Il gozzo evoluto nello stile e nelle prestazioni. Ecco il test dell'Apreamare Gozzo 48
Il nostro test dell'Apreamare Gozzo 48 Cabin, la novità 2026 del cantiere partenopeo, che rivela un'evoluzione non solo stilistica rispetto al gozzo tradizionale, ma anche una carena con geometrie che favoriscono la stabilità, anche con mare al traverso, e che ci ha portato a una velocità di punta di 30,5 nodi.
Un rinnegato, un traditore, uno che con le sue scelte stava distruggendo le tradizioni cui era legata una azienda che aveva alle spalle 170 anni di storia. Il nome del presunto colpevole? Cataldo Aprea. La colpa? Essere un visionario e immaginare che una tradizione, come quella del gozzo sorrentino, potesse essere protetta e valorizzata anche attraverso profonde innovazioni, che oggi hanno portato alla creazione della nuova ammiraglia e alla nostra prova dell'Apreamare Gozzo 48 Cabin.
“Quando negli anni 90 dicevo che avrei costruito un gozzo capace di planare, mi davano del pazzo”, mi raccontava nel settembre del 2017, quando a Capri presentò Gozzo, un 30 piedi immaginato da Cataldo Aprea e disegnato da Brunello Acampora, che rappresentava un nuovo inizio per il cantiere di Sorrento.
Ci ha pensato la storia recente a far scendere il costruttore dal banco degli imputati per farlo salire su quello degli innovatori. Una storia scandita dai modelli successivi della linea Gozzo – 35, 38 e 45 - fino alla nuova creatura presentata a Cannes lo scorso settembre, il Gozzo 48 Cabin.
La prova dell'Apreamare Gozzo 48 Cabin
Abbiamo fatto il test della nuova imbarcazione del cantiere partenopeo in una giornata di vento fresco e un’onda corta e ripida, un po’ dura per un’uscita di piacere ma, viceversa, ideale per ricavare impressioni reali su come questo gozzo moderno si comporta in mare.
Diciamo subito che la prova dell'Apreamare Gozzo 48 Cabin ha messo in mostra le qualità della carena disegnata da Umberto Tagliavini. "V profonda a geometria variabile", recitano i comunicati stampa a proposito dell’opera viva di questa barca. Una definizione che, almeno nei documenti di divulgazione dei cantieri, ritroviamo spesso affibbiata a ogni tipo di carena, ma la realtà sta solo nei numeri.
I dettagli della carena che spiegano la grande stabilità di navigazione
Una carena a V profonda, secondo i sacri testi di ingegneria navale, è quella che a prua ha un deadrise, ossia l’angolo compreso fra il piano e l’alzata dello scafo, superiore a 20-25 gradi. Ebbene, l'Apreamare Gozzo 48 Cabin mostra una V profonda che, all’altezza della paratia anticollisione a prua, è di 60 gradi. A mezzanave, in funzione della geometria variabile, diventa di 21 gradi per attestarsi su un deadrise di poppa di 15 gradi.
Questi sono i valori che spiegano il comportamento in acqua del Gozzo 48 Cabin: un passaggio sull’onda senza impatti, con un’eccellente apertura dei flussi capace di mantenere sempre asciutta la prua e, soprattutto, di non far battere lo scafo nel cavo delle onde.
Ed è ancora la forma di questa carena che ci ha permesso di navigare contro vento e contro mare con un’ottima stabilità di rotta, che si è mantenuta molto buona anche quando abbiamo accostato mettendoci le onde di poppa, con un moto ondoso che normalmente aumenta la tendenza dello scafo a rollare e a “scodare”.
Nelle virate più strette, la barca ha accennato a una naturale e molto contenuta derapata riuscendo a mantenere, anche nel momento di maggior chiusura del raggio di accostata - circa tre lunghezze in assetto di planata – la velocità impostata all’inizio della manovra.
L’ingresso in planata è avvenuto a 16 nodi intorno a 2000 giri. A questi regimi il consumo orario è stato di circa 100 litri per ora in condizioni che replicavano quelle di una vera e propria crociera affollata: 10 persone a bordo, serbatoi d’acqua pieni e quelli del carburante al 42%. Un peso complessivo ben superiore al suo dislocamento.
Un ultimo dato, per i più golosi di cifre e numeri: barca ferma e manette a fondo corsa, la velocità massima di 30, 5 nodi è stata raggiunta in 29 secondi.
L'ulteriore test con mare mosso al traverso
Una carena così concepita, che si è rivelata molto stabile con mare in prua e a poppa, come si comporterà con mare al traverso? Con questa domanda in testa abbiamo accostato ben consapevoli che, con l’onda a 90 gradi, è proprio questa la navigazione che si deve evitare quanto più possibile.
A basse velocità il rollio è ovviamente aumentato, riducendosi nettamente in planata quando, aumentando un po’ l’estensione dell’intruder di sopravento, la barca ha assunto e mantenuto un ottimo assetto laterale.
L’ambiente del quadrato è molto silenzioso a porte chiuse, mentre vibrazioni e scricchiolii sono del tutto assenti a qualsiasi velocità e assetto di navigazione.
Insieme all’architettura navale, protagonisti delle performance nella nostra prova dell'Apreamare Gozzo 48 Cabin sono i due Volvo Penta da 550 cv Ips700 che possono lasciare spazio anche a due motori identici ma più potenti, cioè da 625 cv Ips800 HP, oppure a una scelta più classica con due motori in linea d’asse sempre Volvo Penta da 600 cv.
Ponte di coperta e design esterno con un forte richiamo al classico
La formula giornalistica più abusata vuole che quelle che caratterizzano l'Apreamare Gozzo 48 Cabin siano “innovazioni nel solco della tradizione”. Luoghi comuni a parte, lo sforzo che il designer Marco Casali ha prodotto per aderire quanto più possibile a uno stile classico, che abbia forti richiami con le linee del gozzo tradizionale, sono evidenti. Soprattutto in considerazione del fatto che le soluzioni stilistiche e i volumi interni dovevano trovare una loro coerente collocazione nello stesso spartito in cui erano state inserite le note dei volumi immersi e delle linee d’acqua di un gozzo costruito per correre.
Il risultato è un'imbarcazione che nella poppa tondeggiante, nel bordo libero maestoso e nell’impavesata alta impreziosita dal capo di banda in legno, richiama fortemente la tradizionale arte dei maestri d’ascia sorrentini.
La prua, naturalmente, perde gli slanci di un tempo, rispondendo a necessità idrodinamiche, ed è quindi verticale. Anche le rifiniture e i materiali utilizzati rappresentano un forte richiamo alle tradizioni artigianali di un tempo: legni, pelle e tessuti sono lavorati in modo ineccepibile.
La fluidità di movimento negli ampi spazi in coperta
Altri due elementi di continuità con la tradizione, sono definiti dallo spazio a disposizione in coperta e dalla fluidità degli spostamenti intorno alla sovrastruttura.
Il pozzetto è arredato con un divano a L e un prendisole, sotto cui è ricavata la cabina del marinaio. Al centro, oltre all’accesso alla sala macchine, è stato ricavato un tavolo che dal piano di calpestio, dove scompare, si solleva elettricamente per accogliere gli ospiti a pranzo e cena. Tutta l’area è protetta dall’hard top e da un tendalino amovibile che si arma velocemente su sostegni in carbonio.
L’area prodiera si raggiunge attraverso i due passavanti che riflettono una cultura del mare di antica provenienza: le impavesate sono alte e protettive, e lungo tutto il capo di banda corre un tientibene grazie al quale ci si sposta anche in navigazione, se necessario, con un buon livello di sicurezza. Poco da dire sulla zona di prua che è tutta dedicata al relax, grazie a un prendisole che occupa l'intera superficie.
Luce e spazio negli interni
Se fino a questo punto abbiamo sottolineato soprattutto ciò che sull'Apreamare Gozzo 48 Cabin ci riporta alle tradizioni, passando all’interno di questa barca si fa un salto nel futuro o, meglio, nel mondo del design moderno, dove eleganza e funzione vanno a braccetto.
Il ponte principale è occupato dal living, le cui caratteristiche di maggior rilievo sono la quantità di luce che lo innonda e la visuale verso l’esterno ottenute grazie alle alte finestrature che lo circondano.
Muoversi al suo interno significa dare un senso al concetto di design funzionale: eleganza e stile degli arredi in un contesto di forte ergonomia. E questo lo si ottiene se creatività ed esperienza di mare dialogano attraverso le voci di chi progetta e di chi in mare ha vissuto e per decenni ha costruito barche. Due nomi? In questo caso Marco Casali, il designer, e Cataldo Aprea, maestro d’ascia e patron di Apreamare.
Lasciata sulla sinistra la plancia di comando, si scendono pochi scalini per ritrovarsi al centro della zona notte, dove si è accolti da un ambiente in cui due paratie curve sembrano voler abbracciare l’ospite.
Al centro, sotto il grande triangolo di prua, è stata collocata la cabina armatoriale, immersa nei volumi a sua disposizione, in cui trova posto il bagno con box doccia separato.
Sulla sinistra c’è il secondo bagno e sotto il living c’è lo spazio per due cabine ospiti. Ambienti in cui l’armonia è la nota dominante.
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La scheda tecnica dell'Apreamare Gozzo 48 Cabin
Lunghezza f.t. | 14,70 m |
Lunghezza al galleggiamento | 12,55 m |
Larghezza | 4,70 m |
Immersione alle eliche | 1,40 m |
Dislocamento a vuoto | 14.000 kg |
Dislocamento a pieno carico | 18.000 kg |
Serbatoio carburante | 1.600 l |
Serbatoio acqua | 400 l |
Persone imbarcabili | 16 |
Omologazione Ce | Cat. B |
Architettura navale | Umberto Tagliavini |
Designer | Marco Casali |
Concept | Cataldo Aprea |
I dati della prova dell'Apreamare Gozzo 48 Cabin
Regime (giri/min.) | Velocità (nodi) | Consumo l/h | Consumo l/miglio | Autonomia (miglia) |
600 | 4,6 | 6 | 1,3 | 1.226 |
1.000 | 7,4 | 15 | 2,0 | 789 |
1.500 | 10,6 | 51 | 4,8 | 332 |
2.000 | 15,9 | 99 | 6,2 | 257 |
2.500 | 24 | 146 | 6,0 | 263 |
2.950 | 30,5 | 222 | 7,3 | 220 |
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