Sblocca Italia: c'è l'Iva al 10% nei Marina Resort, ma solo per il 2014. Per il futuro si torna a sperare

Categorie: Porti
9 Settembre 2014
Sblocca Italia: c'è l'Iva al 10% nei Marina Resort, ma solo per il 2014. Per il futuro si torna a sperare

La norma sui Marina Resort sta nel decreto Sblocca Italia, approvato ieri dal Governo, ed è stata perorata dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, con il supporto del ministro con deleghe al Turismo, Dario Franceschini.

I porti come i campeggi, dunque, almeno dal punto di vista fiscale.

Proprio su questo principio, infatti, nasce il concetto dei Marina Resort, ovvero strutture organizzate per la sosta e il pernottamento dei turisti all’interno delle proprie unità all’ormeggio, per le quali l’Iva deve essere la stessa di quella applicata da tutte le altre strutture ricettive turistiche.

Falliti i primi tentativi di qualche tempo fa di far diventare legge nazionale i Marina Resort, tre regioni, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria, si erano mosse in modo indipendente per recepire nel proprio ordinamento i Marina Resort e, quindi, esercitare l’applicazione dell’Iva al 10% (leggi qui).

Il problema ora è un altro. La norma, purtroppo arrivata a fine stagione, è valida solo per il 2014. Per il 2015 bisogna ancora trovare la copertura del minor gettito Iva, anche se in realtà un’aliquota così allettante potrà far ritornare in patria buona parte dei 40.000 diportisti fuggiti dall’Italia (fonte Ucina), aumentando così il numero dei contribuenti.

In ogni caso, a rendere definitiva questa norma ci dovrà pensare la Legge di Stabilità e in Parlamento c’è chi si sta già muovendo. La onorevole Micheli e la senatrice Fabbri, infatti, si stanno spendendo per sostenere questa causa e rendere definitivo il provvedimento.

Intanto, il fatto che il Governo abbia approvato questa norma a favore della nautica, è confortante, perché è un chiaro segnale dell’intenzione di palazzo di dare un colpo di spugna alle politiche repressive dei Governi precedenti e di riconoscere la nautica non solo per il suo valore ricreativo, ma anche come comparto produttivo in grado di generare guadagno per lo Stato e lavoro per le persone.

 

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Claudio Russo

Inizia nella nautica, che poi lascia per fare esperienze in vari altri settori della comunicazione. Diventa giornalista e passa nella sfera dello sport, dove ha partecipato anche alla realizzazione di alcuni fra i primi siti d'informazione in ambito calcistico e delle Olimpiadi di Sydney 2000. Nel 2002 torna nella nautica come caporedattore di un mensile fino alla nuova sfida raccolta nel 2013 con BoatMag.
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