Matteo Catelani, “Il Mago” e non per caso

Categorie: Fishing
9 Novembre 2018
Matteo Catelani, “Il Mago” e non per caso

Per tutti gli appassionati di pesca sportiva Matteo Catelani è “Il Mago”, un angler toscano che ha iniziato la sua attività a suon di gare a sei anni.

Matteo Catelani è un personaggio fuori dagli schemi tradizionali. Basti pensare che rifugge gran parte della tecnologia per non distogliere la sua attenzione dalle bellezze della natura, siano esse in mare (la sua seconda casa) o a terra. Oltre che di pesca è appassionato di caccia e di lunghe passeggiate durante le quali si dedica alla raccolta di funghi. Insomma, qualcosa a casa porta sempre. La sua indiscussa esperienza lo ha portato a diventare testimonial di diversi brand, tra cui Shimano, Lowrance, Suzuki e Master.

BoatMag. Toglici subito una curiosità che sicuramente è condivisa da molti lettori: perché il tuo soprannome è “Il Mago”?

Matteo Catelani. L’etimologia del nome Grande Mago risale veramente a tanti anni fa quando, da giovane pischello, praticavo il trota lago. A metà della gara le trote diventavano rare e molto difficili da catturare ed io, per magia o per fortuna, riuscivo a prenderne almeno un paio a spostamento, aggiudicandomi così ogni competizione. A ogni cattura, un po’ per gioco e un po’ per beffa, urlavo “Grandeee Magooo”. Poi abbandonato il trota lago mi dedicai al mare. Un giorno durante una competizione con alcuni amici, tutte le altre barche si trovarono in difficoltà facendo cappotto, mentre noi prendemmo cinque pesci. Uno degli amici mi disse “ma te sei un mago” e io con il sorriso risposi: “non un mago ma il “Grandeee Magooo” e da lì a ogni cattura importante l’urlo è d’obbligo.

BoatMag. Peschi da tantissimi anni e a sei anni hai partecipato alle tue prime gare. Qual è il tuo segreto per mantenere ancora vivo l’interesse nei confronti di uno sport che pratichi da così tanto tempo?

Matteo Catelani. Ormai pratico la pesca da 34 anni, questo sport per me è uno stile di vita, un modo di essere. La pesca non è solo catturare un pesce pur grande che sia, pur difficile, pur atteso, per me è capire un insieme di fattori determinanti che ci portano ad aver effettuato questa cattura. Il pesce è sempre in evoluzione, i fattori determinanti cambiano ogni giorno, una nuova conoscenza e in ogni battuta di pesca un nuovo sapere. È questo che tiene vivo dentro di me ogni grande passione. In una sola parola: sono curioso!

BoatMag. Pur non amando la tecnologia (a casa non possiedi per scelta né un computer né la televisione), sei un social molto attivo e vanti tantissimi follower che seguono quello che fai e si “divorano” molti video che pubblichi su YouTube. Qual è il tuo segreto per essere così amato?

Matteo Catelani. Come hai detto sono un anti-computer, anti-tv, anti-tutto quello che è elettronico e che possa togliere delle ore importanti a quello che amo. Infatti, adesso ho dovuto avvalermi di una persona a me cara per fare questa intervista. Non credo di essere molto attivo sui social anche perché gli dedico il minor tempo possibile. Il fatto che le persone mi amino non è facile da spiegare, forse perché capiscono che sono uno spontaneo sia nel bene che nel male, uno molto diretto che ama il mare e la pesca, che di essa ne ha fatto uno stile di vita e riesco, credo, a modo mio a trasmettere questa passione nei video e nelle foto, dando un po’ di felicità agli appassionati che purtroppo per molti motivi non riescono a praticare questo sport.

BoatMag. Sei un personaggio schietto, che non si nasconde e che si prende le sue responsabilità dicendo sempre quello che pensa. Spesso sui social critichi aspramente chi si professa pescatore ma che non rispetta le regole di base per essere tale, a cominciare dal rilascio di prede sottomisura o protette. Perché secondo te c’è questa mancanza di rispetto così forte?

Matteo Catelani. L’essere schietto fa parte del mio carattere anche se spesso sarebbe meglio tacessi. Purtroppo è una cosa che non riesco a fare. Non posso tacere davanti a chi non rispetta il mio mondo. Non capisco se l’infrangere le regole (per esempio trattenendo pesci sotto misura) sia dato da ignoranza o da una macabra furbizia, ma una cosa è certa: finché potrò e avrò voce per dire il mio pensiero, sarò in prima linea a puntare il dito e a dire quel che penso contro chi non rispetta il mio mondo!

BoatMag. So che pratichi diverse discipline della pesca sportiva, tra cui lo spinning a spigole. Qual è la disciplina fra le tante che preferisci e perché ritieni la spigola così difficile e avvincente da catturare?

Matteo Catelani. Non è facile per me decidere quale tecnica amo di più in quanto le pratico tutte. Tutte mi appassionano, ognuna a modo suo, da tutte imparo, da tutte prendo spunto per una nuova sfida, spesso le mischio tra loro per acquisire nuove conoscenze. Forse, se proprio dovessi sceglierne una, metterei al primo posto il Big Game, disciplina a cui dedico gran parte della mia vita e che mi regala tante emozioni. La spigola è un pesce sfuggente che si nasconde nell’ombra come un fantasma, appare all’improvviso e in un attimo è già sparito. Un grande predatore silenzioso con delle particolari abitudini sempre in mutamento. Per approcciarla la parola chiave è “conoscenza” e tutte le sfide dove la parola chiave è conoscenza sono sfide che mi appassionano.

BoatMag. La tua esperienza ti ha portato a stare lontano dalle gare di pesca che si organizzano nel nostro Paese, almeno così mi è sembrato di capire, perché?

Matteo Catelani. Purtroppo le gare sono un mondo che poco ha a che fare con la pesca anzi, sono un mondo che mina la passione invece di avvicinare al nostro sport. Sempre meno sportività, voler vincere ad ogni costo per poter apparire, gare organizzate in maniera molto approssimativa e solo per fare business. Perché uno che ama questo sport dovrebbe decidere di fare le gare? Lo chiedo io a voi. Tralascio la questione delle varie federazioni per evitare querele…

BoatMag. Sei diventato negli anni un personaggio legato a diversi brand nei vari settori. Shimano per le attrezzature da pesca, Lowrance per l’elettronica di bordo, Master per il mezzo nautico, Suzuki per il motore. Quali sono i punti di forza di questi quattro brand?

Matteo Catelani. C’è un solo filo conduttore che mi avvicina in maniera viscerale a questi quattro brand, e non parlo di serietà delle aziende, degli ottimi prodotti, dell’affidabilità… quella è roba da marchettari e la lascio fare agli altri. Voglio dire solo una cosa: sono quattro marchi che mi danno modo di avvicinarmi sempre più e di vivere sempre meglio il mio mondo, tutto qua. Non li chiamerei né brand né aziende, ma quattro grandi famiglie.

BoatMag. Master ha costruito su tue istruzioni e per te il nuovo Master 775 Fishing. Quali sono i punti di forza di questo gommone per andare a pesca rispetto a un tradizionale scafo rigido?

Matteo Catelani. Il punto di forza principale del Tunastorm è che è un gommone costruito intorno a un pescatore. I plus del gommone in generale o, come dico io “canotto”, sono l’affidabilità, la maneggevolezza, i bassi consumi, le alte prestazioni, la sua stabilità (ottimo nell’azione di pesca) e la praticità.

BoatMag. A poppa di questo battello, che so aver riscosso un grande successo anche al recente Salone di Genova, hai scelto di montare un Suzuki DF350A. Quali sono le ragioni di questa scelta?

Matteo Catelani. Premetto che non sono un intenditore di motori nonostante negli anni ho avuto modo di provare un po’ tutte le marche. Suzuki è con me per due motivi principali: i bassi consumi e perché è un motore che non soffre ai bassi regimi.

BoatMag. Sei ufficialmente componente e testimonial di vari e famosi brand. Quali impegni comporta per una persona come te “dallo spirito libero” rappresentare nomi così altisonanti del mondo nautico, dell’elettronica e della pesca? Collabori con loro anche per il miglioramento dei loro prodotti?

Matteo Catelani. Hai detto bene, sono una persona dallo spirito libero e l’intelligenza dei brand importanti è quella di non andare a intaccare quello che è il mio modo di essere. Non mi mettono limiti né picchetti, mi chiedono di essere quello che sono, genio e sregolatezza, e forse è anche per questo che la gente mi ama. Con alcuni collaboro per migliorare il prodotto, con altri esprimo solo il mio parere che spero poi serva a migliorare, con altri lo sviluppo interamente, lo testo e poi viene messo sul mercato, forse è questo quello che mi dà più soddisfazione.

Leggi anche l’intervista a Maurizio Pastacaldi

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Luciano Pau

Giornalista con esperienza ultratrentennale nel mondo della nautica, e motonautica in particolare, si è da tempo specializzato anche nella pesca sportiva, settore dove ha maturato una profonda esperienza come giornalista e organizzatore di eventi.
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