La pesca dalla barca - parte 2: come iniziare nel rispetto di tutti

Categorie: Fishing
3 Maggio 2019
La pesca dalla barca - parte 2: come iniziare nel rispetto di tutti

Pescare dalla barca è un divertente modo di trascorrere il proprio tempo in barca. L’importante è farlo con coscienza, nel rispetto dell’ambiente e delle prede, oltre che delle leggi.

Un buon pescatore, spesso, non è colui che pesca più di tutti, che dimostra di riempire la vasca del pescato senza sapere poi che cosa fare di tutte quelle prede catturate. Il buon pescatore, o meglio il bravo pescatore, è colui che pesca per divertimento, per sport, per mettersi alla prova e con le specie ittiche nel loro ambiente naturale.

Leggi la prima parte di come iniziare a pescare dalla barca

Il bravo pescatore sa cosa può e deve pescare, i periodi di riproduzione delle varie specie in cui le stesse vanno lasciate tranquille per garantire un “futuro di pesca” anche in futuro, ma soprattutto quando i pesci sono in taglia e si possono catturare oppure no, e non esagera mai oltre il suo fabbisogno personale. Che poi questo fabbisogno si estenda anche a qualche amico o che si decida di metterlo in congelatore per consumi futuri va bene lo stesso.

Pescare dalla barca è anche conoscere le regole

Il vero peccato è, come purtroppo mi è capitato di vedere, fare stragi di pesci e poi buttarli in mare ormai morti perché solo dopo ci si rende conto che le catture sono state eccessive. Questo no! Non è giusto e corretto. Peggio ancora quando si fa una pesca “non consentita” in determinati periodi o “sotto misura” per vendere il pescato a ristoratori a loro volta “complici” di tali mattanze.

Per prima cosa, un neopescatore dovrebbe cercare d’informarsi su quali siano le normative vigenti che riguardano la pesca, ossia misure minime delle prede, periodi stagionali in cui la pesca a talune specie non si può praticare e via discorrendo. Per aiutare in questa ricerca per “non commettere errori o ancor peggio reati”, ci si può anche collegare al sito del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e qui trovare una guida rapida sulle cose che non è possibile fare nei nostri mari. Ma prima continuate a leggere questo articolo.

Cominciamo dalle cose più eclatanti e scontate. Per esempio, sappiate che se anche doveste incontrare qualche esemplare di tartaruga marina ferita o morta in acqua, il suo recupero è assolutamente vietato. In questo caso ci si può limitare ad avvisare la Capitaneria di Porto che provvederà al recupero dell’animale. Idem per gli squali (di qualsiasi tipologia e dimensione), delfini, balene (comune o capodoglio) e per la foca monaca.
Per quanto concerne le altre specie alcune sono catturabili solo in determinati periodi dell’anno (per esempio, il tonno rosso per cui è in atto un piano di ripopolamento che ne limita i quantitativi con delle quote annue), ma tutti hanno delle misure minime sotto le quali il pesce, anche se allamato e portato sotto bordo, deve essere obbligatoriamente rilasciato. È da qui che è nata la tecnica del “catch & release” di cui si sente tanto parlare ultimamente. Il pesce si combatte, si porta fin sotto la barca o lo si slama in pozzetto (tempo di fargli una foto ricordo) e poi via di nuovo in mare, avendo cura di assecondarlo nel suo “ritorno alla libertà”.

Si chiama “salvaguardia dell’ambiente” e ha come scopo principale il rispetto dell’habitat marino con tutti i suoi abitanti, che hanno il diritto di crescere, riprodursi e garantire quegli equilibri di cui il mare necessita. Prossimamente torneremo a parlare di questo, entrando nello specifico delle misure al disotto delle quali non si possono catturare le singole prede, per ora va ricordato che questi limiti riguardano anche i molluschi. In particolare i datteri di mare, fortemente protetti con il divieto totale al loro recupero. Sono buoni, ma lasciamoli dove stanno… Per gli altri più comuni, come cannolicchi, cozze, vongole, tartufi, ostriche, telline, cappesante, ricci e lumache, vigono invece delle misure minime e dei quantitativi massimi catturabili. Per esempio, non si possono pescare più di 50 ricci a persona, che il riccio non deve avere dimensioni inferiori ai 7 cm e che la sua pesca è vietata nel periodo che va dal primo maggio al 30 giugno? No? È proprio per questo che vogliamo rendervi edotti e invitarvi a informarvi meglio per evitare multe e guai. Alla prossima…

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Luciano Pau

Giornalista con esperienza ultratrentennale nel mondo della nautica, e motonautica in particolare, si è da tempo specializzato anche nella pesca sportiva, settore dove ha maturato una profonda esperienza come giornalista e organizzatore di eventi.
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