Dopo averlo provato sul lago d’Iseo da Nautica Bertelli, dealer del brand del cantiere Aschenez per il Centro-Nord Italia, Austria e Svizzera, questa volta siamo in mare (molto mosso) con il Suzuki DF200AP.
Due situazioni diametralmente opposte e due motorizzazioni diverse: adesso a poppa troneggia il Suzuki DF200AP, “The Super” come era stato definito (dagli stessi giapponesi per la verità…) al suo lancio. Se nella prova già pubblicata sotto il Lago d’Iseo era tranquillo come raramente capita, questa volta il mare di Tropea non sembra volere fare sconti e si presenta molto agitato, in una di quelle tipiche giornate dove la stragrande maggioranza dei diportisti preferisce starsene in porto.
Rispetto al primo test l’Invictus 240FX è dotato di top sostenuto da una robusta struttura di tubi inox massiccia quanto, immagino, pesante: però a bordo siamo in quattro e, considerando le condizioni del mare, avere un ulteriore solido appiglio si rivela utile. Rispetto al 240CX provato poco prima (leggi qui il test), la navigazione è più “bagnata” e il parabrezza risolve solo parzialmente il problema ma, come dicevo, di solito in queste condizioni si sta in porto… Invece la carena conferma le belle sensazioni della gemella e si destreggia molto bene sulle onde permettendo anche qualche incertezza alla manetta, per altro ben supportata dal Suzuki DF200AP sempre pronto a scaricare i suoi cavalli per trarre d’impiccio il driver.
L’elica è una 18,5”x16” appena sostituita, ma non appare ancora la scelta ottimale denunciando una tendenza alla cavitazione. I riscontri velocistici, in considerazione anche delle condizioni del mare, sono comunque discreti: riusciamo a toccare i 30 nodi di punta, ma la sensazione è che si potrebbe fare meglio se le condizioni lo consentissero. La planata minima è tenuta a circa 9 nodi consumando meno di 13 l/h e l’accelerazione fa fermare il cronometro poco prima dei 5” per raggiungere la planata. Tutti dati che devono essere letti attraverso le condizioni della prova che non solo certamente usuali. Ma proprio per questo la sensazione al timone diventa il dato più positivo, sia per la carena del 240FX, sia per il Suzuki DF200AP che si mostra sempre all’altezza della situazione e, magari, ambirebbe a un mare un po’ più tranquillo per dare sfogo ai suoi cavalli.
Cosa serve per divertirsi in barca? Poche cose ma indispensabili e Invictus 240FX sembra possederle tutte, con in più quel tocco di stile che solo la grande competenza e il gusto di un designer come Christian Grande sanno donare a una barca. Nautica Bertelli, dealer del brand del cantiere Aschenez per il Centro-Nord Italia, Austria e Svizzera, mi accoglie nella sua moderna sede di Paratico sulla sponda Sud del Lago d’Iseo, a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia, situazione ottimale per provare la barca, ma anche importante riferimento per tutti gli appassionati lombardi che in poco tempo dalle loro città possono raggiungere un lago ricco di attrattive e balzato alla fama mondiale grazie alla passerella di Christo che è stato “l’evento” del 2016. Adesso il “Floating Piers” non c’è più, ma Montisola e le altre bellezze del lago sono ancora lì e meritano una navigazione attenta.
Lo stile Invictus non si discute e anche in questo modello all’apparenza abbastanza “base” risaltano subito le prerogative di una gamma di barche che non passa mai inosservata. Anche in questo caso dove il layout è nella norma, è la cura del particolare che distingue sempre queste barche e Invictus 240FX non fa certo eccezione. Analizziamola in 5 pillole:
La motorizzazione in prova, 250 cv, è la potenza massima secondo le indicazioni del cantiere, anche se le prestazioni non sembrano così esuberanti per essere al limite, comunque i 37 nodi di punta massima raggiunti restano una velocità di tutto rispetto. Non c’è software dei consumi e quindi ci dobbiamo attenere a quello indicato da Honda con un’elica a tre pale di acciaio da 15”, per altro identica a quella montata nel nostro test: infatti anche le prestazioni velocistiche coincidono (circa) con quelle da me rilevate.
Dall’analisi dei dati si evince che alla velocità di crociera attorno ai 25-30 nodi, quindi tra i 4500 e i 5000 giri, i consumi sono decisamente abbordabili anche in previsione di navigazioni prolungate. La planata minima è tenuta a 2800 giri a poco meno di 10 nodi quindi, volendo fare i “risparmiosi”, c’è modo di contenere ulteriormente l’esborso per il carburante, così siamo nell’ordine dei 15 l/h. Anche l’accelerazione è su buoni livelli: 4,2 secondi per raggiungere la planata e poco meno di 10 per toccare i 30 nodi.
Poco da aggiungere sul comportamento della barca: l’assetto è neutro e non richiede la minima correzione, se non per raggiungere la velocità massima con un normale lavoro di trim. Anche azzardando qualche manovra un po’ brusca, la reazione è sempre contenuta e mai si innescano situazioni a rischio. Ultima prova con l’attraversamento della mia scia (il lago è solo leggermente increspato): nessuna “botta”, ma un passaggio morbido che fa immaginare una buona tenuta anche con mare un po’ agitato. Era l’ultima verifica che mi serviva.
Volete qualche centimetro in più, leggete la prova di Invictus 270FX