Alessandro Conti di Mercury Marine, perché i fuoribordo sono sempre più potenti?

Categorie: Motori
31 Luglio 2018
Alessandro Conti di Mercury Marine, perché i fuoribordo sono sempre più potenti?

L’escalation delle potenze dei fuoribordo non sembra conoscere limiti, ma è una semplice moda oppure una scelta razionale? Lo chiediamo ad Alessandro Conti di Mercury Marine, chi meglio di lui…

Alessandro Conti è il general manager di Mercury Marine Italia e in questi anni ha accompagnato il lancio di fuoribordo come i Verado 400R che sono tutt’ora i fuoribordo più potenti sul nostro mercato, anche se l’annuncio dei nuovi Yamaha V8 XTO da 425 cv li farà passare al secondo posto. Senza dimenticare poi i Seven Marine da 557 e 625 cv, recentemente entrati nell’orbita Volvo Penta, e il lancio dei nuovi Mercury V6 e V8. Tutto questo non è che la conferma che attorno ai fuoribordo superpotenti c’è sempre più mercato e pure i cantieri propongono con sempre maggiore frequenza, anche su modelli di dimensioni ragguardevoli, la versione con motori fuoribordo.

Esibizionismo, moda o scelta razionale?

“Diciamo che le motivazioni che portano alla scelta di motorizzazioni fuoribordo esuberanti può avere varie origini e non tutte omogenee tra loro - spiega Alessandro Conti -. Anzi, per essere sinceri, si tratta spesso di motivazioni assolutamente contrastanti. Resta però il fatto che il mercato li richiede con sempre maggiore frequenza e se, oltre a Mercury, anche altri costruttori hanno annunciato o presentato motori oltre i 300 cv, è un chiaro sintomo di una tendenza che non può essere liquidata come moda passeggera. Dietro a ogni motore nuovo ci sono investimenti ingenti e una grande casa costruttrice non getta dalla finestra migliaia di dollari per seguire una domanda effimera. E poi stiamo assistendo a un fenomeno di livello mondiale, non solo degli americani e degli arabi, che magari hanno costi dei carburanti più favorevoli e disponibilità economiche maggiori, ma ormai anche in Oriente e in Mediterraneo la domanda è sempre più sostenuta. Comunque da un punto di vista strettamente commerciale, se gli incrementi in termini percentuali fanno impressione perché riferiti a un mercato quasi vergine, in realtà l’incidenza di qualche centinaio di “over 300 cv” su un mercato che in Italia si aggira sui 17 mila fuoribordo venduti su base annuale, resta abbastanza contenuta”.

Le motivazioni razionali…

Dopo questa premessa cerchiamo di individuare le due macro-domande: “Nell’ambito di quelle che possiamo catalogare come scelte razionali possiamo mettere l’idea che la gestione dei fuoribordo sia meno complessa e onerosa di quella degli entrofuoribordo - prosegue Alessandro Conti -. Una verità parziale, perché se l’impiantistica di bordo ne risulta un po’ semplificata, è anche vero che la manutenzione è molto simile, forse con qualche vantaggio rispetto al piede perché quello poppiero resta in acqua mentre il fuoribordo può essere sollevato, ma la differenza a conti fatti è minima. In compenso si perde la spiaggetta poppiera, anche se si deve dare atto ai cantieri di aver saputo creare ai lati del pozzetto dei fuoribordo delle plancette sempre più ampie e accoglienti. Anche gli accessori sono uguali per entrambi e i consumi allineati agli entrobordo a benzina, quindi trovare delle motivazioni razionali non è facile”.

…e quelle meno razionali

“Le motivazioni più legate alle scelte d’impulso e alle passioni sono diverse - puntualizza Alessandro Conti -. Ho notato che una percentuale significativa della domanda viene da ex armatori di barche di grandi dimensioni che le hanno vendute per avere meno problemi di gestione e adesso puntano a un mezzo agile e facile da condurre senza marinaio, ma che soddisfi ugualmente il proprio ego: ecco quindi che una coppia di Verado 400R a poppa assolvono perfettamente a questa istanza, anche se la barca non è un racer ma un cruiser. Poi il fuoribordo è più visibile dell’entrobordo e quindi è anche più appagante allo sguardo, in altre parole fa più scena…”

A questo punto da appassionato (e un po’ meno da giornalista) dico la mia opinione: se dovessi motorizzare una barca di 10-12 metri con l’idea di utilizzarla per brevi crociere (a parte quella estiva “agostana”) e poi nei weekend per rapide navigazioni giornaliere, in pratica l’impiego della stragrande maggioranza di queste barche, non avrei dubbi e la mia scelta cadrebbe su una coppia di muscolosi fuoribordo. I motivi? Un mix di tutti quelli elencati da Alessandro Conti…

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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One comment on “Alessandro Conti di Mercury Marine, perché i fuoribordo sono sempre più potenti?”

  1. Il sig Conti ha dato le sue ragioni sull'aumento di potenza degli fb ma andiamo ad un ragionamento eccessivo. Io su di un NABILA non ci vedo la convenienza di una decina di fb per un totale di 6000 cv . Ma due 300 hp su un bel fisherman ci stanno benissimo, la barca ha molto meno vibrazioni il tutto è più silenziozo, si può arrivare a riva senza storcere la linea d'asse e rovinare tutto, lo svitamento di un dado dello scambiatore di calore non ti fa allagare la sentina nella migliore delle ipotesi, come è capitato a me con un entrobordo linea d'asse, è mille volte più manovrabile e sicuramente meno costosa la manutenzione. Come ragionamento finale a parte quelli che in milanese si chiamano sboroni è assolutamente inutile metterne a poppa troppi, perchè come sappiamo sia in acqua che in aria per aumentare la velocità del doppio bisogna aumentare la potenza di quattro volte e questo fino ad un certo punto della resistenza idrodinamica od aerodinamica.
    Il ragionamento potrebbe proseguire per altre tre pagine .
    Salutoni a tutti da un vecchio nautico.

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