Alaska, yacht progettati e costruiti per navigare sempre, parola di Lorenzo Renaudo

Categorie: Barche e Yacht
9 Agosto 2018
Alaska, yacht progettati e costruiti per navigare sempre, parola di Lorenzo Renaudo

Costruiti in Cina con tecnologia neozelandese e stile italiano, sono frutto della passione di Lorenzo Renaudo che ha dato vita a questa gamma di barche solide e marine.

“Tutto ha avuto inizio in uno dei miei tanti viaggi in Cina - spiega Lorenzo Renaudo -. Allora commercializzavo gli Hampton che erano costruiti sempre in Cina ma, visitando un nuovo cantiere, la mia attenzione è stata attratta da uno scafo che veniva realizzato per i pescatori che operavano in Oceano Pacifico, tra l’Alaska e gli Stati Uniti, impegnati soprattutto nella pesca del granchio reale. Subito ho pensato che la carena fosse molto valida per affrontare quotidianamente quei mari, che sono caratterizzati da un’onda corta che dà quasi l’impressione che il mare “bolla”, un po’ come il nostro Mediterraneo quando c’è burrasca. Così ho iniziato a sviluppare su quella carena il 45 piedi che ritenevo essere allora la misura più interessante e che ha segnato la nascita del brand Alaska”.

Apprezzati ovunque, ma in Italia…

Dopo il successo del 45 piedi, che vede quasi 300 modelli naviganti tra Australia e Nuova Zelanda ma molti anche in Mediterraneo, soprattutto in Spagna e Crazia, l’offerta Alaska è cresciuta nelle misure con l’allestimento di tre modelli di 15, 17 e 22 metri, e proprio a quest’ultimo si riferiscono le immagini qui pubblicate. In un altro articolo sono stati presentati anche i rendering della nuova serie che si ispira maggiormente ai lobster americani. Qui invece le linee sono più in sintonia con la tradizione dei motoryacht mediterranei, pronti a esaudire i desideri degli armatori che volessero realizzare una barca su misura partendo però da una solida e, soprattutto, marina base di partenza. Già dalle immagini si intuiscono le ampie possibilità di personalizzazione, passando da essenze chiare con uno stile moderno a un allestimento più vintage con legni più scuri che saranno apprezzati dai più tradizionalisti.

Caratteristica comune a tutti gli armatori degli Alaska - spiega Lorenzo Renaudo -, siano questi australiani, spagnoli o neozelandesi, ma anche i pochi italiani, soprattutto napoletani e pugliesi (non certo casuale che siano quelli con la fama di eccellenti navigatori, ndr), è proprio quella di usare questa barche per navigare con tutti i mari e tutte le condizioni meteo. Lo skeg pronunciato e la V profonda, oltre a una importante larghezza dello scafo, riducono al minimo il rollio, così la permanenza a bordo anche per lunghi periodi è sempre piacevole e rilassante. La costruzione è affidata al cantiere cinese DHS, un colosso della Repubblica Popolare, famoso anche per la produzione di palline da ping pong, che esegue con molta perizia tutte le lavorazioni che richiediamo utilizzando sempre materiali di prima qualità: la resina è americana e gli acciai giapponesi, mentre l’elettronica e le attrezzature di bordo sono neozelandesi, materie prime e dotazioni all’avanguardia nei rispettivi ambiti. Per mia precisa richiesta l’altezza interna è ovunque di quasi due metri, e tutte le cabine sono dotate di bagno con doccia separata, tranne sul 15 metri che ha due bagni per tre cabine, mentre il 22 metri ha quattro cabine e quattro bagni”.

“L’abitabilità è stata tenuta in grande considerazione con l’obiettivo di conquistare anche il mercato italiano, dove gli armatori sono molto sensibili alle dimensioni degli ambienti e alla qualità delle finiture: qui sono utilizzate essenza tra le più pregiate, potendo attingere alla ricca offerta orientale - prosegue Lorenzo Renaudo -. Certo tutto questo si trasferisce in un dislocamento importante ma, se le barche sono costruite come devono essere fatte, è inevitabile che pesino di più. La trasmissione è a linea d’asse e la motorizzazione è affidata a una coppia di turbodiesel Cummins nella potenza richiesta dall’armatore perché, e questo è importante ribadirlo, io tengo molto a un contatto diretto, non mi piacciono le mail ma voglio parlare con chi è interessato alle mie barche, per questo ho chiesto di pubblicare il mio cellulare (+39 335 6112682), chiamatemi, sono qui a rispondere a tutti i quesiti, il vostro Alaska lo realizzeremo insieme”.

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La redazione di BoatMag

Claudio Russo e Alberto Mondinelli, i fondatori di BoatMag, due giornalisti con una lunga esperienza di lavoro nelle principali testate di nautica.
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