD ha una coppia stabilizzante di 260 kNm ed è quindi ideale per barche da 100 piedi (31 m) a 130 piedi (40 m) di lunghezza e da 100 a 300 tonnellate di dislocamento. Il peso è di 5.650 kg e l’assorbimento di 32 kW.

Infine, Veem Gyro VG1000SD fornisce una coppia di stabilizzazione nominale massima di 1000 kNm che lo propone come il più evoluto e potente stabilizzatore disponibile per superyacht e navi passeggeri e commerciali da 150 piedi (45 m) a 180 piedi (55 m) di lunghezza e tra 300 e 900 tonnellate di dislocamento. Il peso è di 19 t e l’assorbimento di 115 kW.

Da ricordare che nel caso a bordo ci fossero problemi di posizionamento per mancanza di vani dedicati, è possibile installare più unità Veem Gyro sfruttando al meglio gli spazi disponibili.

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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