Il Suzuki Fishing Team quest'anno fa le cose ancora più in grande.

Per il 2019 Suzuki Marine ha ampliato lo scenario di proposte e di soluzioni per andare a pesca, che si tratti di imbarcazioni in vetroresina o di gommoni, e ha incrementato anche il numero di testimonial.

Guarda la gara di debutto del Suzuki Fishing Team: The Big Red 2018

Il tutto lo ha presentato a febbraio scorso al Pescare Show di Vicenza, dove sono stati esposti anche i fuoribordo del brand giapponese, che ha una gamma tra le più complete e tecnologicamente avanzate.

Nell'ambito pesca, Suzuki ha presentato anche l’Al Custom 19, disegnato da Lou Codega, un fishing boat prodotto dall’omonimo cantiere, presentato con un Suzuki DF115A. Altra importante presenza quella del Dellapasqua DC Seven, un’imbarcazione studiata dal cantiere romagnolo proprio per la pesca sportiva e l’anno scorso esordiente non solo in fiera, ma anche in alcune gare come componente del Suzuki Fishing Team. Restando in tema scafi rigidi, c'è anche il nuovo Tuccoli T280 che debutta nel mondo dei fuoribordo una coppia di fuoribordo Suzuki DF300AP. Testimonial Tuccoli/Suzuki allo stand è stato Marco Volpi, un campione che quest’anno è stato eletto miglior agonista italiano con l’Amo d’Oro e con un palmares da invidia con ben 58 titoli nazionali e mondiali (individuali e a squadre).

Leggi la nostra prova del Tuccoli T280 entrofuoribordo

E passiamo ai gommoni. Anche in questo caso si sono viste tante cose, a cominciare dai due Focchi, ossia il 620 Pro Fish con a poppa un Suzuki DF100B e il più grande 730 Pro Fish del Team Demolition Tuna di Alessio Smerilli, testimonial Suzuki e specialista in spinning d’altura. Il mezzo è allestito in consolle con il nuovo Lowrance HDS Live, mentre a poppa spicca il Suzuki DF300AP. Immancabile poi la presenza di un Marshall in versione fishing: il blasonato marchio, tornato in auge proprio grazie a Suzuki, ha esposto il modello M4, un gommone di 6,65 metri customizzato per Davide Acone, altro testimonial Suzuki di fama internazionale. Il mezzo, attrezzato per la traina d’altura, è motorizzabile con fuoribordo Suzuki da 140, 150 e 200 cv. Anche in questo caso elettronica Lowrance HDS Live, autopilota, radar 3G e autopilota.

Leggi la nostra prova del Marshall M4 con il Suzuki DF150AP

Sempre tra i gommoni, grande ritorno per il Master 775 Fishing, diventato famoso per il modello usato da Matteo Catelani (il Mago) e ora ulteriormente migliorato in alcuni particolari. La versione esposta nello stand Suzuki propone una colorazione nera, un Suzuki DF300AP a poppa, ma soprattutto una panca poppiera che si ribalta e nuove vasche per pescato e vivo. Infine l’Alumar 2.0 del cantiere Piranhascraft di Padova, motorizzato con un Suzuki DF350A e arricchito dall’elettronica Humminbird. È stato studiato per il fisherman pro Alex Zanni del Team Canocia, nonché testimonial Suzuki.

Il concorso #iopescosuzuki

Ma la grande novità che Suzuki Marine si è inventata per quest’edizione del Pescare Show è un concorso che consente al vincitore di trascorrere una giornata a pesca con uno dei campioni del Suzuki Fishing Team. Il concorso si chiama #iopescosuzuki e per partecipare basta inviare dei video che non superino il minuto di durata parlando di Suzuki Marine e ricordandosi di aggiungere gli hashtag obbligatori #iopescosuzuki #suzukimarine e #suzukifishingteam. Il premio è andato al più virale.

Finito? Macché! Infatti ciò che non è era visibile allo stand Suzuki lo è stato in altri stand. Per esempio, presso lo stand di Seagame, c'era il nuovo 250 Extreme all’esordio e costruito in collaborazione con Matteo Dicarlo, testimonial Suzuki/Seagame; motorizzato con un potente Suzuki DF350A ha in consolle l’eco Lowrance HDS Live. Altro Seagame motorizzato Suzuki, in questo caso un DF150AP, sarà il 200 Starfish di Lorenzo Muso (altro testimonial Suzuki), esposto allo stand della Humminbird. Presso Furuno invece era visibile l’Al Custom AL30 “Jack Sparrow” di Davide Serafini, professionista che opera in Adriatico, motorizzato con un DF350A, mentre presso lo stand Lowrance ci sarà Alessandro Villari, ennesimo testimonial Suzuki, con il suo Triton TRZ 189 motorizzato DF200. Da Sunrise era poi possibile conoscere Mirco Eusebi, CT della Nazionale Italia di Pesca e il suo Focchi 730 Pro Fish in versione inedita.

Infine, in veste di guest star, presso lo stand Suzuki c'era sia Riccardo Fanelli, noto nel giornalismo da pesca nonché rinomato angler, che Marco Valerio Alessandrini il quale, oltre a essere con il suo Idefix uno dei componenti il Suzuki Fishing Team, è anche noto per la sua scuola di cucina di pesce PelagiChef. Chiudono la carrellata altri due marchi che sposano il progetto Suzuki Fishing Team. Sono il cantiere Ceccherini con il suo Maestrale 19 motorizzato con Suzuki DF40 e i Cantieri di Nord Est con due natanti: lo Sfriso 5000 motorizzato Suzuki DF40 e lo Sfriso 8300 con a poppa un DF200A.

Nel mercato delle attrezzature da pesca si sta sempre più creando una netta separazione tra canne montate con anelli o con carrucole. Vediamo le differenze.

Qual è il sistema migliore? O meglio, qual è quello più indicato in base al proprio utilizzo? Andiamo a vedere insieme alcune sostanziali differenze tra i due sistemi ad anelli o carrucole.

Anelli o carrucole? Iniziamo dalle carrucole

Le carrucole, o roller come vengono spesso chiamati, sono dei sistemi sicuramente più “giovani” rispetto ai tradizionali anelli, seppur impiegati già da svariati anni la loro costruzione avveniva con tecnologie diverse da quelle odierne. Queste carrucole guidafilo sostituiscono la funzione degli anelli ma, per il loro tipo di azione, sono preferibili su canne di alto libraggio (20/30 libbre se non addirittura 40/50 libbre) e trovano impiego principalmente con il filo di nylon. Sono quindi ideali per la pesca ai grandi pelagici, come per esempio i tonni.

Ne esistono modelli a piedini fissi e a piedini basculanti. Questi ultimi hanno portato l’innovazione, ovviamente brevettata, di seguire con un doppio movimento l’azione del blank durante l’azione di pesca, consentendo loro di seguire la parabola della canna e lasciando così inalterata la loro azione e quella della canna, che mantiene quasi del tutto intatte le sue caratteristiche costruttive in termini di rigidità. Questo li distingue sostanzialmente da quelli a piedini fissi i quali, proprio per l’assenza dell’azione basculante, hanno invece la tendenza di irrigidire maggiormente i blank riducendone fortemente la reattività.

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Anelli o carrucole? I “vecchi” anelli

Per quanto concerne invece l’impiego degli anelli diciamo che il sistema è atavico anche se, ovviamente, anche qui la tecnologia e l’impiego di moderni materiali ci ha messo lo zampino. Uno dei problemi principali che si manifesta durante la fase di pesca è ovviamente l’attrito che si crea tra il filo e gli anelli con relativo surriscaldamento. Questi ultimi devono quindi essere costruiti impiegando dei materiali interni che non lesionino il filo e che non surriscaldino più di tanto, anche e soprattutto durante le azioni di combattimento con grosse prede, mettendo a rischio la corretta conclusione della cattura.

Ecco quindi che entrano in gioco materiali come, l’Alconite o il SIC. Quest’ultimo (acronimo di Silicon Carbon ossia silicio e carbonio) è una pietra pregiata, levigata con il diamante e per questo molto liscia, facile da montare e molto resistente al calore che si produce durante le fasi di sfregamento con il filo in combattimento. Ha un grado di durezza 12 volte superiore all’acciaio inox, non si scalfisce ed è secondo in ordine di durezza solo al diamante. Inoltre, seppur immerso in acqua, come nel caso degli apicali delle canne, non ha problemi di ossidazione.

L’Alconite invece è una mescola di alluminio, carbonio, ossigeno e azoto che dà origine a un materiale che tende a scaldarsi di più rispetto al SIC e quindi ha maggiori probabilità di causare la rottura del filo. Per quanto concerne i telai degli anelli, questi possono essere costruiti in titanio o acciaio, dove il secondo non ha particolari controindicazioni, mentre il titanio è più leggero e altamente resistente alla corrosione. Fili ideali da usare sugli anelli? I multifibra, senza nessun tipo di problema.

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