Azimut e Timone Yachts, ventisei anni insieme e un sodalizio che cresce ancora

Categorie: Barche e Yacht
1 Agosto 2018
Azimut e Timone Yachts, ventisei anni insieme e un sodalizio che cresce ancora

Hanno superato le nozze d’argento Azimut e Timone Yachts, che è concessionario esclusivo del cantiere piemontese per l'alto e medio Adriatico. Ventisei anni di partnership continuativa, anzi, “espansiva”, perché nel corso del tempo quella fiducia che il gruppo il Gruppo Azimut-Benetti aveva riposto all’inizio su Timone Yachts, si è poi sviluppata nella concretizzazione di varie altre iniziative sui mercati sia nazionali che internazionali sempre più in sinergia fra cantiere e concessionario.

Azimut è nato come cantiere produttore di imbarcazioni flybridge, poi ha allargato il catalogo dell’offerta di prodotti ai grandi hardtop della linea S, ai cruiser open della linea Atlantis, alle navette Magellano e ai 'superfly' della linea Grande. Ma qual è la metratura e la tipologia di barca più richiesta, o più di tendenza, nelle zone di dealership di Timone Yachts, ovvero l’alto e medio Adriatico?  Azimut è specializzata da sempre nella creazione di imbarcazioni flybridge ed è prevalentemente riconosciuta per questo - risponde Luigi Gambelli, amministratore delegato di Timone Yachts - Il designer Righini ha reso i fly di Azimut dei prodotti universalmente riconosciuti. E anche gli interni sono sempre stati molto apprezzati per design e spazi. Poi la famiglia Vitelli (proprietaria del cantiere, ndr) ha capito che non era sufficiente produrre solo fly, c’erano possibilità di sviluppo su altri mercati, quindi è nata la linea S, quella dei grandi hardtop, che all’inizio non mi pareva molto calzante per Timone e i suoi clienti, ma che invece, con un buon lavoro di costruzione dei mercati si è dimostrata una scelta vincente anche per noi, al punto che poi con la linea Atlantis abbiamo ulteriormente allargato il mondo degli open per la nostra clientela, ottenendo ottimi risultati”.

             
             
Le novità 2018 di Azimut. Da sinistra, l'Azimut 55 Fly, il Grande 35 metri, l'Azimut s7 e l'Atlantis 51.

E poi c'è la gamma Magellano, che possiamo dire sia stata precursore di una tendenza successivamente cavalcata da molti, cioè quella delle navette classiche ispirate ai grandi panfili d’antan, ma con un design più moderno e di dimensioni più contenute per renderle alla portata di un mercato più ampio. “Il successo è sotto gli occhi di tutti - conferma l’amministratore delegato di Timone Yachts - ed è stata di ispirazione per molti altri cantieri che, in seguito, hanno cavalcato il segmento delle navette. Ricordo che quando Azimut presentò in fiera a Genova il primo modello, il Magellano 74 (circa una decina di anni fa, ndr), la gente rimase impressionata e molti trovarono strano il fatto di presentare una barca classica in un mercato dove tutti rincorrevamo il design d’avanguardia. Il Magellano, infatti, cominciò creandosi una nicchia di mercato, guardando ai velisti che volevano passare al motore e a quegli armatori delle barche dislocanti, che prediligono una navigazione più tranquilla in spazi assimilabili a quelli di una casa. Oggi tale filosofia è andata ben oltre queste categorie di armatori e le navetta sono diventate una tendenza. E la gamma dei Magellano non si fermerà sicuramente qua”.


L'Azimut Magellano 66

Ma, per quanto belle e piacevoli possano essere le barche, l’offerta è davvero ampia e articolata, e orientarsi nella ricerca della barca giusta non è sempre facile. Ed è proprio questo a far la differenza fra venditore e venditore: “Non di rado i clienti arrivano senza un modello preciso di barca in mente - afferma Luigi Gambelli - dunque la prima cosa che facciamo è cercare di mettere ordine nelle loro idee, capire le loro esigenze valutando per esempio l’età della persona, se naviga con figli, se è un tipo dinamico o uno più rilassato, insomma tutta una serie di valutazioni che ci permettono di tracciare il profilo della barca giusta. E in questo noi siamo avvantaggiati perché l’offerta di Azimut comprende barche di ogni tipo in un range da 10 a 35 metri. Ma la firma del contratto è solo il punto di partenza di un lavoro molto attento, che poi svolgiamo, per accompagnare il cliente verso il varo della sua barca, cosa che ci porta a mantenere una buona fidelizzazione. Oggi abbiamo persone che sono arrivate anche alla quarta barca acquistata da noi; altri sono pure diventati molto amici, grazie al rapporto di stima e fiducia che si è creato”.

Una nuova società
con un target preciso
per lo sviluppo
di Azimut Yachts
in Austria e Germania

Luigi Gambelli guarda sempre più all’estero, perché l’esperienza oltre confine non si limita alla divisione brokeraggio di Timone Yachts raccontata in una precedente intervista (leggi qui) ma, anzi, proprio in questo periodo sta prendendo un nuovo slancio, che da un lato amplia le potenzialità di business della sua azienda, dall’altro rafforza il suo rapporto con il gruppo Azimut-Benetti: “Il periodo di crisi mi ha dato la spinta a viaggiare in giro per il mondo alla scoperta di nuovi mercati, e questo mi ha permesso anche di conoscere molte persone e colleghi stranieri, con i quali oggi mi relaziono costantemente - afferma Luigi Gambelli - Il caso ha voluto che si stessero liberando territori importanti come l’Austria e la Germania, su cui Azimut era già pronto per insediarsi con un nuovo dealer. A quel punto mi sono candidato anch’io per acquisire la dealership su quei mercati, ma col progetto di creare una società ad hoc, unendomi con un partner tedesco, che fra l’altro era già mio cliente nell’usato”.


Al centro, Giovanna Vitelli, vicepresidente Azimut, e Luigi Gambelli con tutto lo staff di Timone Yachts.

Fatte le debite valutazioni su tutte le proposte, Azimut ha emesso il verdetto e: “Giovanna Vitelli (vice presidente di Azimut, ndr) ha voluto premiarmi nuovamente, dandomi fiducia per rappresentare il suo cantiere su quei mercati. Quest’anno abbiamo quindi creato a Düsseldorf la concessionaria Yachtwerk, che è al 50% di proprietà di Timone Yachts e al 50% del mio partner tedesco. Anche lì siamo strutturati con servizi oltre che di vendita, anche di assistenza. Abbiamo pure una sezione dedicata al charter che sta dando sviluppi importanti”.


Luigi Gambelli, amministratore delegato di Timone Yachts, che quest'anno compie trent'anni
di attività, di cui 26 come concessionario esclusivo per l'alto e medio Adriatico di Azimut-Benetti.

Anche perché ora il mercato sta ripartendo ma del domani non v'è certezza, quindi è bene stare sempre in guardia: “Il mercato in generale è un sù e giù continuo; oggi va tutto bene, dopo 5 o 6 anni arriva il crollo. E poi riparte. La cosa è ciclica, quindi bisogna essere sempre pronti a parare i colpi e io ho sempre cercato di rimettermi ogni volta in gioco su altri settori: da concessionario sono diventato anche broker, poi ho ampliato la cantieristica, perché a Fano lavoro tanto col refitting, al punto che Azimut ci consente di essere suo partner per effettuare alcune personalizzazioni finali e di consegnare anche agli altri concessionari barche in parte fatte da Timone Yacht Service di Fano. Tutto questo ci permette di avere più punti di stabilità nei momenti di crisi”.

Le esperienze di business oltre confine hanno dunque dato una forza nuova all’amministratore delegato di Timone Yachts, ma: “Non è stato facile, perché mi sono dovuto trasferire per un certo periodo all’estero per capire bene le dinamiche dei vari mercati, però oltre a salvare l’azienda, quest’esperienza ha reso Timone Yachts più competitiva e meglio preparata a intraprendere, con una rinnovata consapevolezza, i diversi mercati nel mondo, compreso quello italiano che sta tornando”.

Il tutto per diffondere le barche di uno dei più grandi cantieri al mondo: “Azimut mi è sempre piaciuto. Ha fatto barche sempre molto interessanti e quando iniziai  a commercializzarle nel 1992 avevano già un forte appeal nel mercato, sia per design sia per spazi interni. Poi il cantiere ha sempre puntato a fare prodotti innovativi, più avanti rispetto ai tempi, ma anche a diversificare le gamme di prodotto e ad aprire nuovi mercati, come per esempio quello delle navette da diporto con l’arrivo dei Magellano”.

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Claudio Russo

Inizia nella nautica, che poi lascia per fare esperienze in vari altri settori della comunicazione. Diventa giornalista e passa nella sfera dello sport, dove ha partecipato anche alla realizzazione di alcuni fra i primi siti d'informazione in ambito calcistico e delle Olimpiadi di Sydney 2000. Nel 2002 torna nella nautica come caporedattore di un mensile fino alla nuova sfida raccolta nel 2013 con BoatMag.
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